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Ecuba

di Giorgio Padoan - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Ecuba

Giorgio Padoan

Figlia di Cipseo (o, per alcuni mitografi, di Dimante) e seconda moglie di Priamo re di Troia, E. è l'esempio più patetico di madre sventurata sulla quale si addensano, uno dopo l'altro, i più gravi dolori.

Dopo aver vissuto tanti anni in serenità allietata da diciannove figli e dai fasti della dignità regale, ella vide cadere nella lunga guerra contro i Greci vari figli, tra cui il prediletto Ettore, e assistette inorridita alla presa di Troia, all'uccisione dello stesso vecchio Priamo per mano di Pirro (cfr. Aen. II 515 ss.), al saccheggio della città; fatta prigioniera dai vincitori, fu assegnata come schiava a Ulisse, e non poté impedire il sacrificio della figlia Polissena, ultimo suo conforto in tanto dolore, che venne immolata sulla tomba di Achille. Le rimaneva un'estrema consolazione: sapere salvo il figlio Polidoro, inviato per tempo da Priamo in Tracia presso il genero Polimestore; quando ne vide il cadavere sulla spiaggia (Polimestore aveva pensato di approfittare della rovina di Troia per impadronirsi dei tesori affidati a Polidoro), la sua mente non resse più, e impazzita dal dolore si vendicò accecando il genero traditore. Nella narrazione ovidiana (che tratta in particolare degli episodi di Polissena e di Polidoro), E. fu allora circondata dai Traci decisi a vendicare il loro signore, e colpita con pietre e con dardi: dalla gola della disperata dolente uscirono, anziché grida umane, latrati, ed E. si mutò in cagna. Secondo alcuni mitografi, si sarebbe uccisa gettandosi in mare. Alla sfortunata accennano tutti gli scrittori greci e latini che toccano della guerra troiana; in particolare, i tragediografi si appassionarono al suo destino di regina divenuta schiava e al suo immenso dolore di madre orbata dei figli.

Più che le Troades di Seneca (di cui E. è uno dei personaggi principali), D. ha avuto presente, oltre all'accenno virgiliano, il diffuso episodio delle Metamorfosi di Ovidio (XIII 404-575), riassunto brevemente in If XXX 13-21: della trista, misera e cattiva E.' è ricordato l'accumularsi delle sventure sul suo capo quando la fortuna volse in basso / l'altezza de' Troian; l'attenzione del poeta fiorentino è tuttavia puntata piuttosto sulla furiosa follia che le fé la mente torta, che è appunto addotta a esemplificazione della rabbia che anima i falsari della persona. L'abbinamento con un altro episodio pure ovidiano (forse aiutato anche da un'analogia nella fonte: Atamante, in preda a furore omicida, credette che la moglie Ino e i figlioletti fossero una leonessa con i leoncini; il furore di E. è da Ovidio paragonato a quello di una leonessa cui abbiano portato via i cuccioli), è già indicativo di questa fruizione meramente erudita, che mostra come questo personaggio pur tanto tragico e degno di pietà non abbia in ultima analisi particolarmente commosso la fantasia del poeta (e si noti che analoga constatazione si è fatta per la figura, parimenti patetica, di Andromaca). V. POLIDORO; POLIMESTORE; POLISSENA.

Vedi anche
Polidoro (gr. Πολύδωρος) Nella mitologia greca, il più giovane dei figli di Priamo. Secondo la versione omerica era figlio della concubina di Priamo Laotoe e fratello di Licaone. Confidando nella sua rapidità nella corsa, volle sfidare Achille, ma fu ucciso da questo e spogliato della corazza d’argento. Secondo ... Ettore (gr. ῞Εκτωρ) Eroe troiano, il più valido difensore della città, secondo l’Iliade: figlio di Priamo e di Ecuba, marito di Andromaca, da cui ebbe il figlio Astianatte (o Scamandro). Con l’aiuto di Ares e di Apollo riesce a vincere i Greci finché Achille è lontano dalla battaglia; uccide Patroclo quando ... Priamo (gr. Πρίαμος) Mitico ultimo re di Troia. Figlio di Laomedonte, dopo la prima distruzione di Troia da parte di Eracle, fu riscattato dalla sorella Esione; da giovane prese parte a una spedizione di Frigi contro le Amazzoni. Da una prima moglie, Arisbe, ebbe Esaco; poi da Ecuba ebbe 19 figli e figlie, ... Polissena (gr. Πολυξένη) Mitica figlia di Priamo e di Ecuba, non ricordata nei poemi omerici. Secondo la versione più comune del mito, Achille se ne innamorò quando la vide presso una fontana dove aveva raggiunto e ucciso il fratello di lei, Troilo, ma Polissena riuscì a fuggire. Secondo uno sviluppo ellenistico, ...
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Altri risultati per Ecuba
  • Ecuba
    Enciclopedia on line
    (gr. ῾Εκάβη, lat. Hecŭba o Hecŭbe) Mitica figlia del re frigio Dimante o di Cisseo, re di Tracia (ma vi furono altre versioni sulla sua discendenza), moglie di Priamo e regina di Troia, madre di 19 figli fra cui i più noti sono: Ettore, Paride, Deifobo, Eleno, Polidoro, Troilo, Polite, Cassandra, Polissena. ...
  • ECUBA
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Figlia del re frigio Dimante, secondo la più diffusa versione, ma con numerosissime altre genealogie. A Priamo, dopo ch'egli s'è diviso dalla prima moglie Arisbe, essa dà diciannove figliuoli: quando nell'Ecuba euripidea la si rappresenta in atto di piangere i suoi cinquanta figlioli, va inteso che ...
Vocabolario
crepùndie
crepundie crepùndie s. f. pl. (anche crepundî s. m. pl.) [dal lat. crepundia -orum, der. di crepare «fare strepito»]. – Nell’antichità, gli amuleti che i bambini portavano al collo, per lo più appesi a una collana, e per estens. altri trastulli...
tòrto¹
torto1 tòrto1 agg. e s. m. [der. (propr. part. pass.) di torcere, dal lat. tortus, part. pass. di torquēre «torcere»]. – 1. agg. a. Che ha subìto un movimento di torsione (cfr. ritorto): filo t.; seta t.; posava sopra un sasso i panni t.;...
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