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gufi, civette e barbagianni

di Giuseppe M. Carpaneto - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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gufi, civette e barbagianni

Giuseppe M. Carpaneto

Uccelli del malaugurio?

Nelle tradizioni e nell'immaginario dei popoli di tutto il mondo, i rapaci notturni sono sempre stati un simbolo negativo, capace di suscitare timore e diffidenza. Le abitudini notturne, il comportamento predatorio, i grandi occhi frontali, la voce inquietante, i ciuffi sul capo simili a due diabolici cornetti sono le caratteristiche che hanno fatto associare questi uccelli alla magia e al malocchio. In realtà si tratta di adattamenti a un ruolo assai importante nelle catene alimentari e di grande utilità per l'uomo: il controllo dei roditori infestanti

Rapaci notturni

L'ordine degli Strigiformi è diffuso in tutto il mondo, dalla tundra artica alle foreste tropicali, e comprende circa 300 specie. Si tratta di uccelli predatori che generalmente svolgono la loro attività nelle ore comprese fra il tramonto e l'alba.

Solo in alcuni ambienti particolari troviamo specie attive anche di giorno. Per esempio, il gufo delle nevi e altre specie dell'estremo nord cacciano sia di giorno sia di notte, un adattamento in risposta alle lunghe giornate dell'estate artica in cui il Sole non tramonta mai. Anche nelle foreste tropicali, dove la luce trapela debolmente fra la densa vegetazione, alcuni Strigiformi si mantengono attivi durante tutte le ore.

L'aspetto di questi uccelli è inconfondibile per alcune caratteristiche costanti: testa grande e rotonda, occhi frontali, becco adunco e seminascosto tra le piume. Il piumaggio non è mai vivacemente colorato, come si conviene a uccelli le cui piume non riflettono mai la luce del Sole e che riconoscono i propri compagni soprattutto in base a richiami sonori. Questi ultimi sono molto forti e possono essere uditi a grande distanza; inoltre, sono diversi da specie a specie in modo da evitare errori e perdite di tempo nella ricerca del partner. Grazie ai richiami, i maschi segnalano i confini del loro territorio e indicano la propria presenza alle femmine.

Predatori silenziosi

Per svolgere il loro ruolo di predatori notturni, evitando così la competizione con altri uccelli rapaci, gli Strigiformi possiedono grandi occhi, con iride di vario colore (giallo, bruno, rosso, nero), che consentono un'ottima visione anche in condizioni di oscurità quasi completa. Inoltre, gli occhi sono posti anteriormente, in modo da realizzare una vista stereoscopica e individuare così le prede con grande precisione. Ma ciò che caratterizza questi predatori è l'udito assai efficiente e capace di percepire ogni minimo fruscio.

Il collo può essere ruotato completamente, in modo da garantire la visione in tutte le direzioni e localizzare i movimenti delle prede. Gli artigli sono grandi e forti, spesso rivestiti di piumino per meglio sopportare il freddo della notte.

Topi, ghiri, pipistrelli, toporagni, gechi, rospi, raganelle e grossi insetti sono le prede più frequenti degli Strigiformi. Tuttavia, alcune specie riescono a catturare animali di taglia maggiore: i grandi gufi reali, per esempio, possono divorare martore, lepri, e perfino giovani volpi. Inoltre, esistono anche gufi pescatori, capaci di afferrare i pesci immergendo le zampe nell'acqua.

Una caratteristica degli Strigiformi è il volo silenzioso: ciò è dovuto alla presenza di tante minute piume che rivestono le ali e attutiscono il rumore provocato dal battito. Ciò è importante per la cattura di roditori e pipistrelli, il cui udito è estremamente fine.

Le borre

Molti Strigiformi inghiottono le loro prede intere, soprattutto quelle di piccole dimensioni, e pertanto ingeriscono anche parti del corpo scarsamente digeribili, come le ossa e i peli delle vittime. Per liberarsi di questi residui alimentari, i rapaci espellono le borre, pacchetti di peli e piume che contengono al loro interno gli ossicini delle prede. Le borre si trovano facilmente sotto il nido dei rapaci oppure sotto certi alberi o rocce che essi utilizzano di preferenza come posatoi.

Molti zoologi raccolgono le borre, dopo aver identificato il rapace che le ha emesse, e le sezionano in laboratorio per capire che cosa ha mangiato l'uccello. Dal riconoscimento dei resti (crani di piccoli mammiferi e uccelli, frammenti di insetti) gli zoologi ricostruiscono la dieta delle varie specie. Talvolta, invece, le borre sono usate per capire quali specie di Mammiferi di piccola taglia vivono in una certa area, evitando di doverli catturarli.

Vittime del mobbing

Quasi tutti gli uccelli diurni diventano assai aggressivi quando sorprendono uno strigiforme in pieno giorno. Sembra quasi che vogliano vendicarsi del predatore che di notte li attacca mentre dormono. Di fatto, lo assalgono in gruppo, gridando, volandogli intorno, e cercando di beccarlo.

Questo comportamento, detto mobbing interspecifico, poiché avviene tra individui di specie diverse, ha la funzione di allontanare il predatore dal proprio territorio ed è particolarmente intenso quando gli uccelli trovano il rapace notturno nei pressi del loro nido. Per questa ragione, gli Strigiformi si tengono ben nascosti durante il giorno ed entrano in attività solo quando gli altri uccelli dormono.

La tendenza degli uccelli al mobbing è stata sfruttata per secoli dai cacciatori: civette e barbagianni venivano tenuti vivi e usati come zimbello, cioè da richiamo. In pratica, i cacciatori legavano il rapace a un palo e poi si nascondevano con il fucile aspettando che gli altri uccelli si avvicinassero. Questa tradizione venatoria si è consolidata a tal punto che ancora oggi vengono fabbricati e venduti zimbelli artificiali a forma di civetta, capaci di sbattere le ali se mossi con un filo.

Gufi, allocchi e civette

Alla categoria dei gufi vengono attribuiti diversi Strigiformi di grossa taglia, spesso con due ciuffi di piume ai lati della testa, la cui funzione è poco chiara. La forma e le dimensioni dei ciuffi variano da specie a specie: nel gufo reale (Bubo bubo), la specie più grande della fauna europea, i ciuffi sono obliqui; nel gufo comune (Asio otus) sono verticali; nel gufo di palude (Asio flammeus) sono assai corti. L'allocco (Strix aluco) e la civetta (Athene noctua) non hanno ciuffi. L'alimentazione della civetta è assai varia: gran parte delle sue prede sono insetti, anche se spesso riesce a catturare topolini, gechi e piccoli uccelli. Nella mitologia greco-romana, la civetta era sacra a Minerva e simbolo della sapienza.

Barbagianni

Quasi tutti i rapaci notturni appartengono alla famiglia degli Strigidi; pochissime specie vengono inquadrate in un'altra famiglia, quella dei Titonidi. Il più noto rappresentante di questi ultimi è il barbagianni (Tyto alba), caratterizzato da una colorazione dove prevale il colore bianco nella parte anteriore del corpo.

Originariamente, i barbagianni nidificavano soprattutto in cavità delle rocce o in grotte; in seguito si sono adattati a vivere nelle soffitte o nei granai. In questo modo, si sono diffusi in tutto il mondo, sfruttando sia le abitazioni rurali che quelle urbane, e fornendo un servizio gratuito di derattizzazione.

La voce del barbagianni è assai particolare e varia: comprende sibili, soffi, risate stridule e metalliche, e altri rumori sinistri che hanno per secoli alimentato le credenze sull'esistenza dei fantasmi nelle case di campagna abbandonate, nelle soffitte e nei castelli.

Corrieri dei maghi e delle streghe

Secondo la tradizione popolare, gufi, allocchi, civette e barbagianni sono amici intimi di maghi e streghe. Per questo motivo, non mancano mai nelle ricostruzioni immaginarie degli antri in cui questi personaggi fantastici preparano le loro pozioni. Essendo ritenuti messaggeri di maghi e streghe sono considerati annunciatori di malaugurio. Nei fantasiosi romanzi di Joanne K. Rowling, per esempio, rapaci notturni di ogni specie sono i corrieri personali dei maghi: il protagonista Harry Potter ha un bellissimo gufo delle nevi, detto anche civetta delle nevi (Nyctea scandiaca), di nome Edwige, che reca a lui e per lui i messaggi, come un piccione viaggiatore. Purtroppo, queste credenze popolari hanno avuto un effetto deleterio sugli Strigiformi, che sono sempre stati perseguitati dall'uomo. In realtà, molti ignorano che questi uccelli sono assai utili perché tengono sotto controllo i roditori infestanti, a vantaggio dell'agricoltura e dell'equilibrio ecologico.

Vedi anche
Strigiformi Ordine di Uccelli che comprende oltre 130 specie, comunemente note come rapaci notturni, suddivise in 26 generi e nelle due famiglie degli Strigidi e dei Titonidi. Hanno testa tondeggiante, molto mobile, occhi situati anteriormente, grandi, becco corto e robusto; si alimentano in genere di piccoli Mammiferi ... assiolo Uccello rapace notturno (Otus scops) dell’ordine Strigiformi, di piccola statura (ala lunga 150 mm), con ciuffi auricolari distinti; notturno. In Italia è di doppio passo regolare estivo, comune e nidificante. Migratore, insettivoro, annuisce come la civetta; da aprile ad agosto si sente il suo monotono ... ulula Nome comune di vari Uccelli Strigiformi Strigidi dei generi Ninox, con più specie, diffuse nel Madagascar e nelle regioni indo-australiane, e Surnia, con la sola specie Surnia ulula, di abitudini prevalentemente diurne, diffusa nelle foreste di conifere e betulle delle regioni settentrionali dell’Eurasia ... becco zoologia Rivestimento di sostanza cornea (anche ranfoteca) che inguaina le mascelle di alcuni Vertebrati (Cheloni, Uccelli, Monotremi) privi di denti (fig. 1). Serve alla presa del cibo ed è uno degli organi che variano maggiormente secondo il regime alimentare: tra gli Uccelli, è piatto e orlato di ...
Indice
  • 1 Rapaci notturni
  • 2 Predatori silenziosi
  • 3 Le borre
  • 4 Vittime del mobbing
  • 5 Gufi, allocchi e civette
  • 6 Barbagianni
  • 7 Corrieri dei maghi e delle streghe
Categorie
  • SISTEMATICA E ZOONIMI in Zoologia
Tag
  • EQUILIBRIO ECOLOGICO
  • CATENE ALIMENTARI
  • HARRY POTTER
  • STRIGIFORMI
  • PIPISTRELLI
Altri risultati per gufi, civette e barbagianni
  • civetta
    Enciclopedia on line
    Nome comune di varie specie di Uccelli Strigiformi Strigidi. La c. comune (Athene noctua; fig. A), notturna, ha piumaggio grigio bruno, piccole dimensioni (ala lunga 160 mm); è comune e stazionaria in Italia e nelle isole, diffusa in Europa, in parte dell’Asia e dell’Africa settentrionale; nidifica ...
Vocabolario
barbagianni
barbagianni s. m. [comp. di barba2 «zio» e Gianni «Giovanni»]. – 1. a. Uccello rapace notturno (lat. scient. Tyto alba, sinon. Strix flammea), dell’ordine strigiformi, bianco con macchie brune. È comune in Italia, dove vive nelle città...
civétta
civetta civétta s. f. [voce onomatopeica]. – 1. Uccello della famiglia strigidi (Athene noctua), comune e stazionario in Italia, che vive non lontano dalle abitazioni, sui tetti, nei tronchi cavi, nelle buche dei muri, ecc.; di medie dimensioni...
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