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CANTELMO, Francesco

di Tiziano Ascari - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)
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CANTELMO, Francesco

Tiziano Ascari

Nacque probabilmente a Ferrara, intorno al 1495 da Sigismondo e da Margherita Maloselli. Dal 1510 ebbe come precettore Lazzaro Bonamico. Nel 1516 si arruolò nell'esercito francese e nel dicembre era a Villafranca col Lautrec, del quale godette poi sempre la protezione e l'amicizia. Ammalatosi, lasciò l'esercito e si ritirò a Mantova, donde nel marzo 1517 Alfonso d'Este lo ricondusse a Ferrara. Nella primavera del 1520 il C. fu mandato alla corte di Francia, incaricato di spiegare al re le ragioni per cui il cardinale Ippolito aveva lasciato l'Ungheria, e per altre minori incombenze. Restò in Francia sino all'agosto e, appena tornato a Ferrara, fu spedito a Roma presso Leone X per questioni relative ai benefici che il cardinale Ippolito, da poco definito, aveva in Lombardia.

L'anno dopo il C. era di nuovo nell'esercito francese, al comando di una compagnia e con funzioni di portavoce del duca di Ferrara presso il Lautrec, al quale ebbe, tra l'altro, l'incarico di riferire il rifiuto di Alfonso di ammettere le truppe francesi nel ducato, per non compromettere le trattative estensi con la corte imperiale per la restituzione di Modena. Tornato a Ferrara, nell'agosto 1522 il C. fu mandato a Pisa e a Livorno per incontrare e riverire a nome del duca il nuovo papa, Adriano VI, che dalla Biscaglia si trasferiva a Roma. Alla fine del 1522 fu inviato a Rimini, al comando di una compagnia di uomini d'arme ferraresi, per fiancheggiare l'esercito pontificio contro Sigismondo Malatesta, il quale si era impadronito della città durante la vacanza della Sede apostolica.

Nel gennaio del 1526 il C. fu nuovamente mandato in Francia per rallegrarsi col re della sua liberazione e ancora vi fu inviato verso la fine dell'anno seguente, incaricato delle trattative relative al matrimonio di Ercole d'Este con Renata di Francia. Restò a Parigi sino alla primavera del 1528 per concordare l'entità del contributo estense alla lega antiasburgica; doveva inoltre sollecitare l'intervento di Francesco I perché fossero mantenute da Clemente VII le promesse fatte al duca di Ferrara per indurlo a partecipare alla lega (licenza di produrre sale a Comacchio, rinuncia ai diritti papali su Modena e Reggio, cappello cardinalizio per Ippolito d'Este).

Intanto il Lautrec si era mosso con l'esercito dirigendosi verso il Regno di Napoli. Il duca Alfonso, conforme ai patti, gli mandò cento uomini d'arme al comando del C., che era appena tornato in Italia, e che da quella spedizione sperava anche di recuperare alla sua famiglia i feudi un tempo posseduti nel Reame. Nell'aprile egli era già con la sua compagnia in Abruzzo. Non si sa esattamente quali siano state le sue vicende nei mesi seguenti che videro il fallimento della spedizione. Si sa soltanto che nel settembre era presso Barletta e che, mentre tornava dal Reame a Ferrara, cadde ammalato, forse per i grandi disagi sopportati, e morì nell'ottobre del 1528.

In un'epigrafe sul monumento sepolcrale suo e della madre, ora nella basilica di S. Andrea a Mantova, si legge che il C. sarebbe stato incaricato anche di un'ambasceria a Carlo V, ma di questa missione non si trova ricordo nell'archivio Estense.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Cancelleria ducale,Ambasciatori,Francia, bb. 6, 7; Roma, b. 26; Firenze, b. 13; Milano, b. 24; Romagna, b. 1; Napoli, b. 9; Particolari,s.v.; Condottieri d'arme,s.v.; Arch. di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, bb. 1248, 1249; L. A. Muratori, Antichità estensi, II, Modena 1740, p. 352; P. De Nolhac, Les correspondants d'Alde Manuce, in Studi e documenti di storia e diritto, IX (1888), p. 226, 229; B. Fontana, Renata di Francia, I, Roma 1889, p. 49; E. Picot, Les Italiens en France au XVIe siècle, Bordeaux 1902, p. 70; E. Pastorello, Per l'epistolario di Aldo il Vecchio, in La Bibliofilia, LII (1950), p. 21; Diz. Biogr. d. Italiani, XI, p. 534 (s. v. Bonamico Lazzaro).

Vedi anche
Carlo V imperatore (I come re di Spagna, II d'Ungheria e IV di Napoli). - Figlio (Gand 1500 - San Jerónimo de Yuste 1558) dell'arciduca d'Austria Filippo il Bello (perciò nipote dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo) e di Giovanna la Pazza (figlia di Ferdinando d'Aragona e di Isabella di Castiglia), divenne a soli sei ... Stato Pontificio Con riferimento al pontefice romano come sovrano temporale, lo Stato della Chiesa, governato dal papa fino al 1870. 1. L’origine Lo Stato Pontificio, Stato nacque da una base costituita dalla sovrapposizione del Patrimonio di S. Pietro (➔) sul ducatus bizantino. Alla metà dell’8° sec. il duca come ... cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... Santa Sede (o Sede Apostolica) Denominazione attribuita nel cristianesimo primitivo a ogni Chiesa fondata dagli apostoli; più tardi riservata alla sola Chiesa romana. ● Il Codex iuris canonici (can. 361) dichiara che con la denominazione Santa Sede o Sede Apostolica si intendono non solo il Romano Pontefice ma ...
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francésco
francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
francescano
francescano agg. e s. m. – 1. agg. Di san Francesco d’Assisi (1181 o 1182-1226) e dell’ordine da lui fondato: il movimento f.; la predicazione f.; la regola f.; l’abito f.; missioni francescane. Che è proprio di san Francesco d’Assisi e...
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