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Adimari, Boccaccino

di Arnaldo d'Dddario - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Adimari, Boccaccino

Arnaldo d'Dddario

, Fratello di Filippo Argenti (v.), del ramo dei Cavicciuoli. Aderì, come il resto della sua famiglia, alla fazione dei Neri, partecipando attivamente alla cacciata dei Bianchi dalla città e parteggiando appassionatamente. Nel 1304 fu tra coloro che appiccarono il fuoco alle case nel centro di Firenze, insieme con Neri degli Abati. Nel 1308 uccise Gherardo Bordoni suo avversario politico, mentre era con Corso Donati, e tagliatagli una mano, l'attaccò alla porta di casa di Tedice Adimari. L'autore delle Chiose Vernon al luogo di Filippo Argenti (If VIII 32) mette in rilievo l'appropriazione dei beni di D. esule da parte di B.: questo gesto fu, forse, una rivalsa della ingiustizia che B. ritenne di aver subita nel 1300 quando la Signoria della quale faceva parte D. condannò all'esilio suo figlio Baldinaccio. Questa notizia è diffusamente riportata anche da Benvenuto, dal Landino e dal Cesari (nota a Pd XVI 115-117), e tutti fanno risalire al rancore verso l'usurpatore dei suoi beni l'ostilità con cui D. tratta la famiglia Adimari e ciascun membro di questa (If VI 79, VIII 32-61, XVI 41, Pd XVI 115-117). In particolare uno studio recente di Costanza Agostini sul presunto contrasto fra i primi sette canti dell'Inferno e i seguenti, avvalora la tesi, basata sul racconto del Boccaccio, secondo la quale D. esule in Lunigiana ricevette la parte del poema composta prima dell'esilio insieme alla notizia dei vani tentativi fatti dai suoi familiari per recuperare il patrimonio, e che quindi il c. VIII sarebbe stato ispirato dal rancore di D. per l'ingiustizia subita. Questa tesi appare piuttosto macchinosa, e, a parte le smentite che può ricevere sul piano generale - in quanto è da discutere se esista un contrasto di fondo fra i canti VII e VIII - sul piano specifico appare una forzatura far risalire il sentimento dominante nel canto degli iracondi a un caso particolare che non modificava in alcun modo la sorte di Dante. Inoltre, per quanto gli Adimari siano stati infesti al poeta, non abbiamo alcun documento comprovante che B. avesse rilevato i beni dell'esule.

I beni confiscati degli Alighieri, come quelli di tutti i fuorusciti, erano passati sotto l'amministrazione degli Uffiziali dei Ribelli, e destinati al mantenimento di cavallate. In un documento del 14 agosto 1305 si parla, infatti, di una quantità di grano dovuta a Vezzo di Vezzoso " in bonis Dantis de Allaghieris et Francischi eius fratris, rebellium et condempnatorum dicti comunis, pro cavallata eidem assingnata pro comuni Florentiae... ". Inoltre, in un registro del detto Ufizio, abbiamo il 24 agosto 1329 un atto col quale si assegnano a Gemma Donati ventisei staia di grano sulle rendite dei beni di Lapo di Tieri di Dietisalvi, come frutti dei suoi beni dotali, ma si specifica che la concessione è fatta " in quantum dicta bona non sint concessa habentibus cavallatas ". È da osservare tuttavia che ad alcune casate predominanti era stato dato l'usufrutto dei terreni di determinati banditi contro l'assunzione di cavallate, e questo spiegherebbe come sia sorta la fama dell'appropriazione dei beni di D. da parte di Boccaccino.

Bibl. - A. Adimari, La Clio, Firenze 1639, c. 33; ID., Memorie appartenenti alla famiglia degli Adimari, in Delizie degli eruditi toscani, XI, ibid. 1778, 238-239; U. Dorini, Un nuovo documento concernente Gemma Donati, in " Bull. " IX (1901-02) 181-184; S. Debenedetti, Un nuovo documento di D. e Francesco Alighieri, ibid. XIV (1907) 124-136; Piattoli, Codice 95, 146; C. Agostini, Il racconto del Boccaccio e i primi sette canti della ‛ Commedia ', Firenze 1908 (recens. di G. Bottiglioni, in " Bull. " XIX [1912] 106-112); I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua cronaca, I, Firenze 1879, 566; II, ibid. 1880, 336; Davidsohn, Storia IV 306-309.

Vedi anche
Giuliana Falconieri, santa Religiosa (sec. 13º - 14º) la cui biografia è incerta e legata alla testimonianza di fra Paolo Attavanti (m. 1499) nei due scritti: Dialogus de origine Ordinis e Paulina praedicabilis. Convertita dalla predicazione di s. Alessio, uno dei fondatori dell'Ordine dei servi di Maria, volle vestire l'abito ... Benedétto XI papa, beato Benedétto XI papa, beato. - Niccolò Boccasini (Treviso 1240 - Perugia 1304), generale dell'Ordine domenicano nel 1296, fu fatto cardinale nel 1298 da Bonifacio VIII, che servì fedelmente, e come legato in Ungheria (1301), e nella lotta contro Filippo il Bello. Eletto papa il 22 ott. 1303, mentre mantenne ... Francésco d'Assisi, santo Francésco d'Assisi, santo. - Fondatore dei frati minori (Assisi ca. 1182 - ivi 1226). È uno dei santi più venerati della cristianità: voleva ripercorrere la vita povera di Cristo e degli apostoli e, come loro, mettere in pratica il Vangelo amando il prossimo. Vita. Fondatore dei frati minori, delle clarisse ... Firenze Comune della Toscana (102,4 km2 con 364.710 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e della regione, situato a un’altezza media di 50 m s.l.m., all’estremità sud-orientale di un bacino intermontano, percorso dall’Arno, nel quale sorgono altre due importanti città: Prato e Pistoia. Il fiume, che divide ...
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Vocabolario
boccaccino
boccaccino s. m. [dal turco boğasi], ant. – Nome di una rozza tela di cotone: una giornea di b. bianco (D’Azeglio); per estens., camiciotto fatto di questa tela: avendosi messo il b. bianco con uno grembial giallo (Bandello).
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