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DOMENICHELLI, Angelo

di Maria Muccillo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 40 (1991)
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DOMENICHELLI (Dominichelli, Dominicelli), Angelo (Angelo della Pergola)

Maria Muccillo

Nacque a Pergola (prov. PesaroUrbino), come si rileva dai documenti in cui viene menzionato come "Angelus de Pergula" e come unanimemente gli storici tramandano. Ignota è, invece, l'esatta data della sua nascita, che comunque deve collocarsi intorno alla prima metà del secolo XIV.

Della sua famiglia nulla è stato tramandato, e nulla può dirsi della sua formazione culturale, dei suoi studi e dei suoi maestri. Ricevette forse i primi rudimenti delle lettere nella natia Pergola, ma prosegui gli studi a Perugia, dove si recò per iscriversi ai corsi di medicina, allora in pieno sviluppo, e illustrati da uomini insigni per cultura e scienza, come Teobaldo di Arezzo, Giovanni Biondi, il fiorentino Tommaso Del Garbo e Gentile da Foligno, alcuni dei quali, come si arguisce dalla cronologia, furono forse suoi maestri. Conseguito il dottorato in medicina e fattosi probabilmente stimare non solo come medico pratico, ma anche come studioso, in una riunione del Consiglio comunale tenutasi in Perugia il 16 marzo 1382 il D. fu chiamato a insegnare medicina nello Studio della città che lo aveva visto studente, insieme con i maestri Cristoforo degli Onesti, Pietro di Tussignano, Nicola di Mantova e Giacomo d'Arquata (Annali decenvirali, anno 1382, f. 45, in Bini e Rossi).

Alcuni mesi dopo, e precisamente "addi 11 luglio", il D. venne "prestato" per due mesi, su loro richiesta, agli abitanti di Roccacontrada, per dare la sua opera in aiuto di quel borgo colpito dalla peste (ibid., f. 115).

Visse per lo più a Perugia, continuando il suo insegnamento, anche se non restò del tutto soddisfatto del trattamento economico: il 23 ott. 1384, ad esempio, indirizzò al Comune una protesta, in cui diceva che, sebbene eletto "ad legenduni et praticandurn medicinain" per tre anni; era stato "soddisfatto" solo per il primo anno, e non per il secondo, e chiedeva quindi il versamento dell'intera somma stabilita. Eignoto l'ammontare della sua retribuzione di quegli anni; un documento del 10 apr. 1389rende comunque noto che egli era stato nuovamente eletto insieme con un collega, certo "Magister Leonardus Lippi", "ad lecturam. physice", con uno stipendio annuo di 75 fiorini d'oro, da liquidarsi sia "durante tempore suae electionis" sia durante il tempo "reductionis si fieret".Nel 1390 il D. era ancora nella città, ma non poté leggere, dato l'infierire della pestilenza, senza tuttavia perdere il salario. Crebbe probabilmente in questi anni la sua fama come medico pratico: qualche tempo dopo, essendo presente a Perugia la Curia pontificia e versando il pontefice Bonifacio IX in gravi condizioni di salute, egli fu chiamato a curarlo.

La prestazione del D. dovette essere soddisfacente e l'8 apr. 1393il cardinal camerlengo diede ordine ai gabellieri di Perugia di pagargli 100 fiorini d'oro su mandato dei pontefice. In un altro documento del 28settembre dello stesso anno il legato apostolico, cardinal Pileo, impone ancora ai Priori della città di pagare 100 fiorini d'oro al D. poiché aveva assistito con continue veglie, giorno e notte, il papa travagliato dalle febbri.

Della sua opera il papa non volle più privarsi e decise pertanto di eleggerlo suo medico e familiare. Così il 18 nov. 1399 il D. fu chiamato a Roma (Annali decenvirali, anno 1399, in Bini) con uno stipendio annuo di 400 fiorini d'oro, somma che gli era stata assegnata fin dal 22 di giugno sopra il censo che pagavano alla Camera apostolica i Perugini.

In tal modo, su intervento del pontefice, erano gli stessi cittadini di Perugia che assicuravano al D. tale lauto stipendio, anche perché, come risulta da un documento del 26 nov. 1399, col suo credito egli favoriva la città nelle calamità in cui versava. E in realtà, come appare dai citati Annali della città, il D. si adoperava molto presso il papa per Perugia: "ne dum secrete, sed palam semper insistit coram Sanctissimo Patre Dno nostro, et ejus cardinalibus, et toto Collegio, pro aumentatione Boni, et pacifici presentis popularis status civit. Perus. et libertate d. Civitatis", si da meritare più di ogni altro il titolo di cittadino di Perugia.

Accanto a quelli di Perugia, sua patria di elezione, sembra che il D. curasse anche gli interessi della natia Pergola, si che, come riferisce il Nicoletti, "molti benefizi furono a' Pergolesi compartiti".

Dopo il 1399 non si hanno più notizie del Domenichelli. Ignoriamo se alla morte del pontefice egli abbia fatto ritorno a Perugia, e dove e in che epoca sia morto.

Dell'attività di studioso di medicina del D. non sono rimaste testimonianze dirette. Esiste soltanto una reportatio delle sue lezioni sulla particola prima e seconda degli Aforismi di Ippocrate, curata da un suo allievo, certo Melchior johannes da Gubbio. Questi effettuò infatti, "cuin magno labore", una stesura di queste sue lezioni dal titolo Angeli de Pergula araium et medicinac doctoris, Expositio super particula prima Aphorismorum recollecta per Melchiorem Joannem de Eugubio, conservata nei ms. Vat. Lat. 9420 della Bibl. apost. Vaticana, un codice cartaceo in 40 del sec. XIV. L'opera, che si compone di due parti, costituite dai commenti alla prima e alla seconda particola dell'opera ippocratea, inizia "Dimissis quae in primo libroruin solent adduci..." e finisce a carta 193v "in arte doctoris famosissimi Melchiorem Johannem ... de Eugubio".

Fonti e Bibl.: G. L. Marini, Degli archiatri pontificj, Roma 1784, I, pp. 111-112; II, pp. 75-79; V. Bini, Memorie istor. della perugina Università degli studj e dei suoi professori, I, Perugia 1816, pp. 169-171; A. Rossi, Documenti per la storia dell'Università di Perugia con l'albo dei professori ad ogni quarto di secolo, in Giorn. di erudiz. artistica (Perugia), IV (1875), pp. 155, 255; VI (1877), pp. 218, 223, 369, 370, 374; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al1860, Perugia 1875, I, p. 582; L. Nicoletti, Di Pergola e dei suoi dintorni, Pergola 1899-1903, p. 551; F. Briganti, Documenti per la storia della medicina in Perugia nei secoli XIII-XIV, in Boll. della Deputaz. di storia patria per l'Umbria, II (1903), pp. 33-34, 56-57; Id., Medici e professori di medicina in Perugia nei secoli XIII e XIV, ibid., p. 67; O. Scalvanti, Notizie e documenti sulla vita di Baldo, Angelo e Pietro degli Ubaldi, in L'opera di Baldo, Perugia 1901, doc. XXIX; Id., Cenni stor. della Università di Perugia, Perugia 1910, p. 29; G. Ermini, Storia della Università di Perugia, Bologna 1947; G. Moroni, Diz. di erudizione storico eccle s., XLIV, p. 123; LII, p. 95; P. O. Kristeller, Iter Italicum, II, p. 347.

Vedi anche
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angelo àngelo (o àngiolo; ant. àgnolo) s. m. [lat. tardo angĕlus, dal gr. ἄγγελος «messaggero, angelo», usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico mal’āk «messaggero, ministro»]. – 1. Nelle credenze religiose...
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