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BAY

di Irena Malinowska - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BAY (Bai, Baia, Baÿ, Baÿa, Baj)

Irena Malinowska

Famiglia di lapicidi e architetti italiani documentati a Varsavia dal 1655.

Carlo nacque probabilmente a Varsavia alla fine del sec. XVII; architetto, è il più importante della famiglia. La data di nascita 1696, ripresa dall'atto di morte, deve essere inesatta, dato che nel 1709-10 lavorava alla ricostruzione del palazzo del maresciallo Agniszech a Varsavia. Nel 1714-16, insieme con l'architetto polacco K. Baianka, lavorò alla trasformazione del palazzo dell'etmano A.. Sierúawski a Varsavia alla quale prese parte anche un altro membro della famiglia, Antonio.

Dopo la morte dell'etmano il B. fu al servizio della vedova e nel 1722 collaborava alla sistemazione dei magazzini per il grano, pozzi, ecc., dell'antica residenza del re Giovanni Sobieski a Wilanów, che era stata acquistata dalla vedova Sieniawska. La stessa fondò nel 1727 a Varsavia la chiesa delle visitandine, che fece progettare al B., il quale si occupò anche dei lavori, che però furono interrotti nel 1734 e ripresi venti anni dopo da E. Schröger. Questa chiesa è l'unica opera del B. conservataci, e nonostante alcune modifiche e la decorazione rococò, ci permette di constatare l'ingegtio del B., che rivela analogie con il barocco romano ed ha esercitato un certo influsso sull'architettura sacra in PoIonia.

Non si conoscono i lavori del B. per la residenza a Varsavia di J. Kl. Branicki (1730 circa).

Il B. si occupò anche di opere di carattere più decorativo, come l'altar maggiore della chiesa degli agostiniani a Varsavia (1737), e, sempre in questa città, fu richiesto come esperto e consigliere per la ricostruzione del palazzo Zamoyski (1719 circa), attualmente Istituto e Museo F. Chopin, e per la trasformazione degli Intemi del palazzo de Radziwiłł.

Nobilitato verso il 1735, il B. morì nel 1740: il 25 luglio fu sepolto nella chiesa dei cappuccini a Varsavia.

Antonio, definito nei documenti "architectus Italus", Racque nel 1678 ed è autore (1704-1708) del portale del castello di Morsztyn a Kościelniki (Cracovia); al servizio (1713-15) dell'etmanoAdamo Sieniawski, partecipò alla trasformazione del palazzo di Varsavia curando le riquadrature in pietra dei portali e delle finestre. Morì a Varsavia il 15 marzo 1721 e fu sepolto nella cattedrale.

Giovanni, probabilmente figlio di Antonio, nipote di Carlo e suo erede, nacque nel 1705. Anch'egli architetto, probabilmente allievo di Carlo, la sua opera è poco conosciuta. Tra il 1721 e il 1729 costruì la chiesa dei cappuccini a Lublino e prima del 1748 un palazzo a Varsavia per il vescovo A. S. Dębowski (distrutto). Ci è conservato (Gabinetto delle stampe dell'università di Varsavia) un suo progetto per l'altare della chiesa dei cappuccini a Rozwadów (1742 circa). Sposò Caterina de Mozelin e mori il 25 luglio 1749.

Un altro Antonio è documentato a Kunów (1768-1798), località dove si trovavano cave di pietre: da ciò si può supporre che potesse essere tanto scultore quanto semplice tagliatore. Anch'egli è indicato come "Italus" e il fatto prova, insieme con le lettere di Carlo e di Giovanni scritte in italiano, l'attaccamento di questa famiglia alla patria di origine.

Fonti e Bibl.: Varsavia, Archiwum Głowne Akt Dawnych [AGAD] (Arch. centrale degli atti antichi), Akti Ekonomiczne, Kontrybucje szwedzkie (Atti Economici, balzelli svedesi), nn. 846r (1655 556), 839 r (1705); ibid., Sigillata, 18, k. 81; 25, k. 4 v; ibid., Archiwum Radziwiłłow, Dz, V, t. 72; t. 209; Ibid., Archiwum Rosskie, II, 107; Varsavia, Księgi stanu cywilnego parafii św. Jana (Libro dello stato civile nella parrocchia di S. Giovanni); Varsavia, Biblioteka, Narodowa (Bibl. Naz.), ms. 4904; Cracovia, Archiwum Czartoryskich, mss. Ew-502, 5872, 7561; Wroclaw, Archiwum Ossolineum, ms. 2688; Varsavia, Università degli Studi, Ist. di storia, dell'arte, A. Berdecka, Palac Mniszchów w Warszawie (Il palazzo di Mniszecli a Varsavia), ms.; J. Glinka, Korespondencja J. Kl. Branickiego, v. Indice, ms. (propr. dell'autore); Varsavia, Ministero della cultura e dell'arte, Centro di documentazione, E. Łopaciński, Wypisy archiwalne w Zarza̢dzie Muzeów i Ochrony Zabytków w Warszawie (Scelta archivistica nelle Sopraintendenze per i Musei e conservazione dei monumenti a Varsavia), ms.; ibid., E. Zyłko, Kośół i klasztor Wizytek w Warszawie (Chiesa e convento delle visitandine a Varsavia), ms.; J. Załęski, Jezuici w Polsce,Igesuiti in Polonia, Lwów 1904, p. 1352; J. C. R. Kraszewska, Materialy do historii budowy kościoła Wizytek (Materialeper la storia della costruzione della chiesa delle visitandine), in Biuletyn Historii Sztuki (Bollett. d. storia dell'arte), V (1937), pp. 313-340; W. Tatarkiewicz, Warszawska rzeźbakościelna z poł. XVIII w. (La scultura religiosa a Varsavia a metà dei sec. XVIII), in Dawna Sztuka (L'arte del passato), I, Lwów 1938, pp. 2 s.; Katalog zabytków sztuki w Polsce (Catal. dei monumenti d'arte in Polonia), J. Lepiarczyk, Powiat krakowski (Comune di Cracovia), Warszawa 1953, pp. 155-156; St. Łoza, Architekci i budowniczowie w Polsce (Architetti e costruttori in Polonia), Warszawa 1954, p. 23; O. Zagórowski, Kacper Bażanka, in Biuletyn Historii Sztuki, XVIII(1956), pp. 88 s.; P. Bohdziewicz, Barokowe pałace Sieniawskich w Warszawie i Puławach(I palazzi barocchi dei Sieniawski a Varsavia e a Puławy), ibid., XIX(1957), n. 2, p. 195; I. Malinowska, Nieznana umowa obudowękościoła Wizytek w Warszawie (Contratto ignoto o sconosciuto sulla costruzione della chiesa delle visitandine a Varsavia), ibid., XXI (1959), pp. 370-376;.St. Lorentz, Architekt PP. Wizytek z lat 1754-62 (L'architettura delle visitandine negli anni 1754-62), ibid., pp. 376-383; T. Jaroszewski, J. Kowalczyk, Kilka uwag o grupie pṝźnobarokowychkoṡciołow w Polsce (Alcune osservazioni sulle chiese del tardo barocco in Polonia), ibid., pp. 384-390; J. Lejpiarczyk, Kilka uwag o kościele Wizytek w Warszawie (Alcune osservazioni sulla chiesa delle visitandine a Varsavia), ibid., pp. 390-392; T. Jaroszewski, J. Kowalczyk, Niezrealizowany projekt przebudowy pałacu Ordynackiego na Tamce w Warszawie (Progetto non realizzato per la trasformazione del palazzo dei duchi Ostrogski in Tamka a Varsavia), in Kwartalnik Urbanistyki i Architektury (Trimestrale di urbanistica e architettura), IV ( 1959), p. 82; J. Kowalczyk, Architekci Zamoyskich w XVIIIw. (Gli architetti dei Zamoyski nel sec. XVIII), ibid., p. 212; W. Fijałkowski, Wilanów, Warszawa 1962, pp. 19-20; Polski Sùownik Biograficzny (Encicl. Biogr. Pol.), VII, p. 60.

Vedi anche
rococò rococò arte Stile architettonico e decorativo, sorto in Francia verso il 1700 e in seguito diffuso in Europa (ca. 1715-60). Rappresenta una fase evolutiva del barocco, in cui l’imponente plasticismo architettonico viene superato nell’aspetto decorativo, caratterizzato da leggerezza compositiva e luminosità ... Cracovia (pol. Kraków) Città della Polonia meridionale (756.441 ab. nel 2008), capoluogo del voivodato di Małopolskie (15.190 km2 con 3.282.378 ab. nel 2008), posta a 214 m s.l.m. sulle due rive della Vistola. Situata all’incrocio di due antichissime strade (Mar Nero-Europa occidentale e Adriatico-Baltico), ... barocco Termine usato per designare, criticamente e cronologicamente, una produzione artistica e architettonica sviluppatasi in Italia e nel resto d’Europa nel corso del sec. 17°. arte e architettura Dalla fine del Seicento, l’aggettivo francese baroque, tratto dal portoghese barroco (irregolare, riferito alla ... castello architettura Presso i Romani il castellum era un’opera di fortificazione, generalmente di minore entità rispetto al castrum, lungo i confini dell’Impero. I castello erano temporanei o permanenti: i primi erano semplici ridotte, di forma circolare o quadrangolare, spesso senza baraccamenti per le truppe; ...
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Vocabolario
bay-window
bay-window ‹bèi u̯ìndou› s. ingl. (propr. «finestra a balcone»; pl. bay-windows ‹bèi u̯ìndou∫›), usato in ital. al masch. – Tipo di balcone, sinon. di bow-window.
bay-rum
bay-rum ‹bèi rḁm› s. ingl., usato in ital. al masch. (e talvolta adattato in bàirum). – Prodotto ottenuto distillando foglie di una pianta del Messico (Pimenta acris), usato come aromatico in profumeria e in cosmetica.
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