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audienza

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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audienza (anche udienza in vecchie edizioni)

Lucia Onder

In senso proprio per " ascolto " compare in Vn XIV 10 e propuosile di dire [parole] desiderando che venissero per avventura ne la sua audienza; in Cv II III 1 è da sapere chi e quanti sono costoro che son chiamati a l'audienza mia, cioè " ad ascoltare me ". Più specificamente per " l'attenzione accordata a chi parla ", in Cv II VI 6 a la preghiera fatta de l'audienza, dove D. si riferisce all'invito rivolto agli angeli del terzo cerchio : udite il ragionar ch'è nel mio core (II Voi che 'ntendendo 2); e per " il modo con cui si ascolta ", in Pd XL 134 la tua audienza è stata attenta.

In senso proprio il termine è usato anche in Cv II VI 6 lo dicitore massimamente dee intendere a la persuasione, cioè a l'abbellire, de l'audienza, cioè a render piacevole, gradevole l'ascolto; il Tommaseo-Bellini, seguito da Scartazzini (Enciclopedia), interpretava invece abbellire come ‛ appagare ' e dava quindi ad a. il significato estensivo di " uditorio ", " moltitudine di ascoltatori ".

Quest'ultimo valore il termine dovrebbe avere anche in Fiore LXXXVII 9 Or sì vo' che ci dichi in audienza [" di fronte a tutti ", " pubblicamente "] / ... il luogo dove tu fai residenza.

Vocabolario
audiènza
audienza audiènza s. f. – Variante ant. di udienza, anche col sign. generico di ascolto, atto e capacità di udire: se le mie parole non son fioche, Se la tua audïenza è stata attenta (Dante).
onniaudiènza
onniaudienza onniaudiènza s. f. [comp. di onni- e audienza]. – In alcune religioni antiche o primitive, attributo di alcune divinità, generalm. associato e complementare a quello dell’onniveggenza, e consistente in una capacità eccezionale...
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