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displasia

di Fabrizio Mainiero - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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displasia

Fabrizio Mainiero

Proliferazione cellulare disordinata, principalmente a carico dei tessuti epiteliali. Le cellule che costituiscono un tessuto epiteliale esibiscono normalmente una precisa regolarità nella dimensione, nella forma e nel nucleo, nonché nelle loro modalità organizzative per la formazione ;architettonica del tessuto. Nella displasia tutto questo è alterato: la normalità del tessuto è disturbata da variazioni della forma e dimensioni delle cellule, da ampliamenti, irregolarità e ipercromatismi dei loro nuclei e da un disordinato schema organizzativo che causa una notevole anarchia nell’architettura tessutale, dove l’ordinata progressione maturativa delle alte cellule degli strati basali verso quelle piatte degli strati superficiali viene perduta e talvolta invertita. Le cellule displastiche esibiscono, inoltre, figure mitotiche più numerose che hanno localizzazioni anomale all’interno dell’epitelio. La displasia rappresenta una delle più frequenti risposte cellulari e tessutali a stimoli persistenti irritativi che causano danno. Esempi di displasia sono: (a) la cheratosi actinica dell’epitelio squamoso dell’epidermide, in risposta alla prolungata esposizione ai raggi solari; (b) la displasia bronchiale, causata dal fumo di sigarette; (c) la displasia fibrocistica della mammella, attribuita ad alterazioni ormonali; e (d) quelle della cervice uterina, dello stomaco e dell’intestino, associate a situazioni infiammatorie croniche. È pertanto ipotizzabile che la displasia rappresenti un processo di adattamento al danno dove la cellula e il tessuto displastico divengono più resistenti a esso. Le displasie condividono con le neoplasie (proliferazioni cellulari eccessive, incontrollate e invasive) caratteristiche tali che frequentemente la loro distinzione può essere estremamente difficile. Sebbene zone di displasia si trovino spesso vicino a foci di neoplasie e in alcune condizioni sia stato dimostrato che la displasia preceda sempre il cancro tanto da essere denominata lesione preneoplastica, il solo termine displasia non indica cancro e la displasia non progredisce necessariamente in cancro. Modificazioni displastiche lievi moderate che non coinvolgono l’intero spessore di un epitelio possono essere reversibili e tornare alla normalità con la rimozione del fattore promuovente. Quando la displasia è marcata e coinvolge l’intero spessore epiteliale, si parla tuttavia di carcinoma in situ, uno stadio preinvasivo di cancro.

→ Cellula. Matrice extracellulare; Oncogeni e oncosoppressori

Vedi anche
oncogene In biologia, gene che può potenzialmente indurre trasformazione neoplastica nelle cellule che lo contengono o nelle cellule dove viene introdotto (➔ tumore). ● Alcuni retrovirus, implicati in molti tumori animali ma in pochi tumori umani, in aggiunta o in sostituzione dei propri geni normali, contengono ... malattìe genètiche genètiche, malattìe Patologie ereditarie, dovute ad anomalie cromosomiche o a mutazioni di singoli geni (malattie da deficit di enzimi; errori congeniti del metabolismo). La frequenza delle genetiche, malattiegenetiche, malattie nella popolazione mondiale dei neonati è di ca. il 3%. Esse incidono significativamente ... infiammazione In medicina, l’insieme di eventi a carattere reattivo che si realizza nei tessuti degli organismi animali superiori quando essi prendono contatto con agenti lesivi di varia natura. Il risultato più frequente di questo processo è la neutralizzazione dell’agente lesivo o la delimitazione della lesione ... feto Il prodotto del concepimento dei Mammiferi dalla comparsa dei caratteri propri della specie al momento del parto. Nella specie umana tali caratteri compaiono al 3° mese di gestazione, quando termina la fase embrionale dello sviluppo intrauterino e inizia il periodo fetale, nel quale gli abbozzi di tutti ...
Categorie
  • BIOLOGIA MOLECOLARE in Biologia
  • PATOLOGIA in Medicina
Altri risultati per displasia
  • displasia
    Enciclopedia on line
    Anormale composizione cellulare di un organo o tessuto, in senso qualitativo e morfologico piuttosto che quantitativo. Può comprendere anche le variazioni in eccesso o in difetto del numero delle cellule (iperplasia e ipoplasia). Più frequentemente la d. di un tessuto indica il raggiungimento di un ...
  • displasie
    Dizionario di Medicina (2010)
    Anomalie dello sviluppo del sistema nervoso o, con significato più attuale e preciso, alterazioni dello sviluppo corticale. Il termine è composto dal prefisso peggiorativo dis- e dal secondo elemento -plasia, che deriva dal greco plasis («formazione»), quindi significa grossolanamente «anomalia della ...
  • DISPLASIA
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Si chiama così, in patologia, l'errore nello sviluppo formativo di un tessuto, di un organo, di un sistema organico, con deviazione della forma definitiva normale (e conseguentemente, spesso, anche della funzione), per qualità, per difetto o per eccesso (v. Malformazione; teratologia). Più particolarmente ...
Vocabolario
displaṡìa
displasia displaṡìa s. f. [comp. di dis-2 e -plasia]. – Nel linguaggio medico, anormale composizione cellulare di un organo o tessuto.
displàṡico
displasico displàṡico (o displàstico) agg. [der. di displasia] (pl. m. -ci). – Relativo a displasia; che presenta anomalie dello sviluppo conseguenti a displasia: costituzione displas(t)ica.
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