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Abituazione

di Gabriele Schino - Universo del Corpo (1999)
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Abituazione

Gabriele Schino

Con il termine abituazione, in etologia e in psicologia, si intende la graduale diminuzione dell'attenzione e della risposta di un organismo a uno stimolo, a seguito del ripetersi dello stimolo stesso. L'abituazione è un processo assai diffuso nel mondo animale e persino vegetale (nelle piante 'sensitive', come la Mimosa pudica, il ripiegamento delle foglioline diminuisce se gli stimoli esterni si ripetono) ed è considerata dagli studiosi una forma elementare di apprendimento (v.), in quanto comporta una variazione comportamentale seguita a esperienza e presenta molti aspetti tipici dell'apprendimento stesso, quali la generalizzazione e l'estinzione. L'importanza funzionale dell'abituazione sta nel fatto che essa consente all'animale di ignorare quegli stimoli che l'esperienza ha dimostrato essere irrilevanti, per concentrare l'attenzione su stimoli rilevanti o nuovi. Secondo alcune ipotesi si può parlare di coinvolgimento dei meccanismi dell'abituazione per spiegare alcuni comportamenti dell'uomo, per es. quando si impara ad apprezzare cibi che inizialmente apparivano disgustosi o a sopportare e addirittura non avvertire più forti rumori, odori e altri stimoli sgradevoli. Un esempio tipico di abituazione è offerto dal comportamento della tartaruga: se si batte sul suo carapace, la tartaruga nasconde rapidamente la testa e aspetta un certo tempo per ritirarla fuori; se si batte nuovamente la tartaruga nasconde ancora la testa, ma più lentamente e la ritira fuori prima. Ripetendo la sequenza varie volte, si arriva al punto che la tartaruga non reagisce più ai colpi sul carapace e continua tranquillamente la sua attività. Tuttavia, dopo che per qualche giorno non ha ricevuto colpi, la tartaruga riprende la sua risposta originaria di nascondere la testa se è colpita nuovamente. Infatti una caratteristica tipica dell'abituazione è che, se per un certo periodo lo stimolo non viene presentato, esso riacquista la sua efficacia. Altre caratteristiche sono: la velocità dell'abituazione è direttamente proporzionale alla frequenza e alla regolarità con cui lo stimolo si presenta, e inversamente proporzionale alla forza dello stimolo stesso; l'abituazione si può generalizzare estendendosi a stimoli simili, ma può essere annullata dall'interposizione di uno stimolo differente, in genere più forte (cosiddetta 'disabituazione').

Alla base dell'interesse che i biologi mostrano per il fenomeno dell'abituazione non vi è soltanto la sua grande diffusione nel mondo animale, ma anche e soprattutto il fatto che essa offre la possibilità di studiare il substrato neurofisiologico di una forma di apprendimento partendo dall'osservazione di organismi dal sistema nervoso molto semplice e quindi facilmente accessibile all'indagine sperimentale. È il caso dell'Aplysia, un gasteropode marino il cui sistema nervoso è formato da cinque gangli, cioè ammassi di tessuto nervoso contenenti i corpi cellulari dei neuroni: se si stimola con un getto d'acqua il sifone dell'Aplysia, questa ritrae le branchie; ripetendo più volte la stimolazione l'Aplysia smette di ritirare le branchie, si ha cioè l'abituazione. Grazie alla relativa semplicità del sistema nervoso dell'Aplysia, è stato possibile identificare con precisione i cambiamenti neurofisiologici che sono alla base di questa modificazione (Kandel 1982), localizzando il meccanismo dell'abituazione a livello della sinapsi che collega i neuroni sensitivi (che ricevono segnali dai recettori sensoriali) con i motoneuroni (che comandano la muscolatura delle branchie). In seguito all'abituazione si ha una diminuzione della liberazione di trasmettitore chimico da parte delle cellule presinaptiche e quindi dell'eccitazione postsinaptica del motoneurone. È stata proposta l'ipotesi che un meccanismo simile di 'depressione sinaptica' si verifichi a livello della formazione reticolare nei mammiferi superiori.

Bibliografia

E. Kandel, The cellular basis of behavior, San Francisco, Freeman, 1982.

A. Oliverio, Biologia e comportamento, Bologna, Zanichelli, 1982.

Vedi anche
Cheloni Ordine di Rettili del quale fanno parte le tartarughe. Il corpo è coperto da uno scudo dorsale convesso e da un piastrone ventrale appiattito formati da piastre ossee, entro cui possono essere retratti il capo, la coda e gli arti. Comprendono specie terrestri, erbivore, e altre acquatiche, sia marine ... etologia Studio comparato del comportamento animale, con l’assunto che specifici moduli comportamentali caratterizzino e distinguano ciascuna specie al pari dei caratteri morfologici. Scopi primari dell’etologia sono la descrizione del comportamento animale e la sua interpretazione dal punto di vista funzionale, ... apprendimento Nella ricerca sia psicologica sia etologica, acquisizione persistente di modificazioni del comportamento, dal semplice condizionamento di riflessi primari fino a forme complesse di organizzazione delle informazioni, determinate dall’esperienza del soggetto, piuttosto che da un controllo genetico. Un ... comportamento In generale, modo di comportarsi di un individuo, soprattutto in determinate situazioni, nei rapporti con l’ambiente e con le persone con cui è a contatto. psicologia Il complesso coerente di atteggiamenti assunti in reazione a determinati stimoli, o l’attività di un soggetto nelle sue manifestazioni. ...
Categorie
  • PSICOLOGIA GENERALE in Psicologia e psicanalisi
  • ETOLOGIA in Zoologia
Vocabolario
abituazióne
abituazione abituazióne s. f. [der. di abituare]. – 1. non com. L’abituare, l’abituarsi o l’essere abituato a qualche cosa: l’a. fa che si sente l’odore degli altri, e non si fa caso del nostro (Goldoni). 2. Con sign. specifico, in etologia,...
abitüare
abituare abitüare v. tr. [dal lat. tardo habituare, der. di habĭtus -us «abitudine»] (io abìtuo, ecc.). – Far prendere un’abitudine fisica o morale: a. i figli allo studio, al dialogo, al lavoro; a. a sopportare il dolore. Rifl., contrarre...
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