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COSTO della vita

di Lanfranco MAROI - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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COSTO della vita (XI, p. 712; App. II, 1, p. 712)

Lanfranco MAROI

Superati il periodo bellico e quello richiesto dalla riorganizzazione delle normali rilevazioni, l'Istituto centrale di statistica riprese il calcolo degli indici del costo della vita; ed è col mese di gennaio 1947 che ebbe inizio la prosecuzione della serie interrotta con lo scoppio della guerra. Ma era facile prevedere che i criterî, in tale occasione adottati, avrebbero dovuto essere nuovamente riveduti a seguito della graduale ripresa dei consumi determinata, fra l'altro, dall'abolizione del tesseramento. In vista di tale aggiornamento l'Istituto centrale di statistica incaricò, nel 1949, apposita commissione di studio di proporre un nuovo bilancio di famiglia-tipo, che tenesse conto del rapido processo di riassestamento del sistema dei consumi e dei prezzi; e i lavori di tale commissione dovettero ben presto essere ampliati ed accelerati in base alle esigenze dei principali utilizzatori degli indici del costo della vita.

In quel periodo, infatti, ai fini dell'applicazione della scala mobile, funzionava, in ogni provincia italiana, una commissione paritetica incaricata di calcolare l'indice del costo della vita: accadeva, però, che le variazioni del costo della vita, denunciate da tali indici provinciali, si discostassero spesso, e con scarti sensibili, da quelli indicati dagli analoghi indici ufficiali. Le stesse categorie interessate, a un certo momento, ritennero perciò necessario rinunciare a calcolare direttamente gli indici loro occorrenti e chiesero all'Istituto di partecipare ai lavori della suddetta commissione nella speranza di potere, in pieno accordo, adottare, ai fini della scala mobile, gli indici che l'Istituto avrebbe costruito in base ai risultati degli studî in corso. Fu così che la commissione venne integrata, oltre che con membri del Consiglio superiore di statistica, con docenti universitarî ed altri esperti a titolo personale, oltre che con esperti designati dalla Confederazione generale dell'industria italiana, dalla Confederazione generale italiana del lavoro, dalla Confederazione italiana sindacati lavoratori, dall'Unione italiana del lavoro. Furono, altresì, chiamati a far parte della commissione rappresentanti del Ministero del lavoro e di alcuni grandi comuni.

Iniziati i suoi lavori nel novembre 1949 la Commissione stabilì i criterî fondamentali per la formazione del nuovo bilancio lasciando ad apposita sottocommissione il compito della pratica attuazione di tali direttive, che furono le seguenti: 1) il nuovo bilancio doveva esser costruito tenendo conto, ad un tempo, delle esigenze di una famiglia del ceto operaio-impiegatizio, da stabilirsi convenzionalmente in mancanza di dati rappresentativi degli effettivi consumi familiari; 2) il nuovo bilancio doveva essere riferito ad una famiglia di quattro persone in luogo delle cinque considerate nei precedenti bilanci. In base alla scala di Lusk i componenti di tale famiglia risultano equivalenti a 3,36 unità di consumo (in luogo di 3,86), di cui una rappresentata dal padre, 0,83 dalla madre, altre 0,83 da un figlio di 10-14 anni e 0,70 da altro figlio di 6-9 anni; 3) la composizione qualitativa e quantitativa del capitolo alimentazione doveva essere determinata tenendo conto delle normali esigenze nutritive nonché delle disponibilità pro-capite della popolazione italiana; 4) il capitolo del bilancio relativo all'alimentazione doveva essere differenziato per grandi circoscrizioni regionali in modo da tener conto delle più rilevanti caratteristiche territoriali dei consumi, pur considerando ovunque lo stesso ordine di grandezza di calorie complessive (3000 calorie giornaliere per unità di consumo in luogo di 2600).

Il valore calorico dei generi alimentari considerati nel bilancio predisposto dalla apposita sottocommissione è il seguente:

L'applicazione pratica del nuovo bilancio ha avuto inizio con l'anno 1953 mantenendo inalterata la base dell'indice (1938 = 1,00): a partire dall'anno base la serie ufficiale degli indici è, pertanto, la seguente:

Di particolare interesse è il diverso contributo dei varî capitoli del bilancio alla formazione dell'indice generale.

Differente è, però, l'utilizzazione che nei varî settori di attività economica vien fatta degli indici del costo della vita ai fini della determinazione delle variazioni della scala mobile. Nel settore dell'agricoltura viene utilizzato l'indice generale dell'Istituto assumendo come base di riferimento l'indice medio del periodo gennaio-aprile 1952 pari a 54,58. Nel settore del credito le variazioni sono calcolate con riferimento non all'indice nazionale bensì a quello calcolato per la città di Milano, modificato in base ad una diversa incidenza dei varî capitoli di spesa. Nel settore dell'industria e del commercio l'indice adottato è dato dalla media degli indici calcolati dall'Istituto per le città di Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, L'Aquila, Napoli, Potenza, Bari, Reggio Calabria, Palermo e Cagliari: il periodo assunto come base di riferimento dei calcoli è dato, attualmente, dal bimestre maggio-giugno 1956. Di recente, l'applicazione della scala mobile è stata estesa anche al personale statale in attività e in quiescenza (legge 17 maggio 1959 n. 324): a tal fine viene utilizzato lo stesso indice medio calcolato per i settori dell'industria e del commercio.

Diverse sono anche le modalità di calcolo delle variazioni delle retribuzioni originate da variazioni degli indici, in quanto, mentre nel settore statale la variazione di un punto (i %) dell'indice produce una variazione fissa di 400 lire di stipendio, in quello dell'agricoltura e del credito provoca un'analoga variazione della retribuzione e, infine, nei settori dell'industria e del commercio conduce all'aggiunta (o alla detrazione) di una quota fissa (detta pertanto: valore del punto) all'indennità di contingenza. Detta quota fissa, naturalmente, varia in funzione del grado o della categoria professionale del lavoratore: secondo gli attuali accordi, ad esempio, per i dipendenti maschi di aziende industriali della provincia di Roma, per ogni variazione di un punto dell'indice, all'uopo calcolato, l'indennità di contingenza subisce le seguenti variazioni:

Essendo ormai trascorsi sette anni dall'adozione del nuovo bilancio, la Commissione nazionale per l'indice del costo della vita, funzionante presso l'Istituto centrale di statistica, è stata incaricata di studiare l'opportunità di modificare il bilancio stesso o di predisporne uno nuovo in considerazione delle non lievi variazioni verificatesi, nel frattempo, nella composizione dei consumi delle famiglie italiane, e di sostituire l'ormai remota base dell'indice (1938 = 1) con una più recente, raccogliendo, se del caso, i suggerimenti contenuti in accordi internazionali che propongono di riferire gli indici all'anno 1953.

A partire dall'anno 1957, poi, l'Istituto centrale di statistica ha iniziato la costruzione e la pubblicazione di un indice, sotto varî aspetti analogo al precedente, detto "indice dei prezzi al consumo". Esso differisce dal precedente sia per una più estesa composizione merceologica sia per una diversa importanza attribuita alle singole merci considerate. Mentre infatti, come è stato detto, nell'indice del costo della vita ogni merce ha un "peso" pari all'importanza che la merce stessa ha nel bilancio di un'ipotetica famiglia del ceto operaio-impiegatizio, nell'indice dei prezzi al consumo i "pesi" son determinati in base ai corrispondenti valori del reddito consumato; in altre parole, in base ai consumi dell'intera popolazione italiana nell'anno 1953, che rappresenta altresì l'anno base degli indici stessi.

Bibl.: M. Imperatori, Calcolo dei numeri indici del costo della vita, Roma 1947 (appendice al fascicolo dell'agosto-settembre 1947 del Bollettino dei prezzi dell'Istat); Istituto centrale di statistica, Norme per la rilevazione dei prezzi al minuto e calcolo degli indici del costo della vita, Roma 1952; id., Numeri indici dei prezzi. Metodi e norme, Serie A, n. 2, ottobre 1957; G. Barsanti, Il nuovo accordo sulla scala mobile nell'industria, in Rassegna del Lavoro, III, nn. 8-9, agosto-settembre 1957.

Vedi anche
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Vocabolario
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