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BOZZA

di Fabia Borroni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BOZZA

Fabia Borroni

Famiglia d'incisori e calcografi attiva nel Veneto nei secc. XVIII e XIX, ebbe in Gaetano il suo maggior esponente. Nato a Verona nel 1776 (e non a Venezia come scrive il Moschini, p. 159), si dedicò all'incisione per impulso di Luigi Povelato di Malamocco, lavorò a Venezia, ma, divenuto cieco (già nel 1833), fu costretto ad abbandonare ogni attività. Morì a Venezia nel 1840 circa. Suoi figli furono Adamo e Girolamo.

Incisore di stampe d'occasione, dai biglietti da visita (come quello per Venceslao Frecavalli) alle stampe celebrative (come il Monumento a Napoleone nell'Università di Padova, 1811, da suo disegno), si dedicò anche al ritratto e alla riproduzione di opere di artisti celebri. Fra i più importanti ritratti quelli di Leopoldo Marcant. Caldani e Clemente Sibiliato, di Antoine Paul (da dis. di A. Ramacci), di Giannantonio Volpi ("G. L. Vernansal pinx."), di Giovacchino Rossini (da dip. di Lod. Liperini e da disegno di Gaetano; erroneamente, in Thieme-Becker, attribuito al figlio Girolamo che ne disegnò solo la dedica), di Francesco Bianchini per la sua Storia universale (I, Venezia 1825) e alcune litografie di artisti di teatro (pubbl. a Venezia, dal Deyé, nel 1830). Riprodusse la Madonna della seggiola (da Raffaello), S. Giovanni Battista della tavola (da Guido Reni), Madonna con Bimbo (da Lud. Carracci), S. Pietro Martire (da Tiziano) e, dal Canova, il Teseo e il Centauro e il Monumento sepolcrale di Maria Cristina d'Austria (1805).

Il capolavoro del B. sono quattordici rami preparati per le Icones anatomicae di L. M. Caldani (pubbl. Venezia 1802-1810), per cui fornì anche quarantotto disegni incisi da altri (poi ristampate nel 1835 col titolo Anatomia umana completa e con altri rami); notevoli anche varie incisioni per la Grande collezione storica di Rollin, Crevier e Le Beau (Venezia 1828-1841). Non si possono assegnargli i disegni per due incisioni del 1848 (rispettivamente di G. Giani e G. Zuliani), il Popolo di Venezia libera Daniele Manin e Manin e Tommaseo portati in trionfo (firmati "Bosa G.").

Adamo, nato a Padova nel 1811, apprese l'arte incisoria direttamente dal padre Gaetano. Lavorò per qualche tempo a Firenze, dove si dedicò a incidere e a litografare piccoli ritratti e vignette per libri illustrati (come per I diporti di Gir. Parabosco, da inv. di C. Falcini). Nel 1827, in collaborazione con A. Viviani, incise, da disegno di G. Busatto, Eleuterio Malagoli invano violenta Maria Pedena e Uccisione di Maria Pedena, edite a Venezia da S. Minesso. Si trasferì definitivamente a Venezia nel 1832, dove continuò a incidere, spesso senza firmare (come nelle illustrazioni per l'Officio della Settimana Santa, st. dall'Orlandelli). Morì a Venezia il 12 apr. 1838. Sue stampe sono conservate nella Bibl. Naz. di Firenze (Fondo Cappugi).

L'altro figlio di Gaetano, Girolamo, lavorò come incisore e calcografo a Padova e a Venezia; ricoverato nel civico ospedale di Venezia, tra i dementi, già nel 1833, vi morì nel 1841. Della sua modesta attività incisoria si può ricordare il ritratto raffigurante Simone Cantarini e la Mater amabilis (da Raffaello, tirata in mille esemplari, 1829).

Bibl.: oltre alla bibl. in L. Servolini, Dizionario ill. degli incisori italiani moderni, Milano 1955, pp. 115 s., comprensiva di quella in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 384 (sub voce Bosa, per Gaetano), 495 (per Adamo), 496 (per Girolamo), cfr.: A. Bertarelli-H. Prior, Biglietto da visita italiano, Bergamo 1911, p. 167; G. A. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924 (ma anteriore al 1833), pp. 104, 159, 160, 190 (per Gaetano), 160, 190 (per Adamo, con errata data di morte), 191 (per Girolamo); P. Arrigoni-A. Bertarelli, Stampe storiche conservate nella raccolta del Castello Sforzesco di Milano, Milano 1932, ad Indicem;Id., Ritratti di musicisti ed artisti di teatro conservati nella racc. delle stampe e dei disegni (Com. di Milano), Milano 1934, ad Indicem;A. Calabi, Saggio sulla litografia, Milano 1958, p. 48 (per Gaetano).

Vedi anche
Antonio Canòva Canòva, Antonio. - Scultore (Possagno 1757 - Venezia 1822). Dal nonno, capomastro e scalpellino, imparò i primi elementi del mestiere; per interessamento del senatore Falier, che ne aveva avvertito le doti eccezionali, fu mandato a studiare a Venezia, con G. Bernardi-Torretti, poi con G. Ferrari. Le ... litografia Metodo di stampa con matrice piana che utilizza un procedimento fisico-chimico, basato sulla repulsione fra acqua e sostanze grasse; la selezione dell’immagine avviene umidificando le zone bianche, che respingono i grassi, e inchiostrando con sostanze grasse le zone scure. Fu adottato per la prima volta ... Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ...
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testo-bozza
testo-bozza (testo bozza), loc. s.le m. Testo preliminare, prima stesura di un documento. ◆ Al consiglio dei ministri di oggi arriverà un testo-bozza fatto di pochi articoli. (Messaggero, 2 agosto 2001, p. 9, Politica) • Torna all’esame...
bòzzo²
bozzo2 bòzzo2 s. m. (e bòzza s. f.) [forse da bozzo1, nel sign. di «protuberanza, corno»], ant. – Marito tradito, cornuto: E non star tra la gente a capo chino, Ché non se’ bozza (Rustico di Filippo); anche, bastardo. In senso fig. e come...
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