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comportamento ipermutabile

di Andrea Levi - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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comportamento ipermutabile

Andrea Levi

Caratteristica delle cellule cancerose, il cui patrimonio genico è alterato rispetto alle cellule normali in seguito ad aneuploidia (alterato numero di cromosomi), a delezioni o ad amplificazioni di regioni del DNA, e a mutazioni puntiformi. In aggiunta, spesso le cellule tumorali mostrano un alto grado di alterazioni epigenetiche, cioè di alterazioni nell’organizzazione della cromatina, che hanno profondi effetti sulla espressione genica e quindi sul comportamento cellulare. Nel caso meglio conosciuto, relativo al tumore al colon, l’ipermutabilità dipende dal mal funzionamento del macchinario cellulare deputato al riparo di specifiche lesioni del DNA. Alterazioni in altri meccanismi di riparazione del DNA sono probabilmente responsabili per l’ipermutabilità di altri tipi di tumore. Generalmente si ritiene che l’ipermutabilità sia una causa della trasformazione neoplastica e della progressione tumorale fino a un comportamento metastatico (anche se esistono opinioni contrastanti che considerano l’ipermutabilità come una conseguenza e non una causa della formazione di tumori). Il cancro, infatti, è assimilato a un processo evolutivo in cui, attraverso la selezione di mutazioni vantaggiose, le cellule tumorali superano quelle barriere che, in un organismo pluricellulare, limitano la crescita delle cellule normali. Di queste barriere ne esistono varie e un comportamento ipermutabile rende più probabile che nella stessa cellula si possano inattivare tutti questi meccanismi di controllo della proliferazione. In altre parole, l’inattivazione di meccanismi di riparazione del DNA è funzionalmente equivalente all’esposizione ad alti livelli di mutageni. Indipendentemente dal fatto che contribuisca o meno all’insorgenza di tumori, certamente l’ipermutabilità crea notevoli difficoltà alle terapie antineoplastiche. Infatti, sottopopolazioni all’interno della massa tumorale possono acquistare mutazioni che le rendono resistenti a certi farmaci.

→ Polymerase chain reaction

Vedi anche
aneuploidia Condizione irregolare del numero di cromosomi in cui, a differenza della poliploidia, la variazione è limitata a uno o a pochi elementi dell’assetto cromosomico, per eccesso o per difetto. metastasi Riproduzione, nel medesimo organismo, di un processo morboso, per distacco e migrazione a distanza di agenti morbosi o di elementi cellulari e loro fissazione e moltiplicazione nella nuova sede d’impianto. Le metastasi possono essere metastasi infettive (ascessi metastatici, da passaggio in circolo di ... espressióne gènica espressióne gènica Processo per cui ogni cellula è in grado di attivare, o esprimere, solo alcuni dei geni contenuti nel suo DNA. Infatti, nonostante il patrimonio genetico di un individuo (ovvero il suo DNA) sia uguale in tutte le cellule, queste hanno caratteristiche e funzioni differenti: ciò avviene ... delezione In genetica, mutazione genica consistente nella perdita di uno o più nucleotidi in una sequenza di DNA. ● delezione cromosomica Perdita di un segmento in uno dei due cromosomi omologhi. Si può osservare nella meiosi e nei cromosomi giganti, perché il segmento che non può appaiarsi forma un’ansa. Allo ...
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comportaménto
comportamento comportaménto s. m. [der. di comportare]. – 1. In generale, modo di comportarsi di una persona, soprattutto in determinate situazioni, nei rapporti con l’ambiente e con le persone con cui è a contatto: tenere un buon c., un...
comportare
comportare v. tr. e intr. pron. [dal lat. comportare «portare insieme», comp. di con- e portare] (io compòrto, ecc.). – 1. a. letter. Sopportare, tollerare: c. le offese; un caldo da non potersi c.; bisogna sapersi c. a vicenda; pazientemente...
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