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FIAMMA, Gabriele

di Gino Pistilli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)
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FIAMMA, Gabriele

Gino Pistilli

Nacque a Venezia nel 1533, da Giovanfrancesco e da Vincenza Diedo, gentildonna veneziana.

Il padre, originario di Bergamo, esercitava la giurisprudenza. Il F. apprese il latino e il greco presso G. B. Cipelli Egnazio. Benché destinato dal padre alla carriera militare (ancor giovinetto fu creato conte palatino dall'imperatore Carlo V), a tredici anni scelse di entrare nel monastero di S. Maria della Carità in Venezia, dove vestì l'abito di s. Agostino fra i canonici regolari lateranensi. Si trasferì poi a Padova, nella canonica di S. Giovanni in Verdara, dove approfondì e completò gli studi teologici, e ascoltò le lezioni del celebre teologo G. Vielmo. Ordinato prete nel 1556, sostenne l'anno seguente la cosiddetta "disputa quodlibetica", proponendo in pubblico per tre giorni di seguito difficili questioni teologiche.

Si applicò subito alla predicazione e in breve divenne uno degli oratori più celebri del suo tempo. Predicò in varie città: Firenze, Mantova, Genova, Padova, Ravenna, Napoli e Venezia. Intanto il 19 marzo 1562, quand'era a Napoli per le prediche della quaresima, fu denunciato alla S. Inquisizione come uomo di dubbia fede, e i suoi scritti furono esaminati dalla commissione inquisitoriale presieduta dal cardinale Antonio Ghislieri, il futuro papa Pio V. Grazie all'appoggio dei Gonzaga e di Marcantonio Colonna, il F. venne completamente prosciolto da ogni accusa.

Poco dopo, nel 1565, si ritirò a Treviso, nel monastero dei lateranensi detto dei Santi Quaranta, per un periodo di meditazione e di studio, durante il quale concepì e scrisse molte delle sue opere. Non smise però la sua attività di predicatore, e si spostò spesso. Lo troviamo a Padova nel 1566 e a Roma nel 1568, dov'è correttore ecclesiastico della Tipografia del Popolo romano. Due anni prima aveva pubblicato il suo primo libro, a Venezia pei tipi di F. de Franceschi senese: Prediche fatte in vari tempi in vari luoghi, et intorno a vari soggetti, 12 prediche dedicate a Vincenzo Gonzaga priore di Barletta, scritte in uno stile ornato, ricco di tropi e di figure retoriche.

Nel 1570 diede alle stampe le sue Rime spirituali, sempre per il Franceschi. Il testo ebbe una certa fortuna: venne ristampato altre due volte (1573 e 1575) ed ebbe una notevole diffusione nella letteratura madrigalistica spirituale di fine secolo (fra gli altri, musicò rime del F. anche Orlando di Lasso).

Il canzoniere spirituale del F. è costituito da 122 sonetti (di cui 13 raccolti a formare la "Corona della Beata Vergine"), 10 canzoni, la parafrasi in versi di 8 sabni, 9 odi, 2 sestine e i poesia latina con traduzione (Orphei carmina), per un totale di 152 testi. Ogni poesia è seguita e tipograficamente incorniciata da una dotta esposizione, nella quale si trovano citazioni di passi biblici e di classici latini e greci, notizie autobiografiche, meditazioni spirituali. I temi sono esclusivamente religiosi, eccetto due sonetti autobiografici (nn. 82-83) e tre sul pericolo turco che minaccia la Cristianità (nn. 73-75). Precedono le rime una dedica e una prefazione "A' lettori".

Nel 1571 il F. pubblicò De' discorsi sopra l'Epistole e Vangeli di tutto l'anno. Parte prima presso il Franceschi, una raccolta di 58 prediche, ordinate in modo da seguire l'anno liturgico dall'Avvento alla Pentecoste.

Questa prima parte fu ristampata altre tre volte (1574, 1580, 1584), mentre una seconda parte, concepita e forse anche scritta (com'egli stesso avverte nelle Rime), non vide mai la luce.Nel 1572 era a Roma, dove consigliava Paolo Manuzio sul futuro della figlia, e sempre nello stesso anno a Napoli, come testimonia una lettera pubblicata da Ferrante Carafa. Nel 1575 predicò a Roma in occasione del giubileo con grande successo, tanto che si diffuse un motto a designare la triade per eccellenza dell'oratoria sacra: "Flamma docet, Lupus movet, Panigarola delectat". Nel frattempo venne fatto abate del monastero di S. Maria della Carità e poi visitatore dei monasteri del suo Ordine. Nel 1576, nel pieno di un'epidemia di peste a Venezia, il F. tenne un discorso, alla presenza del doge Luigi Mocenigo, sul modo di liberare la città da quel flagello, discorso che verrà poi pubblicato a Milano nel 1630.

Nel 1578 fu eletto, dal capitolo di Ravenna, abate generale della Congregazione e in quest'occasione recitò un'elegante orazione latina, il De optimi pastoris munere, stampata lo stesso anno dai figli di Aldo. Nel 1580 le sue Rime furono messe all'Indice (edizione non ufficiale di Parma). Nel 1581 cominciò la pubblicazione dell'opera agiografica del F., Le vite de' santi divise in XII libri..., in Venezia, presso gli eredi di Pietro Deuchino, in folio: opera di grande respiro, che avrebbe dovuto comprendere tutti i dodici mesi dell'anno, ma che rimase incompiuta ai santi del mese di giugno, per un totale di 185 biografie (del 1583 il II tomo, del 1602 il III).

Il successivo periodo della vita del F. è il più documentato. Morto il vescovo di Chioggia M. Medici il 30 ag. 1583, nacque una questione sull'elezione del successore. Ci furono molte richieste per l'elezione di G. Zarlino, francescano, maestro di cappella in S. Marco e famoso teorico musicale. Invece il 23 genn. 1584 papa Gregorio XIII destinò come successore nel vescovado di Chioggia il F., che prese ufficialmente possesso della sua nuova sede il 7 marzo dello stesso anno. Il nuovo vescovo visitò la sua diocesi nell'aprile, e il 17 addivenne a un accordo sulla questione Zarlino, rimasta in sospeso. Intervenne nel frattempo al capitolo generale tenutosi nella canonica di Porto in Ravenna, dove recitò l'orazione De otio vitando. A Chioggia si occupò alacremente, assieme al podestà G. Da Lezze, per portare a termine i lavori della chiesa della Beata Vergine di Marina, detta della Navicella, cominciata a costruire in seguito ad un'apparizione miracolosa della Madonna il 24 giugno 1508.

Il F. in venti mesi fece fare più di quanto si era fatto in settant'anni (come dice il podestà Da Lezze in una relazione presentata al Senato nel maggio 1585), e il 24 febbraio si svolse la consacrazione ufficiale della nuova chiesa, presenti tutte le autorità di Chioggia.

Morì a Chioggia (Venezia) all'età di cinquantadue anni, il 14 luglio 1585. Fu sepolto nel monastero della Carità.

Altre opere del F.: Sei prediche in lode della Beata Vergine sopra l'Evangelo di s. Luca "Missus est Angelus Gabriel", Venezia 1576; Parafrasi poetica sopra alcuni salmi di David profeta, Venezia s.a. (forse 1570); Vita del b. Lorenzo Giustiniano, Venezia 1606. Rime del F. sono anche in Trofeo della Vittoria sacra, a cura di L. Groto, Venezia 1572, cc-7v-12r; Nuova scelta di rime di molti elevati ingegni..., Pavia 1593, cc. 28r-29v; C. Fiamma, Il sacrotempio..., Vicenza 1613, pp. 189 s., 252-258.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Processi S. Ufficio, b. 22, fasc. 23; Ibid., Monast. S. Maria della Carità, b. 2, c. 1; F. Carrafa, Dell'Austria, Napoli 1572, cc. 29v, 31r, 75r, 76r, 166-167r; G. Gualtieri, Relationi della venuta de gli ambasciatori giaponesi..., Venetia 1586, p. 114; C. Rosini, Lyceum Lateranense, Caesenae 1649, I, pp. 331-335; G. A. Gradenigo, Vita di mons. G. F., in G. F., Le rime spirituali, Treviso 1771, pp. I-XLIII; G. Vianelli, Nuova serie de' vescovi..., Venezia 1790, 11, pp. 180-195; G. Gallicciolli, Delle memorie venete, III, Venezia 1795, pp. 349 s.; P. Manuzio, Lettere... copiate sugli autografi, Parigi 1834, pp. 128, 131, 225; Lettere di scritt. ital. del sec. XVI, a cura di G. Campori, Bologna 1877, pp. 141-147; E. Santini, L'eloquenza ital. dal Concilio tridentino..., I, Milano-Palermo-Napoli 1923, pp. 41 s.; A. Serena, Il canzoniere di un oratore sacro..., in Atti dell'Ist. ven. di scienze, lettere e arti, CIII (1943-44), pp. 19-30; A. Liuima, Dictionnaire de spiritualité... V, Paris 1962, coll. 293 ss., ad vocem; M. G. Geolin, Saggio sulla spiritualità di G. F.: leRime, tesi di laurea, Univ. di Padova, Fac. di lett. e filos., a.a. 1967-68; E. Taddeo, Il manierismo letterario e i lirici venez. deltardo Cinquecento, Roma 1974, pp. 182-192; C. Ossola, Il "QuetoTravaglio" di G. F., in Lett. e critica. Studi in onore di N. Sapegno, III, Roma 1976, p. 239-286; G. Gulik - C. Eubel, Hierarchia cattolica..., III, Monasterii 1923.

Vedi anche
Venezia Comune del Veneto (415,9 km2 con 268.993 ab. nel 2008, detti Veneziani), capoluogo di regione e di provincia. L’insediamento storico della città, posta al centro dell’omonima laguna, è tradizionalmente suddiviso in sei ‘sestieri’ (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce) e ... cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... vescovo Nel cristianesimo primitivo e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico. Nella Chiesa cattolica, prelato che, sotto l’autorità del romano pontefice, ha il governo ordinario di una diocesi, ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
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fiamma¹
fiamma1 fiamma1 s. f. [lat. flamma, affine a flagrare «ardere»]. – 1. Sorgente di calore e di luce costituita da masse gassose ottenute, generalmente, per combustione di sostanze solide o liquide o gassose (il comburente è di solito l’ossigeno...
fiamma²
fiamma2 fiamma2 s. m. [dalla voce prec.], invar. – Nell’industria siderurgica, operaio fonditore, detto anche bruciaferro, fiammista, ossigenista, che provvede al taglio, mediante fiamma ossiacetilenica, dei rottami di ferro destinati ai...
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