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DIGNITAS

di G. Becatti - Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)
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DIGNITAS

G. Becatti

Concetto che gli scrittori romani riferiscono spesso all'arte e in cui confluiscono il decoro, la grandiosità, la gravità, talvolta in paragoni fra eloquenza ed arti figurative, ma soprattutto riguardo all'architettura, la più severa delle arti, mentre per la pittura e la scultura si adopera prevalentemente il termine venustas (v.), perché, come dice Cicerone (De offic., i, 36), la d. è quasi un attributo della bellezza maschile, la venustas di quella femminile. L'architettura per i Romani deve unire l'utilitas alla d., come esprime ad esempio Cicerone (De orat., iii, 46, 180) quando parla delle colonne sostenenti templi e portici con dignità e utilità, come alle medesime esigenze pratiche ed estetiche corrisponde, egli dice, il frontone del tempio. Anche altrove Cicerone vede la d. unita alla commoditas nell'architettura (De offic., i, 138) e accenna alla dignità della pavimentazione di un portico (Ad Quint. fra., iii, 1, 1). Vitruvio (iv, 3, 1) nell'ordine dorico parla di formae dignitas e vede accanto alla d. anche la venustas nelle basiliche simili a quella di Fano (v, 1, 6).

Bibl.: H. Jucker, Vom Verhältnis der Römer zur bildenden Kunst der Griechen, Basilea 1950, p. 154; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1951, passim.

Vocabolario
degnità
degnita degnità s. f. [dal lat. dignĭtas -atis, rifatto secondo degno]. – 1. Variante ant. di dignità. 2. ant. Assioma, massima: quelle proposizioni grandissime che i Greci chiamano assiomi, cioè d. (Varchi). In questa accezione, è stata...
dignitóso
dignitoso dignitóso agg. [dal lat. tardo dignitosus, der. di dignĭtas «dignità»]. – Di persona che ha il sentimento della propria dignità e agisce in modo da serbare questa intatta: O dignitosa coscïenza e netta (Dante). Di aspetto, che...
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