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JERVOLINO, Angelo Raffaele

di Vanessa Roghi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004)
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JERVOLINO, Angelo Raffaele

Vanessa Roghi

Nacque a Napoli, il 2 settembre 1890, da Domenico e Rosa Prisco, in una famiglia di modesta condizione.

Il padre, vinaio, viveva con la moglie e con i dodici figli nel quartiere di Porta Capuana. L'ambiente familiare era profondamente religioso, tanto che Domenico aveva organizzato nella sua bottega un piccolo oratorio, sul modello salesiano, per i ragazzi del quartiere che fu visitato anche da don Giovanni Bosco.

Nel 1908 lo J. entrò nell'Azione cattolica napoletana; delegato, nel 1914, al Congresso della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) di Bologna, vi pronunciò una relazione sulla libertà di insegnamento, argomento che, poco dopo, su suggerimento di don G. Toniolo, costituì il nucleo principale della sua tesi di laurea in giurisprudenza.

Riflettendo su questo tema, che da allora rimase al centro dei suoi interessi, fu portato consequenzialmente ad auspicare l'istituzione di una università cattolica; una presa di posizione per la quale, proprio in occasione della laurea dello J., fu notato da p. A. Gemelli che più tardi, nel 1922, poco dopo aver fondato la Cattolica, lo insignì della prima medaglia d'oro di quella università.

Lo J. non partecipò alla prima guerra mondiale e iniziò invece subito a esercitare la professione di avvocato a Napoli, insegnando anche diritto all'Istituto superiore di lettere e scienze di S. Chiara.

Nel 1919 si iscrisse al Partito popolare italiano (PPI); nello stesso anno fu fra i firmatari del manifesto della cosiddetta "ala destra" del partito, che auspicava un'immediata risoluzione della questione romana. Nel PPI militò fino allo scioglimento, avvenuto nel 1926, prediligendo, tuttavia, l'attività di apostolato laico che svolse soprattutto attraverso l'Azione cattolica e in particolare nell'ambito della Gioventù italiana di Azione cattolica (GIAC).

Della GIAC lo J. fu presidente diocesano a Napoli, quindi consigliere nazionale e poi presidente generale per il Mezzogiorno; diresse la pubblicazione mensile Gioventù nova, quindi, succedendo a C. Corsanego, fu presidente generale della Gioventù cattolica italiana (GCI) fino al 1934, nominato per tre bienni da Pio XI che lo scelse, nel 1928, in quanto collaboratore sicuro della sua linea politica tesa, nel momento della preparazione dei Patti lateranensi, a non creare contrasti con il regime fascista. Negli anni della presidenza dello J. i rapporti con il fascismo furono quindi improntati a una diplomatica prudenza, nonostante le intimidazioni delle milizie fasciste verso i circoli di Azione cattolica fossero sempre più frequenti. Ebbe a dire lo J. che il papa "ci ha […] raccomandato caldamente di evitare qualunque attrito con le organizzazioni giovanili fasciste, anzi, dove e quando possibile, di andare con loro d'accordo; [tale accordo] lo si promuova sinceramente, in caso contrario ognuno segua la propria strada a fronte alta, con cuore fermo, senza odio e senza paura" (cfr. Moro, p. 121).

Fu, del resto, proprio lo J. a comunicare al pontefice la notizia dello scioglimento dei circoli giovanili di Azione cattolica avvenuto il 30 maggio 1931. Frattanto, nel 1930, lo J. aveva sposato Maria De Unterrichter, trentina, presidente centrale della FUCI e personaggio di primo piano della futura classe dirigente femminile cattolica.

Nel 1934 fu sostituito alla presidenza della GCI da L. Gedda, ritenuto più adatto a gestire diplomaticamente il contenzioso con il regime riguardo all'educazione della gioventù, principale terreno di scontro fra Chiesa e fascismo. Nel momento di massima chiusura del regime lo J. si ritirò dalla vita politica per dedicarsi all'esercizio della professione, entrando comunque a far parte del consiglio nazionale dell'Unione uomini e del Movimento dei laureati di Azione cattolica. Dall'agosto del 1943 partecipò attivamente alla ricostruzione del movimento democratico cattolico napoletano, portandovi in particolare il contributo della lunga consuetudine con i giovani, frutto del suo lavoro nella GIAC.

L'esplicito repubblicanesimo dello J., così come del movimento napoletano nella sua interezza, provocò in questa fase un forte dissidio con la curia napoletana conservatrice e di tendenze filomonarchiche.

Tra i fondatori della Democrazia cristiana (DC), ne fu il primo segretario nell'Italia liberata, mentre G.B. Migliori era segretario politico nell'Italia del Nord. Entrambi si dimisero per consentire l'elezione di A. De Gasperi alla segreteria.

Partecipò intensamente alla vita del suo partito e all'attività di governo: al I Congresso dei Comitati di liberazione nazionali (CLN) del Sud, tenutosi a Bari nel 1944 (28-29 gennaio), fu scelto come membro della giunta espressa al termine dei lavori congressuali per la direzione politica del raggruppamento delle forze antifasciste; nella difficile transizione del Regno del Sud guidato da Badoglio, svolse la relazione introduttiva al III congresso della DC (Napoli, 16-18 apr. 1944); in questa fase fu sottosegretario all'Educazione nazionale nel secondo governo Badoglio (22 aprile - 18 giugno 1944). Fu incaricato della relazione introduttiva anche al congresso del partito convocato, sempre a Napoli, da De Gasperi (29-30 luglio 1944) per deliberare l'approvazione dei nuovi statuti, mentre era sottosegretario alle Comunicazioni nel primo governo Bonomi (18 giugno - 12 dic. 1944), trovandosi ad affrontare, in tale veste, i gravi dissesti causati dalla guerra e dalla difficile riunificazione del paese; subcommissario e assessore al Comune di Napoli, fu poi consultore nazionale, eletto all'Assemblea costituente.

Fra il 1946 e il 1948 fu sottosegretario all'Agricoltura e foreste nel II governo De Gasperi, quindi tornò, sempre come sottosegretario, ai Trasporti nel III e IV dei governi De Gasperi; nel V (1948) divenne ministro delle Poste e Telecomunicazioni.

Sempre per volontà di De Gasperi seguì il disegno di legge istitutivo della Cassa per il Mezzogiorno, per cui svolse la relazione di maggioranza alla Camera (legge 10 ag. 1950, n. 646). Fu, in seguito, tra il 1959 e il 1962, ministro della Marina mercantile nei governi Segni, Tambroni e Fanfani superando, da "tecnico", le oscillazioni politiche che dal centrismo portarono lentamente al centrosinistra. Ministro della Sanità con Fanfani (21 febbr. 1962 - 21 giugno 1963) e nel governo "balneare" di Leone, tornò ai Trasporti con il I governo Moro (4 dic. 1963 - 22 luglio 1964).

Rimase in Senato fino al 1968, quando decise di non ripresentarsi alle elezioni politiche per la V legislatura repubblicana, da allora dedicandosi principalmente ai suoi studi.

Lo J. morì a Roma il 10 marzo 1985.

Molti gli scritti dello J., per lo più legati alle tematiche da lui affrontate nella sua lunga attività di uomo di governo; in particolare si ricordano: Consistenza e sviluppo dei servizi postali e delle telecomunicazioni (Roma 1948); Il problema postale telegrafico e telefonico in Italia (ibid. 1948); Consensi e dissensi sul piano ITT per la ricostruzione degli impianti telegrafonici in Italia (ibid. 1949); Miglioramenti tecnici e funzionali nelle poste e nelle telecomunicazioni (Napoli 1949); Cassa per il Mezzogiorno (Roma 1950); Difesa civile (ibid. 1951); Il problema dei trasporti in Italia (ibid. 1951); Legge elettorale politica: precisazioni sul passato ed orientamenti per l'avvenire (ibid. 1956); Lo scioglimento dei circoli della Gioventù cattolica italiana nel 1931 (ibid. 1956); La marina mercantile nel presente (ibid. 1957); Provvidenze necessarie per risolvere il problema del trasporto in Italia (ibid. 1958); L'Italia sul mare (ibid. 1959); La marina mercantile italiana. Realizzazioni e prospettive (ibid. 1959); La marina mercantile al servizio dell'Italia (ibid. 1960); Politica sanitaria di un paese moderno (ibid. 1962); La sanità come problema umano, sociale, economico (ibid. 1962); Discorso per l'inaugurazione delle nuova sede della facoltà d'ingegneria, 14 marzo 1965 (Napoli 1965); Esperienze nella giunta delle elezioni, in Studi per il XX anniversario dell'Assemblea costituente, V, Le Camere. Istituti e procedure (Firenze 1969).

Fonti e Bibl.: Le carte personali dello J. sono conservate a Napoli presso la famiglia; oltre agli Atti parlamentari relativi alle legislature cui lo J. partecipò, si segnalano: Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Dir. gen. di Pubblica Sicurezza, Div. Affari gen. e riservati, cat. G. 1, b. 91, f. Gioventù cattolica italiana; documenti relativi allo J. sono a Roma, Arch. della Presidenza della FUCI (in particolare Arch. Guido Anichini); Ibid., Arch. dell'Azione cattolica italiana, Presidenza generale. Vedi ancora: R. Colapietra, Napoli tra dopoguerra e fascismo, Milano 1962, p. 83; G. Marcucci Fanello, Storia della Federazione universitaria cattolica italiana, Roma 1971, p. 55; P. Scoppola - F. Traniello, I cattolici tra fascismo e democrazia, Bologna 1975, pp. 212, 231; P. Scoppola, La proposta politica di De Gasperi, Bologna 1977, p. 221; R. Moro, La formazione della classe dirigente cattolica (1929-1937), Bologna 1979, pp. 119, 121 s., 200, 206, 311; P. Borzomati I giovani cattolici nel Mezzogiorno d'Italia dall'Unità al 1948, Roma 1981, ad ind.; Dai congressi DC dell'Italia liberata, 1943-1944, alle prime assise nazionali, 1946: nel 40. anniversario del I congresso nazionale della Democrazia cristiana, a cura di C. Dané, Roma 1986, pp. 5, 13 s., 38, 51, 57, 64-69, 78 s., 83, 262; M. Casella, Cattolici e Costituente. Orientamenti e iniziative del cattolicesimo organizzato (1945-1947), Perugia 1987, pp. 156, 174 ss., 216 s.; Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, I, Dalla Resistenza alla Repubblica. 1943-1948, Roma 1987; II, De Gasperi e l'età del centrismo. 1948-1954, ibid. 1988, ad indices; F. Boiardi, A.R. J., in Il Parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell'Italia 1861-1988, XVIII, 1959-1963, Milano 1991, pp. 296-298; M. Casella, L'Azione cattolica nell'Italia contemporanea, Roma 1992, pp. 219, 228 s., 534; Archivio di carte scomparse e dimenticate, VI (1992), 32 (numero monografico dedicato allo J.); A. Iodice, Il partito di De Gasperi a Napoli. Gli anni della fondazione, Napoli 1996, pp. 6, 11 s., 16, 21, 23, 29 ss., 77 s., 81 ss., 141, 162; M.C. Giuntella, La FUCI tra modernismo, Partito popolare e fascismo, Roma 2000, ad ind.; Diz. stor. del movimento cattolico. Aggiornamento 1980-1995, a cura di F. Traniello - G. Campanini, Genova 1997, s.v. (ma errata la data di morte).

Vedi anche
Mattarèlla, Bernardo Mattarèlla, Bernardo. - Uomo politico italiano (Castellammare del Golfo 1905 - Palermo 1970). Già esponente popolare e tra i fondatori della DC in Sicilia, fu consultore nazionale, deputato alla Costituente e in tutte le legislature. Ministro della Marina mercantile (1953), dei Trasporti (1953-55), del ... Giardina, Camillo Storico italiano del diritto (Pavia 1907 - Roma 1985); prof. univ. dal 1937, ha insegnato storia del diritto italiano a Palermo. Senatore della repubblica (1948-68), è stato ministro dell'Igiene e Sanità nei gabinetti Segni, Tambroni e Fanfani dal febbraio 1959 al febbraio 1962. Tra le opere: L'istituto ... Ségni, Antonio Ségni, Antonio. - Giurista e uomo politico (Sassari 1891 - Roma 1972). Consigliere nazionale del Partito popolare, interruppe l'attività politica durante il fascismo. Tra gli organizzatori della DC in Sardegna dal 1943, nel 1946 fu eletto alla Costituente. Deputato (1948-62), fu più volte ministro e ... Mancini, Giacomo Uomo politico italiano (Cosenza 1916 - ivi 2002), figlio di Pietro. Deputato per il PSI (1948-92), è stato ministro della Sanità (dic. 1963 - luglio 1964), dei Lavori pubblici (luglio 1964 - giugno 1968; dic. 1968 - ag. 1969) e per gli Interventi straordinarî nel Mezzogiorno (1974). Segretario politico ...
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    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    Uomo polittco, nato a Napoli il 2 settembre 1890. Iscritto al Partito popolare dalla fondazione, presidente generale della Gioventù cattolica italiana, è stato tra i primi dirigenti della Democrazia cristiana. Sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel gabinetto Badoglio a Salerno, poi ai Trasporti ...
Vocabolario
àngelo
angelo àngelo (o àngiolo; ant. àgnolo) s. m. [lat. tardo angĕlus, dal gr. ἄγγελος «messaggero, angelo», usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico mal’āk «messaggero, ministro»]. – 1. Nelle credenze religiose...
fiór d’àngelo
fior d'angelo fiór d’àngelo locuz. usata come s. m. – Arbusto della famiglia sassifragacee (Philadelphus coronarius), con fiori numerosi, bianchi, profumati, in racemi brevi; originario dell’Asia occid., è molto coltivato nei giardini delle...
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