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BRIZIO, Edoardo

di Luigi Rocchetti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)
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BRIZIO, Edoardo

Luigi Rocchetti

Nacque il 3 marzo 1846 da Pietro e da Luigia, agiati commercianti, a Torino, e qui compì gli studi classici e frequentò l'università. Nel 1868, vinto il concorso per un posto di allievo della prima scuola archeologica italiana fondata dal Bonghi, si trasferì a Pompei dove, sotto la direzione del Fiorelli, direttore del Museo di Napoli e degli scavi di Pompei, e coadiuvato dal De Ruggiero, professore di archeologia all'università di Napoli, rimase fino al 1871, studiando ed esercitandosi a diretto contatto con il materiale monumentale.

Fin dai primi scritti, su epigrafi, pitture e reperti pompeiani, pubblicati nel Giornale degli scavi di Pompei (1868, 1869, 1870, 1872), si avvertono una scrupolosità di lavoro e un rispetto per il contesto storico in cui e di cui il monumento viveva, ignoti in un'epoca di prevalente dilettantismo archeologico che mirava per lo più alla ricerca di opere celebri o singolari, adatte ad abbellire musei o collezioni private.

Lasciata Pompei, nel 1871 compilò a Bologna il Catalogo delle raccolte archeologiche del Museo civico (Bologna 1871). Il 1º ag. 1872 passò a Roma, segretario alla Soprintendenza per gli scavi e i monumenti della provincia di Roma, fondata alla fine del '70 e con sede negli Orti farnesiani. Suo compito era riferire sulle recenti scoperte avvenute nelle varie zone della città, a Cerveteri, Tarquinia e nel Viterbese.

Fu un periodo di intenso lavoro in cui il B. - anche grazie al contatto con la Scuola germanica di Roma, l'unica che disponesse di una metodologia scientifica e di una certa prospettiva storica - affinò ed approfondì il suo metodo di ricerca; si legò così molto al Brunn, di cui si sentiva discepolo spirituale. Durante questo periodo pubblicò i due rilievi noti come "anaglypha Traiani" rinvenuti nel Foro romano presso la colonna di Foca (Due bassorilievi in marmo, in Ann. dell'Ist. di corrisp. archeol., XLIV [1872], pp. 309-330) e nel 1873, a Roma, la relazione Sulle scoperte archeologiche della città e della provincia di Roma negli anni 1871-72. I Numeri del Boll. dell'Ist. di corrisp. archeol. dal 1871 al 1874testimoniano la sua attività di studioso e scavatore a Tarquinia, a Cerveteri e nella stessa Roma.

Nel 1874 divenne membro dell'Istituto archeologico germanico. Dopo un anno trascorso in Grecia, allievo della Scuola archeologica italiana, tornato in Italia pubblicò Pitture e sepolcri scoperti sull'Esquilino (Roma 1876), in cui dava un'accurata descrizione e interpretazione delle narrazioni figurate rappresentanti arcaici miti romani rinvenute in ipogei scoperti durante lavori per l'apertura della via Principe Eugenio. Nello stesso 1876, a trenta anni, vinceva il concorso per la cattedra di archeologia all'università di Bologna, succedendo al Rocchi, entrando a far parte della facoltà di lettere, la più viva, forse, nell'Italia di allora, illustre per i nomi del Carducci, di F. Acri, di G. B. Gandino. Qui insegnò per trent'anni, formando un'eletta schiera di discepoli, tra cui G. Ghirardini, G. Pellegrini e P. Ducati.

L'ambiente archeologico bolognese di quegli anni eramesso a rumore per le recenti rivelazioni della civiltà villanoviana, deisepolcreti Benacci e Arnoaldi, dei loro rapporti con le altre culture padane. Tralasciando i suoi interessi classici - che tuttavia furono gli argomenti più importanti dei suoi corsi universitari, e cui dedicò spesso articoli di divulgazione pubblicati sulla Nuova Antologia (siricordano Gliscavi di Olimpia, 1º genn. 1878, pp. 115-42; Schliemann e gli scavi di Micene, 1º genn. 1879, pp. 65-102; Le ruine e gli scavi di Dodona, 16 apr. 1879, pp. 640-664; Pericle,Fidia e il Partenone, 16 dic. 1880, pp. 665-685; 10 genn. 1881, pp. 69-88) - ilB. volse l'attenzione alla paletnologia dell'Italia settentrionale indagandone con studi e scavi, tra polemiche e dibattiti, i confusi problemi.

Il B., in contrasto con il Pigorini e lo Helbig, sosteneva che le terremare fossero un prodotto della civiltà dei Liguri e che la civiltà villanoviana fiorita a Bologna fosse opera degli Umbri, popolazione di origine settentrionale; riguardo agli Etruschi, seguiva il racconto erodoteo: provenienti dalla Lidia e insediatisi sulle coste tirreniche, essi non sarebbero passati nella pianura padana che nel VI secolo a. C. (La provenienza degli Etruschi, in Atti e mem. della R. Dep. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 3, III [1885], pp. 119-234).

L'attività del B. non fu solo dedicata all'università. Nel 1881 divenne direttore del Museo civico di Bologna, che sistemò raggruppandone topograficamente il materiale; nell'87 divenne direttore e poi soprintendente agli scavi d'antichità dell'Emilia e delle Marche, e in questa veste compì campagne di scavo a Marzabotto (Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto, in Mon. antichi pubbl. per cura della R. Accademia dei Lincei, I[1890], pp. 249-426) e, nelle Marche, a Novilara e Montefortino, dove ebbe la rivelazione della civiltà picena (La necropoli di Novilara presso Pesaro,ibid., V [1895], pp. 85-460; Il sepolcreto di Montefortino presso Arcevia,ibid., IX [1899], pp. 617-808). Una sintesi del suo pensiero sulla preistoria d'Italia comparve in Storia politica d'Italia scritta da una società di professori. Epoca preistorica, Milano 1898, pp. ICXXXXIX. Per i suoi meriti scientifici fu eletto dottore onorario dell'università di Pietroburgo e membro dell'Accademia di Stoccolma; nel 1902 fu fatto socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.

Morì a Bologna il 5 maggio 1907.

Bibl.: L. Mariani, E. B., in Ausonia, II (1907), pp. VI-XI, con la principale bibliografia; A. Grenier, E. B., in Revue archéologique, s. 4, IX (1907), pp. 466-69; Bollettino di Paletnologia italiana, s. 4, XXXIII(1907), 3, p. 48, con bibl. riguardante la paletnologia; G. Albini e G. Ghirardini, E. B.; discorso letto nell'Archiginn. il 7 nov.1909, in Atti e mem. della R. Deput. di storia patria per la Romagna, s. 3, XXVII (1909), pp. 374 ss. (con bibl. completa).

Vedi anche
Giovanni Gozzadini Storico e archeologo (Bologna 1810 - ivi 1887). Scrisse numerose opere di storia bolognese (Studi archeologici e topografici sulla città di Bologna, 1868) e ampie monografie di archeologia. Scoprì il sepolcreto di Villanova e l'etrusca Marzabotto. Senatore del Regno (1860), socio nazionale dei Lincei ... Giovanni Pàscoli Pàscoli, Giovanni. - Poeta (San Mauro, od. San Mauro Pascoli, Giovanni, 1855 - Bologna 1912). Con la sua ricerca linguistica audacemente sperimentale, Pascoli, Giovanni aprì la strada alla rivoluzione poetica del Novecento. Con la raccolta Myricae, la poesia italiana sembra scrollarsi di dosso le incrostazioni ... Zannóni, Antonio Zannóni ‹Ʒ-›, Antonio. - Ingegnere, architetto e archeologo (Faenza 1833 - Ceretolo, Bologna, 1910). Si dedicò a vaste esplorazioni della città di Bologna, relative alle antichità villanoviane, etrusche e preromane. Raccolse i risultati dei suoi scavi in: Gli scavi della Certosa di Bologna (1876), La ... Carducci, Giosue Poeta italiano (Val di Castello, nella Versilia, 1835 - Bologna 1907). Crebbe "selvatico" nella Maremma toscana, dove il padre, Michele, un liberale già carbonaro, era medico condotto. Andò poi a Firenze e a Pisa, dove si laureò nel 1856. Di questo stesso anno è la polemica antiromantica, d'impostazione ...
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Altri risultati per BRIZIO, Edoardo
  • Brìzio, Edoardo
    Enciclopedia on line
    Archeologo e paletnologo (Torino 1846 - Bologna 1907); prof. (dal 1876) di archeologia all'univ. di Bologna e (dal 1887) sopraintendente alle Antichità delle Marche ed Emilia, si dedicò allo studio di problemi attinenti la protostoria regionale. Dissentendo da L. Pigorini, il B. riconobbe nei Terramaricoli ...
  • BRIZIO, Edoardo
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Archeologo e paletnologo, nato in Torino il 3 marzo 1846, morto in Bologna il 5 maggio 1907. Alunno della prima scuola archeologica italiana dal 1868 al 1871, si dedicò specialmente agli studî pompeiani; dal 1872 al 1876 visse a Roma, funzionario delle Antichità e Belle arti, occupandosi di antichità ...
Vocabolario
briża
briza briża s. f. [lat. scient. Briza, dal gr. βρίζα]. – Genere di piante della famiglia graminacee, con una ventina di specie; comprende erbe annue o perenni, con tipiche pannocchie pendule e tremolanti, formate da graziose spighette appiattite...
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