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KEAN, Edmund

di Salvatore Rosati - Enciclopedia Italiana (1933)
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KEAN, Edmund

Salvatore Rosati

Attore, nato a Londra il 17 marzo 1787, morto a Richmond il 15 maggio 1833. Figlio dell'attrice Anna Carey, frequentò fin dalla prima infanzia il palcoscenico; a 7 anni fu messo a studiare, ma fuggì, imbarcandosi come inserviente sopra una nave. La disciplina di bordo gli parve però più gravosa di quella scolastica e si finse sordo e zoppo con tanta abilità da ingannare anche i medici. Tornato in Inghilterra, fu iniziato allo studio di Shakespeare da uno zio mimo e ventriloquo, mentre gli veniva insegnato a recitare dall'attrice Tadwell che ne curò poi l'educazione dopo la morte dello zio. A 14 anni fu scritturato per venti sere al teatro di York, recitandovi, tra l'altro, Amleto. In seguito la fama della sua abilità gli procurò l'invito a recitare una volta in presenza di Giorgio III. Passò poi in varie città dell'Inghilterra e durante una di queste peregrinazioni sposò, nel luglio 1808, l'attrice Mary Chambers. Seguirono anni di miseria e di squallore, finché ottenne, più che altro come esperimento, di recitare al teatro del Drury Lane di Londra. Tra la generale sfiducia, la sera del 26 gennaio 1814 apparve nel Mercante di Venezia. La potenza della sua espressione drammatica fu una rivelazione e finì con un successo trionfale. Gli anni successivi furono una serie di trionfi che procurarono al K. larghissima agiatezza. Nel 1825 le sue relazioni con la moglie d'un banchiere gli attirarono una condanna pecuniaria e produssero uno scandalo, in seguito al quale il K. intraprese un giro in provincia e poi negli Stati Uniti e nel Canada. Dimenticati gli scandali, riapparve nel 1827 al Drury Lane e vi ritrovò accoglienza benevola, sebbene cominciasse a declinare. Si abbandonò sempre più a stravaganze e al bere, finché il 25 marzo 1833, mentre al teatro del Covent Garden recitava in Otello, cadde tra le braccia del figlio. Il poco che sopravvisse non fu che una lenta agonia.

Il suo repertorio non fu molto esteso né egli ebbe doti fisiche particolarmente notevoli, salvo lo splendore degli occhi; ma in una dozzina d'interpretazioni, tra cui principalissime Riccardo III, Shylock, Otello, Amleto, Lear, non ebbe rivali, soprattutto per la suggestione che sapeva esercitare, per la straordinaria mobilità del volto e per ia potenza veramente eccezionale del giuoco mimico. In un giro di rappresentazioni a Parigi la sua arte venne scarsamente apprezzata; fu piuttosto l'interesse per l'uomo che ispirò ad A. Dumas padre la commedia intitolata appunto Kean (1836).

Il suo secondo figlio Charles John, nato a Waterford (Irlanda) il 18 gennaio 1811, morto a Queensborough Terrace, Chelsea (Londra) il 22 gennaio 1868, interruppe la propria educazione nel 1827, al declinare delle fortune paterne. Recitò per la prima volta al Drury Lane il 10 ottobre 1827. Nel I850 entrò in società con R. Keely per la gestione del Princess's Theatre. Ritiratosi l'anno seguente il socio, C. K. iniziò la serie di riesumazioni teatrali, con largo posto a Shakespeare, che costituiscono il suo miglior titolo a essere ricordato. Lasciata la direzione del teatro nel 1859, fece varie tourneés in Inghilterra e in America. Come attore rimase molto inferiore al padre: salvo Amleto e, fino a un certo segno, Riccardo III, le altre sue interpretazioni shakespeariane non furono felici. La sua recitazione, sempre coscienziosa e molto accurata, fu però priva d'ispirazione.

Bibl.: Su Edmund: sono da prendere con cautela le biografie di B. Cornwall (pseudon. di B. W. Procter), Life of E. K., voll. 2, Londra 1835 e di F. W. Hawkins, Life of E. K., ecc., voll. 2, Londra 1869. V. inoltre: J. F. Molloy, Life and Adventures of E. K., Londra 1897; F. Phippen, Memoirs of E. K., Londra 1814. Su Charles John: J. W. Cole, Life and Theatrical Times of C. K., voll. 2, Londra 1860-62.

Vedi anche
Alexandre Dumas Dumas ‹dümà›, Alexandre (Dumas, Alexandre père; propr. A. Davy de la Pailleterie Dumas, Alexandre). - Romanziere e drammaturgo francese (Villers-Cotterets, Aisne, 1802 - Puys, Dieppe, 1870). Personalità vivace e pittoresca, conquistò i favori di un vastissimo pubblico borghese e popolare con i suoi drammi ... William Charles Macready Macready ‹mëkrìidi›, William Charles. - Attore (Londra 1793 - Cheltenham 1873); esordì nel 1810 a Birmingham, ma la sua fama fu consacrata nel 1819 con l'interpretazione del Riccardo III. Nel 1821 fu in Francia e Italia, nel 1823 passò al Drury Lane. Nel 1837-39 fu nella direzione del Covent Garden, ... Lemaître, Antoine-Louis-Prosper, detto Frédérick Lemaître ‹lëmèetr›, Antoine-Louis-Prosper, detto Frédérick. - Attore (Le Havre 1800 - Parigi 1876); esordì nei teatri minori e fu ai Funambules come mimo. Nel 1823 all'Ambigu ottenne un grande successo nell'Auberge des Adrets, dramma patetico che trasformò in un'esilarante commedia imperniata sul personaggio ... Amleto Protagonista dell'omonima tragedia di W. Shakespeare. Ad Amleto, principe di Danimarca, lo spettro del padre chiede vendetta per la propria morte, dovuta al fratello, che ne ha sposato la vedova. Amleto rimanda l'azione simulando la pazzia, attribuita all'amore per Ofelia, figlia del ciambellano Polonio. ...
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Vocabolario
sregolatézza
sregolatezza sregolatézza s. f. [der. di sregolato]. – Il fatto di essere sregolato, condotta sregolata: s. di abitudini, di vita, di costumi. Con sign. concr., atto o comportamento sregolato: vantarsi delle proprie s.; la cambiale è la...
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