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ANASTASIO

di Claudio Leonardi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANASTASIO

Claudio Leonardi

Frate minore, forse del convento fiorentino di Santa Croce, vissuto nella prima metà del secolo XIV, compilò una riduzione latina dell'Eneide, su cui ser Andrea Lancia avrebbe svolto il primo volgarizzamento in prosa dei poema antico. Nient'altro è noto della sua vita, benché abbia un ruolo di non poco interesse nella tradizione virgiliana e in quella del volgare italiano, e le notizie stesse sulla sua opera sono incerte e non sempre concordi. Le soscrizioni e le note dei codici, la sola fonte cui sia possibile ricorrere, mentre assegnano la riduzione a frate Anastasio, "uomo discreto e letterato" (il nome si corruppe in Atanasio nell'editio princeps epoi in tutta una tradizione erudita, fino al Segre), mostrano lacune e diversità nell'attribuzione del volgarizzamento: a ser Andrea Lancia in alcune, ma in altre, e in numero maggiore. ad A. stesso. È vero che la divisione del lavoro tra A. ed Andrea, rilevata su un codice dal Benci e convalidata poi dall'autorità del Parodi, fu accettata senza discussione (il solo De Marinis la lascia più obiettivamente in sospeso), ma tutto il materiale andrebbe riesaminato. per giungere a proposte e conclusioni più sicure. Tra l'altro nessuno sembra essersi accorto di una nota dello Sbaraglia, che parrebbe identificare A. in un frate Anastasio Masini, ancora vivo in Firenze nel 1389. Così stando la ricerca e poiché non è stata rintracciata la traduzione latina, ogni indagine e interesse si sono rivolti al Lancia, e dalla sua biografia e attività dobbiamo desumere quanto può riferirsi ad Anastasio. Il volgarizzamento lancèo viene datato, in base a una nota cronologica in un codice e ad una citazione del Villani, agli anni 134-1316, entro i quali e nello stesso ambiente culturale anche A. dovrebbe aver operato; i due lavori sembrano infatti ambedue dedicati a Coppo di Borghese Migliorati, priore in Firenze per numerose volte nella prima metà del Trecento. Il volgarizzamento ebbe ben presto successo, e le copie si moltiplicarono: ben quindici codici ci sono infatti rimasti, ed alla editio princeps curata dal Levilapide a Vicenza nel 1476, ne seguirono numerose altre fino a quella del Fanfani; ma nello stesso Trecento, Angelo di Capua prese a fondamento il testo del Lancia per la sua traduzione in volgare siciliano. Ed è tale vulgata conoscenza un motivo che può forse dar ragione della scomparsa del testo latino. Da quanto si può intendere da questa tradizione indiretta e per quanto dunque gli si può imputare, il lavoro di A. parrebbe quello di un riduttore non poco maldestro, che omette parti essenziali del racconto, anche dal punto di vista delle vicende narrante, insomma "un centone di brani virgiliani collegati spesso malamente e approssuinativamente"; ma ebbe il merito o la ventura di lasciare pressoché intatto il verso virgiliano, "sicché, per sua fortuna. abbondanti porzioni dell'originale stanno davanti a ser Andrea, che le rende in stile fiorito, studiando di conservare tutte le trasposizioni e gli ornamenti del verso latino" (Folena). In altri termini, propose e costituì la base, forse a se stesso, per uno dei più interessanti volgarizzamenti fiorentini degli autori classici.

Bibl.: F. Argelati, Biblioteca degli volgarizzatori, IV, Milano 1767, pp. 116-118; J. M. Paitoni, Biblioteca degli autori antichi.. volgarizzati, IV, Venezia 1767, pp. 158-162; L. Wadding-J. H. Sbaralea Scriptores ordinis minorum, Romae 1806, p. 72; (in Supplementum, I, Romae 1908, p. 34); A. Benci, Volgarizzamenti antichi dell'Eneide di Virgilio, traduzioni di essa fatte da Annibal Caro, da Vittorio Affieri, dal padre Solari. e volgarizzamento nuovo di Michele Leoni, in Antologia [di G. P. Vicussieux], n. 5, 1821, pp 164-170; B. Gamba da Bassano, Serie dei testi di lingua ...., Venezia 1839, pp. 311 e.; P. Colomb de Batines, Appunti per la storia letteraria d'Italia ne secoli XIV e XV: Andrea Lancia, scrittore fiorentino dei Trecento, in L'Etruria, I(1851). pp. 18-27; P. Fanfani, Compilazione dell'Eneide di Virgilio fatta volgare per ser Andrea Lancia fiorentino, ibid., pp. 162-38, 221-252, 296-318. 497-508. 625-632, 745-760; S. Betti, Alcune osservazioni sulla compilazione dell'Eneide di Virgilio fatta volgare da ser Andrea Lancia, in Giornale arcadico, CXXIII (1851), pp. 165-205; P. Fanfani, Gli antichi traduttori italiani, in Il Borghini, III(1865), pp. 625-628; I. Del Lungo, Dino Compagni e la ma Cronica, I, Firenze 1879. pp. 427 ss.; F. Zambrini, Le opere volgari a stampa dei secc. XIII e XIV, Bologna 1884, coll. 1054 s.; E. G. Parodi,  I rifacimenti e le traduzioni italiane dall'Eneide di Virgilio Prima dei Rinascimento, in Studi di filologia romanza, V (1887), pp. 312 s.; W. A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium Bibliographicum, II, Milano 1950, nn. 6161-6165; V. Zabughin, Vergilio nel Rinascimento italiano da Dante a Torquato Tasso, II, Bologna 1923, pp. 355 s., 400 e.; S. Morpurgo. Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV..., Supplemento, Bologna. . 1924, p. 130; E. Lazzeroni, Di un incunabolo contenente il primo volgarizz. dell'Eneide di Virgilio, in Arch. storico... di Lodi, XLV(1926). pp. 112-35; L. Sorrento, La Storia di Enea in lingua siciliana del Trecento, in Studi medievali, n. s., V (1932). pp. 232-237 (poi in Medievalia, Brescia 1943, pp. 177 s.); G. Mambelli, Glistudi virgiliani nel secolo XX, I, Firenze 1940, p. 717, n. 1862; T. De Marinis, La biblioteca napoletana dei re d'Aragona, II, Milano 1947, pp. 174 s.; Volgarizzamenti del Due e Trecento, a cura di C. Segre, Torino 1953, pp. 569 s.; La Istoria di Eneas vulgarizata per Angilu di Capua a cura di G. Folena, Palermo 1956 (in Collezione di testi siciliani dei secoli XIV e XV, n. 7). pp. XXVI, LIV, 231-265 (per alcuni codici si v. una più recente descrizione in Mostra di codici romanzi delle biblioteche fiorentine,Firenze 1957, pp. 19 s., 25 s.. 115 s.).

Vedi anche
Venezia Comune del Veneto (415,9 km2 con 268.993 ab. nel 2008, detti Veneziani), capoluogo di regione e di provincia. L’insediamento storico della città, posta al centro dell’omonima laguna, è tradizionalmente suddiviso in sei ‘sestieri’ (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce) e ... Firenze Comune della Toscana (102,4 km2 con 364.710 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e della regione, situato a un’altezza media di 50 m s.l.m., all’estremità sud-orientale di un bacino intermontano, percorso dall’Arno, nel quale sorgono altre due importanti città: Prato e Pistoia. Il fiume, che divide ... Torino Comune del Piemonte (130,2 km2 con 908.263 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione. Sorge alla confluenza della Dora Riparia con il Po, in un’area alluvionale (239 m s.l.m.) compresa fra l’anfiteatro morenico di Rivoli e una serie di colline situate a oriente (fra cui, la collina di Superga). ... Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico.
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anàstaṡi
anastasi anàstaṡi s. f. [dal gr. ἀνάστασις «resurrezione»]. – Nome greco della resurrezione di Cristo e di quella finale dei morti (ad esso si riconnette il nome proprio Anastasio, Anastasia); designò anche il luogo del sepolcro di Cristo,...
squattrinato
squattrinato agg. [part. pass. di squattrinare, o più prob. formazione aggettivale indipendente dal verbo, con la stessa etimologia]. – Senza quattrini, spiantato, in bolletta: Don Anastasio era nato da una famiglia di proprietari, anche...
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