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ANNIBALDI, Annibaldo

di Daniel Waley - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANNIBALDI, Annibaldo

Daniel Waley

Figlio di Trasmondo e imparentato con i signori di Ceccano, nacque probabilmente tra il 1220 ed il 1230 ed ebbe lo status di proconsul romano. Il primo ufficio importante da lui ricoperto fu quello di rettore, per conto del papa Alessandro IV, suo zio, della Marca d'Ancona: la lettera pontificia, che dava notizia dell'incarico (6 maggio 1256), precisava anche che, a causa di malattie e altri impedimenti, l'A. non avrebbe ricoperto subito l'uffìcio, ma avrebbe governato per mezzo di suo cugino, il nobile romano Oddecino. L'incarico costituiva una novità ed era anche un'innovazione interessante nella prassi del nepotismo: dalla morte di Innocenzo III (1216) nessun parente laico del papa aveva ricoperto la carica di rettore di una provincia pontificia.

Nell'agosto 1256 l'A. raggiunse la Marca: molti documenti ci attestano la sua attività nel corso dei tre anni successivi. Egli dovette fronteggiare sudditi piuttosto riottosi, poiché le città della Marca non erano mai state ridotte effettivamente all'obbedienza verso il governo papale. Nella primavera del 1258, Fermo, con l'appoggio di San Ginesio, si ribellò apertamente e la situazione divenne ancor più critica per l'Annibaldi nell'estate, allorché Manfredi invase la Marca e tentò di guadagnare alla sua causa le città della stessa provincia. Fermo e Iesi si schierarono dalla parte del vicario di Manfredi, Percivalle Doria sin dall'ottobre 1258 e molte altre città nell'anno successivo seguirono l'esempio.

L'A. ottenne successi molto modesti nel fronteggiare queste avversità. Con spirito realistico richiese poco ai suoi sudditi: nell'agosto 1256 raggiunse (vanamente) con Iesi un accordo umiliante, in base al quale la città gli offriva assistenza militare per il periodo del suo rettorato, pur essendo questo un obbligo normale per le città dello stato pontificio, che non richiedeva la sanzione di un trattato. Il mese seguente emetteva un editto di perdono a favore di molti ribelli della Marca, facendo loro promesse certe, apparentemente senza nulla ricevere. Sette città e tredici famiglie feudali sono menzionate come beneficiarie di questo provvedimento di amnistia, che venne emesso "habito consilio sapientium nostrorum", una formula curiosa, dato che i rettori papali non erano affiancati da nessun corpo di consiglieri. L'A. nominò un altro vicario nella Marca, il romano Matteo de sancto Alberto. Ciò avveniva probabilmente nel dicembre 1259, la data più probabile del trasferimento dell'A. dalla Marca al senatorato di Roma. Egli tenne questo ufficio con Giovanni Savelli; insieme ricoprivano la carica il 3 apr. 1260, ma l'avevano lasciata alla Pasqua del 1261. Poche testimonianze rimangono della amministrazione di questa carica da parte dell'Annibaldi.

Negli anni successivi egli fu probabilmente tra gli Annibaldi che si opposero a Clemente IV e a Carlo d'Angiò; una lettera di Clemente a un rettore della Marca successivo induce a credere che l'A. possa aver intrapreso trattative per ricevere da quella provincia del denaro relativo al suo rettorato. Nel 1280, infatti, un curioso accordo gli faceva guadagnare 100 fiorini da parte di Fabriano, come soddisfazione di esazioni, per multa, contro quella città, ammontanti a 21.000 libbre e 17.000 once d'oro. Probabilmente fu tra coloro che si opposero agli Orsini durante il pontificato di Niccolò III; fece parte dell'amministrazione di Roma nel 1282 e fu podestà di Viterbo nel 1284. L'A. fu senatore di Roma per una seconda volta, insieme con Pandolfo Savelli, fratello di Onorio IV. Era in carica il 4 ag. 1284; lo era ancora il 21 maggio 1285 (ma non lo era più il 10 luglio di quell'anno). Ancora vivo il 27 sett. 1290, è menzionato da una lettera papale tra quegli Annibaldi che minacciavano l'indipendenza di Terracina. Non è conosciuta la data della sua morte: in una lettera del maggio 1304 egli è ricordato come già deceduto.

Fonti e Bibl.: E. Martène-U. Durand, Novus Thesaurus Anecdotorum, II, Paris 1717, coll. 134, 345; A. Gianandrea, Carte Diplomatiche Iesine, Ancona 1884, docc. CLX-CLXII; P. Compagnoni, La Reggia Picena, Macerata 1661, pp. 121-1251; G. Colucci, Antichità Picene, XIX, Fermo 1793, docc. XXX, XXXII, XXXV; XXIX ibid. 1796,doc. LII; A. Zonghi, Carte Diplomatiche Fabrianesi, Ancona 1872, doc. CCXXVIII; P. M. Amiani, Memorie istoriche della città di Fano, II, Fano 1751, pp. LIII s., LVI; C. Accquacotta, Memorie di Matelica, Ancona 1838, docc. 45, 50; J. Pflugk-Harttung, Iter Italicum, Stuttgart 1883, pp. 614, 619; Saba Malaspina, Rerum Sicularum Historiae, in G. Del Re, Cronisti e scrittori napoletani, II, Napoli 1868, pp. 223 s.; F. Tenckhoff, Papst Alexander IV., Paderborn 1907, pp. 85-87, 108, 111, 116; E. Jordan, Les origines de la domination angevine en Italie, Paris 1909, pp. 257 s., 263, 313; A. Salimei, Senatori e Statuti di Roma nel Medio Evo, Roma 1935, pp. 79, 86 s.; E. Dupré-Theseider, Roma dal Comune di popolo..., Bologna 1952, pp. 218, 224, 229, 269; D. Waley, The Papal State in the Thirteenth Century, London 1961, pp. 158 s.,315.

Vedi anche
Riccardo Annibaldi della Molara (detto anche Riccardo della Molara). - Ecclesiastico (m. Roma 1276), è la figura più insigne della grande casata romana; consanguineo dei due papi della famiglia Conti, Gregorio IX, che lo creò cardinale (1237), e Alessandro IV, che ne accrebbe le fortune, fu rettore della Campagna e Marittima (1240 ... Gregòrio X papa Gregòrio X papa. - Tebaldo Visconti (Piacenza 1210 - Arezzo 1276); eletto papa nel sett. 1271 dopo quasi tre anni di sede vacante dalla morte di Clemente IV (1268), convocò il Concilio (1274) detto di Lione (XIV ecumenico), con l'obiettivo di organizzare una crociata, unificare le Chiese di Oriente e ... Enrico III re d'Inghilterra Enrico III re d'Inghilterra. - Primogenito (Winchester 1207 - Londra 1272) di re Giovanni e di Isabella di Angoulême. Salì sul trono alla morte del padre (1216). In politica estera tentò senza successo la conquista di terre francesi e sostenne le imprese politiche del papato, con scarsi risultati; all'interno ... Clemènte IV papa Clemènte IV papa. - Gui Faucoi (Guido Fulcodii: n. Saint-Gilles, Nîmes, inizio sec. 13º - m. Viterbo 29 novembre 1268); avvocato, presi gli ordini sacri dopo la morte della moglie, divenne vescovo di Le Puy (1257), arcivescovo di Narbona (1259), cardinale (1261). Eletto pontefice il 5 febbraio 1265, ...
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    Teologo domenicano (Roma tra il 1220 e il 1230 - Orvieto 1272), nipote del card. Riccardo, fu, a Parigi, discepolo di s. Tommaso, cui successe per qualche tempo nell'insegnamento (1259); tornato a Roma, nel 1262 fu creato cardinale; s. Tommaso gli dedicò la Catena aurea in Marci Evang.; è autore di ...
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