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BETH SHEAN

di A. Ovadiah - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)
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BETH SHEAN

A. Ovadiah

Importante città della Palestina situata nella valle omonima, posta tra quelle di Jezreel e del Giordano; chiamata Nysa-Scythopolis in epoca ellenistica, romana e protobizantina, con la conquista araba del 636 riprese l'antico nome di B. nella forma Baysān. Il sito di B. si articola in una collina (tell), identificata con Tell al-Ḥusn, e nella città bassa, che si sviluppò - particolarmente in epoca ellenistica, romana e protobizantina - verso S ai piedi dell'altura.Scavi archeologici, concentrati particolarmente sulla collina, furono condotti dal 1921 al 1933 per conto dell'Univ. Mus., Univ. of Pennsylvania di Filadelfia. A partire dal 1950 i siti antichi di B. e dei dintorni furono oggetto di indagini per conto del Dep. of Antiquities and Mus. di Gerusalemme. Scavi sistematici furono ripresi tra il 1960 e il 1963 nel teatro romano per conto della Nat. Parks Authority e del Dep. of Antiquities and Mus. di Gerusalemme e nuovamente nel 1986, su larga scala, per conto della Antiquities Authority e della Hebrew Univ. di Gerusalemme. Da tali indagini risulta che il sito di B. fu oggetto di un'occupazione lunga e ininterrotta dal Neolitico al periodo arabo e crociato. Le fonti letterarie dell'epoca protobizantina descrivono B. come un'attiva e fiorente città cristiana, ricca di chiese e monasteri.Nel corso di questo periodo furono eretti a B. molti complessi architettonici, alcuni dei quali sono stati riportati alla luce nel corso delle indagini archeologiche. Tra essi si segnala una chiesa a pianta circolare, databile al sec. 5°, pavimentata con mosaici a motivi decorativi policromi.Il monastero della Kyria Maria, così chiamato sulla base di un'iscrizione ivi scoperta, fu eretto probabilmente nel corso del secondo o terzo quarto del sec. 6°, come attestano iscrizioni greche. L'interno era decorato da raffinati mosaici pavimentali, tra i quali le raffigurazioni dei Lavori dei mesi disposte intorno alle figure della Luna e del Sole, nonché scene di genere, tra le quali la vendemmia ed episodi di caccia.Una sinagoga a pianta basilicale, posta a N della cinta urbana bizantina, presenta mosaici pavimentali con la raffigurazione dell'Arca della Tōrāh insieme con mĕnōrōt e motivi ebraici (shōfārōt, corni rituali, e makhtōt, palette per l'incenso). La sinagoga è datata alla fine del sec. 4° o agli inizi del 5° e fu distrutta tra il 626 e il 640. Una delle iscrizioni greche menziona il lavoro di due artigiani locali, Marianos e suo figlio Aninas: gli stessi nomi di artigiani compaiono nella sinagoga di Beth Alpha; rimane aperto il problema se si tratti degli stessi personaggi o di esponenti di generazioni successive della stessa famiglia cui erano stati tramandati sia il nome sia la professione.Il complesso di Kyrios Leontis è composto dalla casa dello stesso Kyrios Leontis (o Leontius), da una sinagoga e da due cortili. La casa risale al sec. 5°; una delle stanze fu decorata con un mosaico pavimentale diviso in tre pannelli: il superiore raffigura Ulisse e le sirene, quello intermedio colombe decorate con nastri intorno a un medaglione con un'iscrizione greca, l'inferiore scene nilotiche e la raffigurazione della città di Alessandria. Due iscrizioni greche inserite nel tappeto musivo riportano il nome del proprietario della casa. La sinagoga, datata alla seconda metà del sec. 6°, è costituita da un ambiente pressoché quadrato; motivi geometrici, piante, uccelli, animali, nature morte e motivi ebraici (mĕnōrāh, etrōg e makhtāh) costituiscono la decorazione del mosaico pavimentale.Il monastero Imhoff è stato riportato alla luce solo parzialmente (sono stati scavati sette ambienti) e assegnato ai secc. 5°-6°; esso è composto da quartieri d'abitazione, da un bagno pubblico, da una sala con un lato aperto su di un portico, pavimentata con un mosaico a motivi geometrici, floreali e figurati. Una casa patrizia di epoca protobizantina, composta di ventidue ambienti, è stata scoperta sul sito del monastero Imhoff. A N-O del teatro romano è stato portato alla luce un edificio termale protobizantino (inizi sec. 5°-inizi 7°) di grandi dimensioni, circondato da tre portici che costituivano la palaestra. Anche questo complesso era decorato con mosaici pavimentali, in cui erano inserite diverse iscrizioni greche.Nell'area dell'odeon romano, nelle vicinanze dell'edificio termale e della palaestra, è stato rinvenuto un pavimento musivo di raffinata policromia, databile a epoca protobizantina, che presenta, all'interno di un medaglione, una dea Týche con corona turrita e cornucopia.Tra gli altri resti di epoca protobizantina vanno segnalati un quartiere residenziale nelle vicinanze dell'anfiteatro romano, edifici abitativi e strade pavimentate.Vasti settori della città antica furono dunque riedificati nel periodo protobizantino; una delle iscrizioni greche rinvenute nel corso delle recenti indagini archeologiche attesta che la città fu rinnovata ai tempi del metropolita Evlavius, che presenta se stesso come il rinnovatore di Beth Shean. L'urbanistica e la diffusa attività costruttiva di quest'epoca rivelano i caratteri romani ben noti nelle province orientali; l'edificio termale eretto in questo periodo riproduce la tipologia planimetrica standardizzata nel mondo romano. Vie colonnate adornavano la città, che vantava anche un propileo composto con elementi romani di reimpiego. In epoca protobizantina il teatro romano ricopriva ancora un ruolo importante nella cultura cittadina. Sembrerebbe dunque che la vita culturale e gli stilemi architettonici del periodo protobizantino abbiano perpetuato la cultura romana e il suo retaggio.Gli scavi sulla collina hanno fornito scarsi risultati per ciò che riguarda invece il periodo della dominazione araba: i ritrovamenti riguardano essenzialmente una rete di strade costruita sulla cima della collina e ceramiche arabe bianche e rosse del tipo geometrico; questo vasellame, datato ai secc. 11°-12°, fu usato sia dagli Arabi sia dai crociati (Encyclopedia, 1975).

Bibl.: A. Rowe, The Topography and History of Beth Shan (Publications of the Palestine Section of the Museum of the University of Pennsylvania, 1), Philadelphia 1930; G.M. Fitzgerald, Beth Shan Excavations 1921-1923. The Arab and Byzantine Levels (Publications of the Palestine Section of the Museum of the University of Pennsylvania, 3), Philadelphia 1931; id., A Sixth Century Monastery at Beth-Shan (Scythopolis) (Publications of the Palestine Section of the Museum of the University of Pennsylvania, 4), Philadelphia 1939; N. Zori, The House of Kyrios Leontis at Beth Shean, Israel Exploration Journal 16, 1966, pp. 123-134; id., The Ancient Synagogue at Beth Shean, Eretz Israel 8, 1967, pp. 149-167 (in ebraico con riassunto ingl.); A. Ovadiah, Corpus of the Byzantine Churches in the Holy Land (Theophaneia, 22), Bonn 1970, pp. 38-40; Encyclopedia of Archeological Excavations in the Holy Land, I, a cura di M. Avi-Yonah, London 1975, pp. 207-229; A. Ovadiah, C. Gomez de Silva, Supplementum to the Corpus of the Byzantine Churches in the Holy Land, Levant 14, 1982, pp. 122-170; R. Ovadiah, A. Ovadiah, Hellenistic, Roman and Early Byzantine Mosaic Pavements in Israel (Biblioteca Archeologica, 6), Roma 1987, pp. 26-41, nrr. 26-45; G. Foerster, Y. Tsafrir, The Bet Shean Project, Excavations and Survey in Israel 6, 1987-1988, pp. 7-43.A. Ovadiah

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