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TALENTI, Francesco

di Simone Caldano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)
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TALENTI, Francesco

Simone Caldano

Nacque verosimilmente a Nipozzano nel primo decennio del XIV secolo. Il Necrologio di S. Maria Novella a Firenze testimonia che Jacopo Talenti, probabile fratello di Francesco, morì nel 1362 ed era nato sessant’anni prima in quel villaggio fortificato del Pratomagno. è quindi possibile che lì si debbano cercare anche le origini di Francesco.

Delle prime fasi dell’iter seguito da Talenti si sa poco: nel 1325 l’Opera del duomo di Orvieto gli pagò 5 soldi al giorno per una prestazione imprecisata; quattro pergamene di S. Maria Novella (due del 1332 e due del 1334) testimoniano che era orfano di padre e faceva parte del popolo di S. Maria sopr’Arno; una provvisione del Comune di Firenze (28 luglio 1349) attesta che fu uno dei periti che suggerirono l’acquisto e la demolizione di alcune case dei Galigari per fare spazio alla cappella di S. Anna in Orsanmichele.

Talenti compare per la prima volta presso la cattedrale fiorentina, nel ruolo di «principalem magistrum dicti operis», il 5 gennaio 1351 (Guasti, 1887, p. 66, doc. 68). Quel giorno furono forniti molti marmi lavorati da mettere in opera «in quactuor fenestris»: evidentemente le quattro trifore del settimo e ultimo piano del campanile (ibid.). Doveva essere capomastro già da qualche anno: nel canto 85 del Centiloquio (1373), in relazione al cantiere, Antonio Pucci riferisce che, partito Andrea Pisano (alla fine del 1341 o, al più tardi, nel 1342, come sappiamo da studi recenti), «guidò ’l poi Francesco di Talento». Andrea aveva realizzato il terzo e il quarto piano della torre, e quindi è probabile che non solo il settimo, ma anche il quinto e il sesto siano opera di Talenti, tanto più che non presentano discrepanze significative tra di essi (ibid.).

Il 29 maggio 1355 gli fu commissionato un modello di legno della cattedrale, con particolare attenzione per il capocroce e per il «difetto delle finestre», allusione a un modello precedente, con ogni probabilità di Arnolfo di Cambio (ibid.). Dopo un complesso dibattito sui sostegni, il 3 agosto 1357 il modello di Talenti fu preferito a quello di Andrea Orcagna, e fu avviata la costruzione dei pilastri cruciformi, con riseghe pentagonali. Il 31 dello stesso mese gli fu ordinato il modello del capitello del primo pilastro a partire da ovest. Allo stesso anno (12 luglio 1357) risale un riferimento al progetto di un sistema voltato, quasi certamente non previsto nel progetto di Arnolfo.

Tra il 1359 e il 1362 le vicende del cantiere, e quindi di Talenti, sono ignote a causa della perdita delle Ricordanze dei provveditori. In seguito (20 dicembre 1364) Francesco fu cacciato dal cantiere, per poi essere riammesso (7 luglio 1366), a patto che si occupasse solo del ballatoio. Intanto la costruzione delle volte a crociera della navata centrale aveva avuto un avanzamento importante. Già il 13 luglio 1366 una commissione di orefici nominati dall’arte di Por Santa Maria emanò una perizia, in seguito alla quale fu dato al corpo longitudinale l’assetto che ha tuttora: i valichi furono portati da tre a quattro, sopra le navate minori furono costruiti gli attici, in ogni muro perimetrale nella terza e nella quarta campata fu aperta una sola bifora (non più una coppia, come nelle prime due specchiature). Gli attici pongono rimedio alla scarsa altezza delle navate minori, lamentata nella perizia, e nascondono alla vista i disallineamenti tra le lesene che all’esterno individuano le prime due campate e i corrispondenti contrafforti. Queste opere furono realizzate sotto la guida di Talenti, che nel frattempo aveva riacquisito un ruolo importante.

Fu attivo anche in altri cantieri: nell’aprile 1357 l’Opera metropolitana di Siena pagò a lui e a Benci di Cione 3 fiorini per un parere sulla fabbrica del duomo nuovo; il 6 febbraio 1367 Talenti e Giovanni di Lapo Ghini ricevettero 2 fiorini d’oro e 20 soldi per una consulenza sull’abside maggiore del duomo di Prato, e in particolare sull’abbassamento delle imposte delle volte; il 23 marzo dello stesso anno Francesco e suo figlio Simone giunsero a un compromesso con gli operai della chiesa fiorentina di S. Maria Maggiore, che in precedenza non avevano pagato il dovuto ai Talenti per un’imprecisata prestazione a cottimo.

Il 31 luglio 1369 l’Opera del duomo di Firenze gli pagò l’ultimo salario di cui si ha notizia. Probabilmente morì poco tempo dopo.

Fonti e bibliografia

Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, S. Maria Novella (18 settembre 1332, 15 dicembre 1332, 4 febbraio 1334, 21 febbraio 1334). C. Boito, Due notizie su F. T., in Giornale dell’ingegnere-architetto ed agronomo, XV (1867), pp. 166-168; C. Guasti, Santa Maria del Fiore: la costruzione della chiesa e del campanile, Firenze 1887, pp. 62-222, docc. 66-224; L. Fumi, Il Duomo di Orvieto e i suoi restauri: monografie storiche condotte sopra i documenti, Roma 1891, p. 49, doc. 71 (anno 1325); P. Franceschini, L’Oratorio di San Michele in Orto in Firenze, Firenze 1892, p. 42; V. Crispolti, Santa Maria del Fiore alla luce dei documenti, Firenze 1937, pp. 86-216; P. Toesca, Il Trecento, Torino 1951, pp. 25-28; W. Paatz - E. Paatz, Die Kirchen von Florenz: Ein kunstgeschichtliches Handbuch, III, Frankfurt am Main 1952, pp. 320-612; W. Braunfels, Mittelalterliche Stadtbaukunst in der Toskana, Berlin 1953, passim; G. Kiesow, Zur Baugeschichte des Florentiner Domes, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, X (1961-1963), pp. 1-22; W. Braunfels, Der Dom von Florenz, Olten-Lausanne-Freiburg im Brsg. 1964, passim; H. Saalman, Santa Maria del Fiore, 1294-1418, in The Art Bulletin, XLVI (1964), pp. 471-500; H. Siebenhüner, T., F., in U. Thieme - F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, XXXII, Leipzig 1966, pp. 415 s.; L. Gori Montanelli, Il sistema proporzionale dell’interno del Duomo di Firenze, in Festschrift Ulrich Middeldorf, I, a cura di P. Tigler, Berlin 1968, pp. 64-72; M. Trachtenberg, The Campanile of Florence Cathedral: “Giotto’s Tower”, New York 1971, pp. 127-150; G. Kreytenberg, Der Dom zu Florenz. Untersuchungen zur Baugeschichte im 14. Jahrhundert, Berlin 1974, pp. 15, 38-41, 55-65; Id., Der Campanile von Giotto, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XXII (1978), pp. 147-184; C. Pietramellara, S. Maria del Fiore a Firenze: i tre progetti, Firenze 1984, passim; D. Finiello Zervas, Un nuovo documento per la storia del Duomo e del campanile di Firenze (1333-1359), Rivista d’arte, serie 4, III (1987), pp. 3-53; G. Rocchi Coopmans de Yoldi, Le fasi della fabbrica dal periodo arnolfiano a quello talentiano, in S. Maria del Fiore. Rilievi, documenti, indagini strumentali, interpretazione: il corpo basilicale, a cura di G. Rocchi Coopmans de Yoldi, Milano 1988, pp. 63-72; A. Busignani - R. Bencini, Le chiese di Firenze. Quartiere di San Giovanni, Firenze 1993, pp. 99-104; G. Kreytenberg, Talenti, in The Dictionary of Art, XXX, New York 1996, pp. 272-274; V. Ascani, Talenti, in Enciclopedia dell’arte medievale, XI, Roma 2000, pp. 67-69; A. Peroni, Santa Maria del Fiore e il gotico in Toscana: dalla controfacciata arnolfiana al sistema dei contrafforti e delle coperture, in Atti del VII centenario del Duomo di Firenze. …1997, I.1, a cura di T. Verdon - A. Innocenti, Firenze 2001, pp. 243-270; G. Rocchi Coopmans de Yoldi, Il cantiere del complesso di Santa Maria del Fiore dall’epoca arnolfiano-giottesca a quella brunelleschiana, in S. Maria del Fiore e le chiese fiorentine del Duecento e del Trecento nella città delle fabbriche arnolfiane, a cura di G. Rocchi Coopmans de Yoldi, Firenze 2004, pp. 11-111 (in partic. pp. 93-111); F. Corsi Masi, Il ballatoio interno della Cattedrale di Firenze: dal progetto di Arnolfo alla realizzazione tardotrecentesca, Ospedaletto 2005, passim; A. Grote, L’opera del duomo di Firenze (1285-1370), Firenze 2009 (trad. dell’edizione originale tedesca del 1959), passim; M.A. Causarano, La cattedrale e la città: il cantiere del Duomo di Siena tra XI e XIV secolo, Sesto Fiorentino 2017, p. 124; S. Caldano, L’attività di F. T. alla cattedrale di Firenze e in altri cantieri centro-italiani: primi risultati di ricerca, in Studi e ricerche di storia dell’architettura, II (2018), 4, pp. 78-85.

Vedi anche
Andrèa Pisano (o Andrea di Ugolino di Nino da Pontedera). -  Orafo, scultore e architetto (notizie fra il 1330 e il 1348). L'unica opera scultorea a lui sicuramente attribuibile è la porta bronzea del Battistero di Firenze, monumento capitale della scultura italiana del Trecento, dove si riconoscono influssi della ... Brunelléschi, Filippo Architetto e scultore (Firenze 1377 - ivi 1446). Riconosciuto, già dai suoi contemporanei (dall'Alberti che gli dedicò il suo trattato Della Pittura, all'autore della nota biografia, dai più identificato con Antonio Manetti), tra i fondatori del rinascimento per le sue opere architettoniche e il suo ... Alberto Arnòldi Scultore, forse di origine lombarda, attivo a Firenze (notizie fra il 1351 e il 1364). Sue opere documentate sono una Madonna col Bambino tra due angeli (1359-64) per l'altare dell'Oratorio del Bigallo, e un rilievo (Madonna col Bambino) nella lunetta sulla porta dello stesso Oratorio (1361), in cui ... pilone Elemento strutturale in muratura o in calcestruzzo per lo più di forma prismatica e ad asse verticale. Costruito fuori terra, può essere l’elemento intermedio di appoggio delle arcate o delle travate di un ponte, oppure può essere costruito nell’interno del terreno naturale quale elemento di fondazione ...
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Vocabolario
francésco
francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
talentare
talentare v. intr. [der. di talento2] (io talènto, ecc.; aus. essere, ma i tempi composti sono poco usati), letter. o raro. – Andare a genio, garbare, piacere (si usa quasi soltanto nelle terze persone): lui fa sempre ciò che gli talenta;...
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