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BARTOLOMEO Scriba

di Geo Pistarino - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARTOLOMEO Scriba

Geo Pistarino

La data di nascita di B. può collocarsi nell'ultimo decennio del secolo XII. Genovese, era probabilmente figlio di un Giovanni Clerico "de mercato Sancti Georgii" che viene ricordato in un documento del 122 1.

B. è noto per la prima volta, già come notaio, nel dicembre del 1216. Esercitò l'ufficio e, insieme, la professione di maestro di scuola a Genova, presso la chiesa di S. Lorenzo. Nel 1222 prese in moglie una certa Montanaria, che gli portò una dote cospicua. Tra il 1222 ed il 1236 compare in numerosi atti privati, sia nella sua qualità di notaio rogante, sia come teste in rogiti di fiducia, sia come privato imprenditore in affari commerciali con impiego di capitali in società ed in mutui.

Rimasto vacante, nell'aprile del 1225, il posto di scriba ufficiale del Comune per la marte dell'annalista Marchisio, maestro B. fu assunto a quell'ufficio il 14 agosto seguente. Da allorafino al 1238 intervenne in numerosi atti pubblici del Comune. Nel 1227, al campo sotto Savona, rogò le convenzioni stipulate tra Genova e il marchese Enrico del Carretto; poi fu presente agli atti di sottomissione compiuti da Guglielmo de Mari e dai suoi aderenti dopo la fallita ribellione, che è largamente descritta dallo stesso B. negli Annales Ianuenses.Nel febbraio 1229 stipulò le convenzioni tra Genova e i signori da Passano; nell'aprile successivo rogò il trattato tra Genova e i signori di Tolone e di Hyères; nel maggio stese i patti tra Genova e Marsiglia. Nel 1231 fu segretario della legazione genovese alla dieta di Ravenna, convocata da Federico II. Nel giugno del 1232 rogò a Genova le convenzioni tra il Comune e i signori di Saint-Gilles. Nel maggio del 1233 accompagnò a Venezia l'ambasceria genovese incaricata, a quanto pare, di confermare il trattato di pace concluso l'anno precedente. Infine, il 14 ott. 1238 redasse in Genova l'atto di procura ai due ambasciatori, Guglielmo Embriaco e Pietro Vento, che il 30 novembre successivo stipularono in Roma il noto trattato di alleanza tra Genova e Venezia.

Dopo il 1238 di maestro B. si perdono le tracce. Non è forse senza significato il fatto che la sua scomparsa dalla scena genovese coincide con quel radicale cambiamento nella condotta politica del Comune che finì per determinare l'adesione di quest'ultimo alla parte guelfa, il suo ingresso nella Lega lombarda e la partecipazione alla guerra contro Federico II.

Se si conosce con sufficiente sicurezza la data d'inizio degli Annales Ianuenses che sono dovuti a B., non si posseggono elementi precisi sulla loro data finale né sulla parte effettiva che egli ebbe nella loro stesura. A B. si èattribuito dapprima Tertz) tutto il periodo che va dal 1225 al 1248. 1 più recenti orientamenti storiografici (Imperiale di Sant'Angelo) propendono invece ad assegnargli soltanto il racconto compreso tra il 1225 ed il 1238, per di più con l'intrusione di qualche altra mano, che potrebbe anche essere quella di Ursone da Sestri, oppure con la presenza di passi dovuti all'opera collettiva della cancelleria comunale. Gli A?males rivelano infatti notevoli disuguaglianze di stesura, soprattutto per il contrasto tra la prima parte, dal 1225 al 1230, condotta con ordine, chiarezza e buona informazione, il successivo racconto per gli anni 1231 e 1232, meno accurato e in qualche punto confuso, e la parte dal 1233 al 1238, la quale si presenta addirittura come un seguito di notazioni :succinte, anche se precise e iniparziali: ciò che ha fatto pensare appunto, per quest'ultimo periodo, alla riproduzione di una semplice trama di mano anomina, rimasta priva di rielaborazione e di revisione da parte dell'annalista.

Comunque, gli Annales dovuti a B. coprono, con la loro rude forma latina, un momento di particolare importanza per la storia di Genova e per i suoi rapporti con la storia d'Italia, della Chiesa e del papato, intorno al tema centrale dei grande conflitto suscitato da Federico II.

Bibl.: Ed. degli Annales, a cura di G. H. Pertz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XVIII,Hannoverae 1863, pp. 156-225; Annali genovesi di Caffaro e de' suoi continuatori, III, a cura di C. Imperiale di Sant'Angelo, Roma 1923, in Fonti. Per la storia d'Italia, XIII; cfr. G. Lisio, La storiografia,Milano s.d. [ma 1910], pp. 225 S.

Vedi anche
Ghibellini Sostenitori della fazione tedesca capeggiata dagli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome) e duchi di Svevia, in contrapposizione ai Guelfi. ambasciatore Massimo grado degli agenti diplomatici, che rappresenta il governo del suo paese presso un altro Stato (➔ agente). Conferenza degli a. Commissione costituita a Parigi nel 1919 dagli ambasciatore in Francia d’Inghilterra, Italia e Giappone sotto la presidenza del ministro degli Esteri francese, per l’interpretazione ... marchése marchése Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca. In età carolingia e nel corso del Medioevo il termine marchese equivalse al margravio del mondo germanico. A partire dall'11° sec., la figura del marchese assunse un'autonomia che portò alla costituzione di signorie territoriali ... Federico II imperatore Figlio (Iesi 1194 - Castel Fiorentino, presso San Severo, Puglia, 1250) dell'imperatore Enrico VI e di Costanza d'Altavilla, fu posto, dopo la morte del padre e poi della madre, nel 1198, in seguito alle disposizioni testamentarie di quest'ultima, sotto la tutela di papa Innocenzo III. Incoronato re ...
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scriba s. m. [dal lat. scriba, der. di scribĕre «scrivere»] (pl. -i). – 1. a. letter. ant. Scrivano, amanuense; talvolta, trascrittore: Ché a sé torce tutta la mia cura Quella materia ond’io son fatto s. (Dante). b. Nell’uso attuale, in...
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usus scribendi locuz. lat. (propr. «modo di scrivere»), usata in ital. come s. m. – In filologia, il complesso delle abitudini linguistiche, grammaticali e stilistiche, peculiari di uno scrittore, di una scuola o anche di un’epoca: l’usus...
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