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DAIMYŌ

di MarcelIo Muccioli - Enciclopedia Italiana (1931)
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DAIMYŌ (dal sino-giapp. dai "grande" e myō "nome")

MarcelIo Muccioli

Erano, nel vecchio Giappone, i maggiori signori feudali, shōmyō (shō, piccolo) essendo detti i minori, la quale distinzione sparì col tempo restando solo daimyō come designativo generico. La loro origine vien fatta risalire ai funzionarî militari (Shugo) posti da Yoritomo a controllo e difesa dei governatori civili delle varie provincie. Nei tempi torbidi che seguirono la sua morte, essi, provvisti com'erano di uomini d'armi, poterono agevolmente usurpare il nome e le funzioni dei governatori e sostituirsi a loro, creandosi dei feudi. Prima di Yoritomo, daimyō era semplicemente il possessore di molti myōden (campi aperti alle colture, dietro occupazione o acquisto, cui il possessore dava il proprio nome). Il numero, la potenza e le specie dei daimyō furono varî attraverso i tempi. Prima di Ieyasu, i daimyō erano divisi in Kokushū (hoku, provincia, shū, signore), se il loro feudo corrispondeva a una provincia, Ryōshū (ryō, possedimento), se minore, Jōshū (jō, castello), se era un castello. Ieyasu, riformando il sistema feudale, divise i daimyō in 176 Fudai, comprendenti quelli che lo avevano sostenuto prima della caduta del castello di Ōsaka (1615), e 86 Tozama, quelli che si erano a lui sottomessi dopo. Fra i primi erano 21 suoi parenti, 3 dei quali, suoi figli, ebbero in feudo le prov. di Kii, Owari e Mito e costituirono i Go-san-ke (le tre famiglie shogunali); gli altri 18 portavano tutti il cognome di Matsudaira.

I daimyō avevano uomini d'armi (samurai), servi, contadini, ecc. Sotto i Tokugawa essi non potevano battere moneta, costruire navi da guerra o castelli, e neppure uscire dal proprio feudo senza avvertirne prima lo Shōgun; erano, inoltre, obbligati al sankin kōtai, a recarsi, cioè, per turno, a Yedo e a restarvi per un periodo fisso, di solito un anno, al servizio dello Shōgun.

Bibl.: J. Hayakawa, S. Inobe e K. Yashiro, Koku-shi Dai Jiten (Gran dizionario di storia nazionale), Tōkyō 1915; J. Murdoch, History of Japan, voll. 3, Tokyo e Londra 1903-26.

Vedi anche
shōgun Titolo che nell’antico Giappone veniva conferito al capo di una spedizione bellica, per la sola durata della campagna, la quale veniva di solito specificata (per es., sei-i Tai shō gun, generale supremo inviato contro i barbari). Con Minamoto Yoritomo, che lo ebbe dall’imperatore Go Toba nel 1192, il ... samurai In origine, soldato giapponese di guardia al palazzo imperiale. Dopo il 12° sec. il termine indicò la casta militare e, dal 17° sec., anche gli amministratori dei daimyō, in seguito alle riforme dei Tokugawa. Per l’importanza delle guerre durante il Medioevo, i s. divennero una vera e propria casta privilegiata, ... Isole Bonin (giapp. Ogasawara Gunto) Gruppo di isole di natura vulcanica nel Pacifico occidentale (106 km2). Scoperte (1543) dagli Spagnoli; dal 1875 fino alla Seconda guerra mondiale appartennero al Giappone; occupate militarmente dagli USA al termine del conflitto, furono restituite al Giappone nel 1968. Sono ... arti marziali L'insieme di tecniche di attacco e difesa personale, elaborate nell'antichità in Cina, India, Giappone e Corea, caratterizzate da una forte connotazione dottrinale. Oggi, queste tecniche sono state adattate a una pratica prevalentemente sportiva: aikido, judo, jujutsu, karate, kendo, kung fu, sumo.
Tag
  • SISTEMA FEUDALE
  • SANKIN KŌTAI
  • GIAPPONE
  • SHŌGUN
  • TŌKYŌ
Altri risultati per DAIMYŌ
  • daimyō
    Enciclopedia on line
    daimyō Nell’antico Giappone, i funzionari militari che, adibiti al controllo e alla difesa dei governatori civili delle province, con il tempo ne usurparono il potere, divenendo signori feudali. I rapporti fra i d. e i samurai, loro vassalli, furono regolati dal codice Buke Shohatto (1615). Sotto i ...
Vocabolario
dàimio
daimio dàimio s. m., invar. – Adattamento ital. del giapp. daimyō (comp. del cinese dai- «grande» e myō «nome»), designante i signori feudali dell’antico Giappone, di origine militare.
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