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Della Scala, Alberto

di Eugenio Chiarini - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Della Scala, Alberto

Eugenio Chiarini

, Fondatore della potenza scaligera in Verona, padre di Bartolomeo, Alboino e Cangrande, che gli succedettero uno dopo l'altro nella signoria: è acerbamente ripreso in Pg XVIII 121-129 per l'abuso commesso ai danni del monastero veronese di San Zeno, cui impose come abate, nel 1292, un figlio illegittimo (che mal nacque), Giuseppe, mal del corpo intero [contraffatto della persona, zoppo] / e de la mente peggio (Pietro: " seminsanus ").

Ritorna qui, di passaggio, ma non senza un preciso disegno ammonitore (v. lectura di G. Padoan), per bocca di un accidioso abate di San Zeno vissuto al tempo del buon Barbarossa (un Gherardo II, m. nel 1187), il gran tema di Marco Lombardo: l'indebita intrusione del potere laico nelle cose ecclesiastiche, la libertà e l'autonomia dei due poteri (Pg XVI 106-120), con un'asprezza di accento ribadita seccamente dal ritener mi piacque del v. 129, che non sembra possibile attenuare, come alcuni fanno, ipotizzando un pentimento di Alberto " ante mortem ", anziché uno scotto di pena nell'oltretomba, allo scopo di attutire i colpi diretti dal poeta contro il padre dei due ospiti suoi più solennemente celebrati (Pd XVII 70 ss.). Chiosa l'Ottimo: " per lo quale peccato il detto messer Alberto piangerà tosto, cioè quando sarà morto ". E Benvenuto: " morietur et luet poenam iniuriae factae sancto loco "; e subito dopo, postillando il mi piacque: " ad arguendum violatores sacrorum ".

A spiegare il tono di " non eccessiva " simpatia filoscaligera osserva il Mattalia: " A meno di lasciarne intera la responsabilità al già accidioso e vecchio abate che ora, in un impeto di polemico zelo, si rivela così preoccupato delle sorti del suo monastero, non restano che due ipotesi: o quando Dante scriveva il canto non era ancora entrato in impegnative relazioni con Cangrande, o vi era già entrato ma il signore scaligero aveva separato nettamente la sua responsabilità dalla mala fama dell'abate, il che lasciava man libera a Dante ". Ipotesi, questa, plausibile nei confronti del fratellastro (un atto giudiziario del 26 gennaio 1314, certo autorizzato da Cangrande, riconosce pieno diritto di risarcimento agli eredi di Enrico delle Lamiere per sopruso del tutto gratuito, " violenta ac temeraria manu, nulla rationali causa subsistente " compiuto ai danni loro un decennio prima dal defunto abate), ma si può dir lo stesso dell'atteggiamento di Cangrande verso la memoria del padre? Non si dovrà, in ogni caso, trovar qui una conferma di quell'intrepidità e assolutezza di giudizio, che, non per nulla, il poeta si fa prescrivere dal trisavolo Cacciaguida: tutta tua visíon fa manifesta (Pd XVII 128)?

Dati notevoli dello sfondo cronistico, sul quale si accampa l'aspra denuncia dantesca, sono i seguenti. Nel 1276, d'intesa coi Bonaccolsi, per cattivarsi il favore del papa, Alberto dirige un violento attacco contro i Patari rifugiati a Sirmione, che finirono, due anni dopo, arsi vivi in Arena. Per sdebitarsi di quella terribile repressione, nel 1284 Bartolomeo vescovo, con dispensa poi confermata da Onorio IV, rimuove l'ostacolo di diritto canonico, che precludeva la prelatura agl'illegittimi, e investe l'allora ventunenne Giuseppe del priorato di San Giorgio in Braida. Nel '92, assunto Giuseppe all'abbazia di San Zeno, Alberto decreta (11 aprile) che l'abate in carica giudichi, a difesa del monastero in materia litigiosa, " sumarie et sine strepitu iudiciorum "; e che la provvisione abbia valore di statuto del comune. Il 23 maggio 1320 Cangrande convalidò, per parte sua, diritti e giurisdizioni del monastero. Di San Zeno divenne abate, un anno dopo, un figlio naturale di Giuseppe, Bartolomeo, che più tardi, nel '36, fu eletto vescovo di Verona: com'era avvenuto, nel 1292, di un altro abate scaligero, Pietro. La ricca abbazia e il vescovado costituirono due cardini del potere politico e patrimoniale degli Scaligeri: la nomina di un bastardo " seminsanus " come Giuseppe fu episodio clamoroso di una consuetudine di abusi non infrequente nelle città che si reggevano a signoria.

Alberto si spense nel 1301: era succeduto, per così dire, nell'autorità al fratello Mastino I, assassinato nell'ottobre 1277; e s'era poi visto conferire uno dopo l'altro quei più ampi poteri che lo consacrarono signore in Verona, per l'abilità della sua condotta politica all'interno come all'esterno.

Bibl. - G. Gerola - L. Rossi, Giuseppe Della S. - Illustrazione storica di due terzine del Purgatorio, in " Annuario degli Studenti Trentini " V (1898-99) 15-69 (rec. di F. Pintor, in " Bull. " VII [1900] 69-70); L. Simeoni, L'amministrazione del distretto veronese sotto gli Scaligeri, in " Atti e Mem. Accad. Agr. Sc. e Lettere Verona " s. 4, VII (1906); A. Scolari, Il Messia dantesco, Bologna s.a. [ma 1913], con bibl.; A. Fajani, Verona nella vita di D., in D. e Verona, Verona 1921; L. Simeoni, La formazione della signoria Scaligera, in " Atti e Mem. Accad. Agr. Sc. e Lettere Verona " s. 5, II (1926); C. Cipolla, La storia politica di Verona, ibid. 1954; A. Scolari, Verona e gli Scaligeri nella vita di D., in D. e Verona, ibid. 1965; G. Petrocchi, La vicenda biografica di D. nel Veneto, in D. e la cultura veneta, Firenze 1966, 18 (rist. in Itinerari danteschi, Bari 1969, 119-141); R. Manselli, Cangrande e il mondo ghibellino nell'Italia settentrionale, in D. e la cultura veneta, Firenze 1966, 39-49; E. Raimondi, D. e il mondo ezzeliniano, ibid. 51-69; G. Tarozzi, Il c. XVIII del Purgatorio, in Lect. dant. 1025-1046; G. Padoan, in Lect. Scaligera 659-692.

Vedi anche
Bartolomeo I Della Scala Signore di Verona (m. 1304). Già associato al governo dal padre Alberto I, gli successe nel 1301. È noto per avere per primo accolto ospitalmente Dante, che allude a lui (e allo stemma della sua famiglia) lodando "la cortesia del gran Lombardo Che 'n su la scala porta il santo uccello" (Par. XVII, 7... Cangrande I Della Scala Signore di Verona (n. 1291 - m. Treviso 1329). Figlio di Alberto I, associato nel 1308 alla signoria dal fratello Alboino, con questo fu nominato vicario imperiale di Verona da Enrico VII nel 1311; con la morte del fratello rimase unico signore (28 ott. 1311). Per la conquista di Vicenza, tolta ai Padovani, ... Verona Comune del Veneto (206,7 km2 con 264.191 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. La città è situata a 59 m s.l.m., al margine settentrionale della Pianura Veneta, ai piedi dei Monti Lessini e in prossimità dello sbocco della valle dell’Adige. Il nucleo antico, localizzato all’interno di una delle due ... Mastino I Della Scala Signore, de facto, di Verona (m. 1277): di nome Lonardino di Iacopino, soprannominato Mastino. Podestà di Verona nel genn. 1259, nel 1261 ebbe la carica di podestà della Casa dei mercanti, carica che nel 1269 passò al fratello Alberto. Eletto forse capitano del popolo nel 1262, tale ufficio, temporaneo ...
Tag
  • SIGNORIA SCALIGERA
  • DIRITTO CANONICO
  • CACCIAGUIDA
  • GHIBELLINO
  • PURGATORIO
Altri risultati per Della Scala, Alberto
  • Della Scala, Alberto I
    Enciclopedia on line
    Signore di Verona (m. 1301). Successe al fratello Mastino I, assassinato il 27 ott. 1277, ed ebbe, oltre l'autorità di quello, il conferimento dei più ampî poteri, che lo consacrarono signore della città. Rafforzò il potere all'interno stroncando varie congiure; all'estero si difese dalla coalizione ...
  • DELLA SCALA, Alberto
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 37 (1989)
    Gian Maria Varanini Secondo di questo nome, nacque nel 1306, primogenito di Alboino signore di Verona e di Beatrice da Correggio. Sin dall'infanzia il suo nome è legato alle scelte (in questo caso, di politica matrimoniale) compiute dallo zio Cangrande (I) (il padre era morto nel 1311): nel 1312 fu ...
Vocabolario
scala
scala s. f. [lat. tardo scala -ae (nel lat. class. soltanto al plur., scalae -arum), der. di scandĕre «salire»]. – 1. Termine generico per indicare varî tipi di strutture fisse o mobili, a scalini o a pioli, che consentono alle persone...
carro-scala
carro-scala (carro scala), s. m. Veicolo in dotazione ai vigili del fuoco munito di scala telescopica. ◆ Le fiamme sono state, tuttavia, subito circoscritte e domate dai vigili del fuoco che sono intervenuti con diversi mezzi, tra cui un...
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