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CICCARELLI, Alessadro

di Giovanna Rosso Del Brenna - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)
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CICCARELLI (Cicarelli), Alessadro

Giovanna Rosso Del Brenna

Nacque a Napoli nel 1811. Formatosi all'Istituto reale delle belle arti di Napoli, dove nel 1833 ottenne la medaglia d'argento con il quadro Archimede (Romera, 1951, p. 67), si trasferì nel 1840 a Rio de Janeiro. Qui ricevette la nomina di professore privato di disegno dell'imperatrice del Brasile Teresa Cristina. A Rio partecipò nel 1843 alla quarta Esposizione generale di belle arti della locale Accademia, presentando una Rivista militare nel campo di Marte a Napoli, "quadro di proporzioni regolari, colorito con semplicità e ben disegnato", e un Chiaro di luna, lodato da un critico d'arte contemporaneo sul giornale Minerva Brasiliense per il "bell'effetto di luce" e il "contrasto interessante del chiarore della luna e di un falò" (Gonzaga Duque, 1888, p. 63).

Eseguì la decorazione di un piccolo teatro neoclassico in rua do Teatro (distrutto, menzionato in Morales de los Rios, 1941, p. 133), ritratti della nobiltà locale (Conte e Contessa di Aljezur, 1846-1847, Rio de Janeiro, Museu Nacional de Belas Artes) e, nel 1846, un grande quadro raffigurante il Matrimonio dell'imperatrice, impietosamente descritto dal critico brasiliano Gonzaga Duque: "è un'opera molto fiacca, sia in composizione che in colorito. Vi si nota uniformità in tutti i gesti, poca conoscenza del chiaroscuro, scarsa attenzione per la planimetria. L'aspetto generale di questo quadro è duro e sgradevole. I colori sono stati stesi col pennello grosso, applicati metodicamente, da un canto all'altro; dopo aver fatto questo, sembra che l'autore abbia spalmato sulla tela uno strato di cera, calzato pantofole di lana, e armato di uno spazzoIone di piombo e pelo abbia passato ore e ore a verniciare, brunire e lustrare la sua opera" (1888, p. 63).

Nel 1848 il C. si stabilì a Santiago del Cile, dove ottenne non senza contrasti - molti gli avrebbero infatti preferito il francese Raymond Monvoisin, allievo di Guérin - la carica di primo direttore della scuola (più tardi Accademia) di pittura, che mantenne per più di venti Ritiratosi a vita privata nel 1869, prese ad occuparsi di opere filantropiche "alle quali dedicò gran parte dei suoi beni e delle sue cure negli ultimi anni" (Lira, 1902, 85).

Morì a Santiago del Cile nel 1879.

Pittore piuttosto mediocre, epigono di una tradizione classicista che aveva superato da tempo in Europa la sua flase più vitale, e che appariva del tutto anacronistica ai suoi allievi sudamericani, il C. è ricordato nella storiografia cilena più che per le sue opere, caratterizzate da un disegno corretto e freddo - Filottete (1858), Dante alle porte dell'Inferno, Il figliol prodigo, Telemaco, La battaglia di Pavia, Morte di Manfredi sotto le mura di Benevento (Santiago dei Cile, Museo de Bellas Artes) -, dove l'accostamento a temi letterari o della storia medievale, sempre puntigliosamente tratti dal repertorio europeo, costituisce l'unica concessione al nuovo gusto romantico -, per la coscienziosa attività didattica svolta all'interno dell'Accademia - dove per anni le uniche risorse artistiche della scuola furono costituite dalla collezione di incisioni di antichi maestri che egli aveva portato, con sé dalI'Italia - e per i violenti contrasti (nel tipico stile della controversia tra "classici" e "romantici") avuti con alcuni famosi allievi, tra cui Antonio Smith, iniziatore della pittura cilena di paesaggio e autore di una feroce caricatura del maestro.

Bibl.: F. D. Silva, Cicarelli, in ElTaller ilustrado (Santiago del Cile), 1885, n. 18; Don Alejandro Cicarelli, ibid., nn. 19 e 20; L. Gonzaga Duque, A Arte brasileira, Rio de Janeiro 1888, pp. 63 s.; P. Lira, Diccionario biogr. de pintores, Santiago [Chile] 1902, pp. 84 s.; L. Freire, Um século de pintura, Rio de Janeiro 1916, p. 90; Catalogo general das Galerias de pintura e scultura, Rio de Janeiro 1923, p. 54; A. Cipolla, Nel Sud America, lungo il Cile luminoso, Torino 1928, p. 82; A. Morales de Los Rios Filho, Grandjean de Montigny e a evolução da arte brasileira, Rio de Janeiro 1941, pp. 133, 172, M; C. Rubens, Pequena historia das artes plasticas no Brasil, SãoPaulo 1941, p. 58; J. M. Dos Reis junior, Historia da pintura no Brasil, SãoPaulo 1944, p. 125; A. R. Romera, Historia de la pintura chilena, Santiago 1951, pp. 65-69; Art of Latin America since Indipendence (catalogo), Yale University, New Haven 1966, p. 167; F. Cenni, Italianos no Brasil, SãoPaulo 1975, p. 368.

Vedi anche
Peter Paul Rubens Rubens ‹rü′bëns›, Peter Paul. - Pittore (Siegen, Vestfalia, 1577 - Anversa 1640). Nato in Germania, dopo la morte del padre (1587), si trasferì con la famiglia ad Anversa (1589), dove frequentò prima la bottega del pittore di paesaggi Tobias Verhaecht, in seguito (1692) quella di A. van Noort e quindi ... Salvador Dalí Dalí, Salvador. - Pittore catalano (Figueras 1904 - ivi 1989). Artista tra i più incisivi del Novecento, dopo una breve parentesi nel gruppo surrealista ne fu escluso per le sue simpatie per i regimi di destra. In Dali, Salvador il surrealismo assunse un carattere individualistico, ironico e provocatorio ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ... scultura Arte e tecnica dello scolpire, cioè di raffigurare il mondo esterno, o meglio di esprimere l’intuizione artistica per mezzo di materiale opportunamente modellato; con valore concreto, l’opera stessa. Nella denominazione di scultura si comprende ogni opera plastica (statue, gruppi, rilievi), sia essa ...
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