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commercio

Dizionario di Storia (2010)
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commercio


Il c. è lo scambio di merci con altre merci (baratto) o con denaro ed è un indicatore fondamentale del grado di sviluppo di una civiltà. La storia più remota delle prime popolazioni sedentarie (sumeri, egizi) fu caratterizzata dal c. esercitato prevalentemente via terra anche su lunga distanza (India-Mediterraneo). I fenici furono i primi a creare un sistema di scambi in cui il trasporto marittimo prevaleva su quello terrestre (12° sec. a.C.) grazie a un’ampia rete di scali commerciali e all’invenzione di un agile sistema di scrittura. L’eredità fenicia e delle civiltà mercantili di area egea (minoica e ionica) fu raccolta dai greci, ma il più vasto e articolato sistema commerciale dell’antichità nacque con Roma, che sin dal 1° sec. divenne una gigantesca città di consumi primari e voluttuari, che necessitava costantemente di beni reperiti anche oltre i confini dell’impero (Baltico, Africa sahariana, Cina). Caduta Roma, nel corso dei secoli 5°-8°, si ebbe una grave crisi degli scambi su lunga distanza e in generale basati sulla transazione monetaria. La successiva inversione di tendenza fu lenta (9°-12° sec.) e dovuta soprattutto all’ascesa di città nordeuropee come Lubecca, collegate nella Lega anseatica, e italiane (repubbliche marinare, comuni toscani e lombardi). Fino al 16° sec. il c. conservò sempre un carattere minoritario rispetto al volume globale della produzione e del consumo. Il basso grado di monetarizzazione e il primato dell’autosufficienza nelle economie tradizionali aggravavano ulteriormente i limiti tecnici che già rendevano difficile il trasporto massiccio dei prodotti pesanti sui lunghi percorsi, anche se le vie d’acqua offrivano possibilità più elastiche e meno costose di quelle dei trasporti via terra (fatto questo che creò una prima gerarchia spaziale a favore delle coste e dei mari chiusi e relativamente calmi, come per l’appunto il Baltico e il Mediterraneo). In questo contesto il c. a grande distanza interessava una gamma relativamente limitata di articoli, fra i quali predominavano i beni di lusso o esotici, destinati a clientele ristrette, appartenenti alle classi privilegiate e ai gruppi di artigiani che lavoravano per provvedere alle loro necessità. Nonostante tali limitazioni, gli scambi di questo tipo permettevano di conseguire alti profitti, che alimentavano la speculazione e spingevano coloro che occupavano le posizioni migliori a creare monopoli di fatto o di diritto. Improvvise rotture dell’equilibrio fra offerta e domanda – per es. i cereali in tempo di – o la lontananza delle fonti di approvvigionamento – come accadde per le spezie dell’Asia sudorientale, a favore di Venezia, tra il 13° e il 15° sec. – misero in una posizione di forza gli intermediari commerciali, che controllavano le scorte disponibili e i mezzi di trasporto. Le loro spedizioni in terre lontane portarono a una progressiva estensione del mondo conosciuto fino alla sua unificazione finale, avvenuta fra il Settecento e l’Ottocento, in un unico sistema commerciale suddiviso in sottosistemi regionali e nazionali. Le economie extraeuropee possedevano proprie importanti reti di scambio. Il c. interasiatico per es. esisteva da molto tempo nella regione quando i portoghesi nel 16° sec., così come gli olandesi nel 17°, si inserirono al suo interno per prendervi parte, senza doverlo creare, ma anche senza riuscire a controllarne (o a deviarne) che una minima parte. La Cina del Duecento secondo Marco Polo consumava già cento volte più spezie di quante ne consumasse l’Europa tutta. Si dovette attendere almeno la metà del 18° sec. per l’India, e la metà del 19° per la Cina, perché l’Europa imponesse definitivamente la propria supremazia su Paesi che aveva fino allora soltanto sfiorato utilizzandone la rete di mercati, fiere, trasporti e credito. Da sempre, del resto, la sfera della commercializzazione, grazie all’indebitamento e ad altri sistemi, superava ampiamente quella della circolazione effettiva delle specie monetarie e si estendeva anche alle economie che ancora non conoscevano la moneta metallica. Queste economie furono introdotte, a poco a poco, nei circuiti commerciali su grandi distanze. Una volta unificati tali circuiti, il controllo della moneta diede agli europei un vantaggio decisivo che venne meno solo nel corso del 20° secolo.

Vedi anche
mercato In senso concreto, il luogo dove avvengono le contrattazioni per la vendita e l’acquisto di determinati prodotti e dove normalmente si incontrano, tutti i giorni, o in giornate stabilite, compratori, venditori e intermediari per effettuare transazioni commerciali relative a merci varie o anche a una ... economia Complesso delle risorse (terre, materie prime, energie naturali, impianti, denaro, capacità produttiva) e delle attività rivolte alla loro utilizzazione, di una regione, uno Stato, un continente, il mondo intero. Anche uso razionale del denaro e di qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere il massimo ... moneta Dall’originario significato di dischetto di metallo coniato per le necessità degli scambi, avente lega, titolo, peso e valore stabiliti, per estensione tutto ciò che, nei vari periodi e paesi, funge da intermediario degli scambi e da comune misura dei valori. antropologia Lo studio antropologico della ... produzione L’insieme delle operazioni, semplici o complesse, attraverso le quali si produce un bene trasformando altri beni. Costo di p. Le spese sopportate per produrre, cioè il complesso dei beni e servizi che viene consumato per produrre altri beni o servizi (➔ costo). Fattore, mezzo o agente di p. Ogni bene ...
Categorie
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Altri risultati per commercio
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    Enciclopedia on line
    Attività economica che, attraverso operazioni di compravendita, mira a trasferire, nel tempo e nello spazio, beni dal produttore al consumatore, sia direttamente sia soprattutto attraverso l’opera d’intermediari. Il c. internazionale e i suoi sviluppi recenti Il c. internazionale ha luogo tra uno Stato ...
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    Attività economica diretta a trasferire i beni dal produttore al consumatore o da un produttore all'altro. Si esplica generalmente con atti di compravendita e con trasporto dei beni nel tempo e nello spazio. Il commercio si suole distinguere in: commercio internazionale, quando il trasferimento dei ...
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Vocabolario
commercio etico
commercio etico loc. s.le m. Attività commerciale che si propone di devolvere una parte delle rendite per iniziative di solidarietà o di ricerca scientifica. ◆ Parlare di caffè significa allora anche affrontare il tema del commercio etico,...
commèrcio
commercio commèrcio s. m. [dal lat. commercium, comp. di con- e merx mercis «mercanzia»]. – 1. a. Attività economica che mira a trasferire i beni dal produttore al consumatore, sia direttamente sia soprattutto attraverso l’opera di intermediarî;...
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