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CURTI, Bernardino

di Adalgisa Lugli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)
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CURTI, Bernardino

Adalgisa Lugli

Figlio di Genesio, nacque a Reggio Emilia il 5 dic. 1611. La sua attività prevalente consistette nel riprodurre, mediante l'incisione, opere di artisti emiliani e in particolare dipinti collocati in chiese e collezioni private di Reggio Emilia.

Per una di queste collezioni, probabilmente la più importante, quella del vescovo Paolo Coccapani, il C. lavorò per diversi anni, riproducendo numerosi dipinti al bulino e all'acquaforte.

Le stampe furono poi raccolte in un volume, dedicato al Coccapani, dal titolo Esemplari di pittura. Con ogni probabilità il frontespizio allegorico con La Pittura intenta a dipingere lo stemma dell'arcivescovo marchese Coccapani, della Pinacoteca nazionale di Bologna (inv. C. 246), appartiene a questa raccolta. Il bulino è firmato dal C. e da Vittorio Serena con l'invenit del Guercino. Di questa attività per il vescovo reggiano restano inoltre alcuni fogli sciolti: una Venere nella fucina di Vulcano da Annibale Carracci, firmata per esteso e datata 1643, con dedica a Carlo Calcaneo; l'Ecce Agnus Dei dal Guercino, dello stesso anno, dedicato all'abate Alfonso Coccapani, con l'arma del vescovo e, più in basso, le parole "Ex Musaeo Ill.mi et R.mi March. Pauli Coccapani Episcopi Regii et Princ.", e uno Sposalizio di s. Caterina da Calvaert.

Dal Guercino il C. aveva inciso nel 1642 una Madonna con Bambino e s. Giovannino, firmata e datata, mentre gli sono dubitativamente assegnati alcuni fogli con studi di visi, occhi, nasi e busti, sempre derivati dall'artista centese e appartenenti alla collezione Lambertini Oggi nella Pinacoteca di Bologna. Le stampe non sono firmate né per esteso né col monogramma "BC" che il Bruillot (1832) ritrova in una Sacra Famiglia da Agostino Carracci con dedica al Coccapani e in un ritratto del Correggio. In quasi tutti i casi si tratta di copie da O. Gatti e gli elementi di stile fanno pensare ad un guercinesco di più stretta osservanza di quanto non sia il Curti. Egli testimoniò, attraverso l'incisione, altri importanti avvenimenti artistici della sua città, come la collocazione del dipinto di Guido Reni nella chiesa di S. Prospero a Reggio, commissionato dall'arte dei calzolai e raffigurante la Beata Vergine con s. Paoloeremita e i ss. Crispino e Crispiniano: il C. ne fece un'incisione su rame. Il dipinto del Reni sarà poi tolto dalla chiesa per ordine del duca Alfonso IV e fatto portare nella Galleria Estense, dalla quale emigrerà a Dresda nel Settecento. La stessa sorte toccò all'Elemosina di s. Rocco di Annibale Carracci che si trovava presso la Confraternita di S. Rocco. L'importante dipinto destinato ad avere una rilevante influenza sui pittori del ducato estense nel corso del Seicento, fu anch'esso riprodotto dal C. in una stampa firmata anche da Giuseppe Camerata. Ancora da ricordare un Bacco con tre putti dal Parmigianino (stampa firmata e datata 1644) e un Angelo custode dal perduto dipinto del Tiarini, eseguito nel 1653 per l'Oratorio della famiglia Affarosi a Monte Caulo.

Altro importante aspetto dell'attivita del C. dovette essere la ritrattistica legata alla corte. In una supplica dei figli del C., Antonio e Sebastiano, rinvenuta dal Campori (1881) nell'Arch. Estense, si afferma che il C. "intagliò tutti i ritratti della Serenissima Casa e dello Stato di Comacchio". Il Campori ricorda anche una rarissima stampa allegorica del C. con due figure e due putti, che sorreggono una corona, sotto la quale è la scritta "La felicità aritmetica. Auspicij nella celebrazione della nascita del Ser.mo Prencipe Francesco Duca di Modena e Reggio". La tavola faceva parte di un opuscolo augurale di sei carte dal titolo Saecularia Auspicia di C. Sabellio Fatidio, stampato a Modena nella tipografia di Andrea Cassiani nel 1654, in occasione delle nozze di Francesco I con Lucrezia Barberini. È autore di un ritratto di Lelio Orsi e di una stampa da un dipinto di Luca Ferrari: Un soldato presenta a Tomiri la testadi Ciro (1649, secondo stato). Di sua mano sono le Tavoleesplicative per il giornale eterno o calendario perpetuo di Cherubino Ranzani, tre lastre incise per illustrare l'orologio che il Ranzani aveva realizzato per la Madonna della Ghiara (1642).

Al C. furono erroneamente attribuiti i rami che illustrano il Catalogo de' vescovi modenesi di Lodovico Vedriani. In realtà, della raccolta, il solo Ritratto del serenissimo principe Rinaldo d'Este è firmato dal C. con la data 1669. Tutti gli altri, a parte i tre con le firme di Lorenzo Tinti e Bartolomeo Fenis, sono anonimi.

Il C. morì a Reggio Emilia il 16 apr. 1679 (Tiraboschi, 1786).

SebastianoNicola, figlio del C., nacque a Reggio Emilia il 12 sett. 1655. Con ogni probabilità fu avviato dal padre al lavoro di disegnatore e incisore, che esercitò per una produzione decisamente minore, a soggetto quasi esclusivamente religioso-devozionale. Al suo protettore reggiano, Gerolamo Ancino, dedicò la prima incisione datata, la Madonna dei sette dolori (1677). Altre stampe religiose a grande diffusione e a carattere popolare sono la Madonna delle grazie di Mantova, con veduta della città sullo sfondo, dedicata ad Antonio.Gonzaga di Guastalla e la Veduta di Reggio con la Madonna della Ghiara e i santi patroni. Si firmò di solito con "Curti fecit". Fu autore di antiporte di opere a stampa reggiane e parmensi.

Morì nel 1715, a Reggio Emilia (Bolaffi).

Bibl.: G. Tiraboschi, Notizie dei pittori... modenesi, Modena 1786, pp. 191 s.; F. Bruillot, Dictionn. des monogrammes, marques figurées, lettres initiales, noms abrégés, Munich 1832, p. 100; C. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, Paris 1854, I, p. 77; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 23, 55, 110, 128, 158, 312, 402, 462; Id., Gliintagliatori di stampe e gli Estensi, in Atti e mem. d. RR. Deputaz. di st. Patria per le prov. dell'Emilia, n. s., VIII (1881), p. 77; A. Davoli, L'incisione reggiana dal '400... (catal.), Reggio Emilia 1961, pp. 42-50 (per Bernardino), 51-53 (per Sebastiano); G. Gaeta Bertelà-S. Ferrara, Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVII, Bologna 1973. schede 480-495; E. Davoli, Le racc. di stampe dei Civici Musei. Stampe di autore e di interesse reggiano, Reggio Emilia 1983, pp. 17-19; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 212; Diz. encicl. Bolaffi, IV, Torino 1973, pp. 96 (per Bernardino), 97 (per Sebastiano).

Vedi anche
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