• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Draghignazzo

di Vincenzo Presta - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

Draghignazzo

Vincenzo Presta

Uno dei diavoli della quinta bolgia (lf XXI 121, XXII 73); sesto dei dieci scelti da Malacoda per sorvegliare l'argine sinistro; sull'esempio di Libicocco dà di piglio col suo ‛ raffo ' alle gambe del Navarrese. Antichi e moderni commentatori sono concordi nel considerare il nome un alterativo spregiativo del termine ‛ drago '. " Quasi magnus draco ", spiega Benvenuto, e aggiunge: " Iste magnus serpens maliciosus, venenosus, coeteros inficiens et venenans; ideo bene dicitur Draghignazzo, vel draco ignitus "; quasi identica spiegazione dà l'Anonimo: " Ciò è acuto, velenoso et pungente desidèro di mal fare... a guisa di drago ". Il Buti, con l'occhio rivolto a una chiarificazione morale dei nomi, dice che Draghignazzo è drago " implicatore et avvelenatore dell'affezione, come apparirà di sotto, però s'interpreta implicatore ". Il termine starebbe quindi per ‛ dragonazzo ' o ‛ dragonaccio '. Il Parodi osserva a proposito che detta forma sarà stata resa più efficace dal poeta con l'aggiunta di elementi di ‛ ghigno ', ‛ digrigno ', ‛ sogghigno '.

Comunque sia, è da tener presente che in questo diavolo, come in Malacoda, l'elemento della coda è indispensabile, in quanto offre la possibilità di una valutazione morale implicita nel nome; infatti sulla " natura dei dragoni " così scrive Brunetto Latini: " Dragoni è maggiore generazione di tutti serpenti, ed eziandio è maggiore che nessuna bestia del mondo, ed abitano in India, nel paese d'Etiopia, là ove sempre è grande istate. E quando elli esce del suo luogo, egli corre per l'aria sì ismisuratamente e per sì gran forza, che ne riluce dopo lui, sì come ardente fiamma... E la sua forza non è nella bocca, anzi è nella coda, onde fa peggio per battere con la coda, che per mordere con la bocca. E la forza della sua coda è sì grande, che nessuno animale n'è sì grande, n'è sì forte, che s'ello lo stringe con la coda, non lo uccida " (cfr. Il Tesoro di B. Latini, ediz. P. Chabaille, Bologna 1878, II 239-240). Nessun seguito ha avuto l'ipotesi, per altro gratuita, del Rossetti che vede in Draghignazzo adombrata la persona di Betto Brunelleschi. Il Torraca fa notare che in documenti toscani e massimamente fiorentini dei secoli XIII e XIV si riscontrano i nomi di Dragondello e Dragonetto, cosa che potrebbe far supporre che il poeta abbia potuto coniare il nome sulla traccia di cognomi di suoi contemporanei.

Bibl. - Parodi, Lingua II 355; G. Rossetti, Commento analitico (dell'Inferno), Londra 1826-27; F.P. Luiso, ‛ L'anzian di Santa Zita ', in Miscellanea Bongi, Lucca 1931.

Vedi anche
Brunetto Latini Letterato e uomo politico (Firenze 1220 circa - ivi 1294 circa). Notaio e cancelliere del comune (anche suo padre, Bonaccorso, era notaio), tornando nel 1260 da un'ambasceria ad Alfonso X di Castiglia, seppe della rotta di Montaperti. Proscritto da Firenze, rimase in Francia fino al ritorno in città ... Dante Gabriele Rossétti Rossétti, Dante Gabriele (propr. Gabriel Charles Dante). - Poeta e pittore (Londra 1828 - Birchington, Kent, 1882), figlio di Gabriele. Tra i fondatori del movimento dei preraffaelliti, propose l'ideale di un'arte in grado di recuperare l'autenticità e la spiritualità del passato. Artista complesso e ... Francésco di Bartolo da Buti Francésco di Bartolo da Buti. - Grammatico (n. 1324 circa - m. Pisa 1406), autore di un Dictamen, di Regulae grammaticales, di un commento alla Poetica di Orazio e alle Satire di Persio; noto soprattutto come autore di uno dei primi commenti completi in italiano alla Divina Commedia. Francesco Torraca Letterato (Pietrapertosa 1853 - Napoli 1938). Allievo nell'univ. di Napoli di L. Settembrini e soprattutto di F. De Sanctis, nel 1888 provveditore agli studî; prof. a Napoli (1902-28) di letterature comparate e poi di letteratura italiana. Senatore dal 1920; socio nazionale dei Lincei (1932). Erudito ...
Tag
  • BRUNETTO LATINI
  • BRUNELLESCHI
  • LIBICOCCO
  • MALACODA
  • ETIOPIA
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali