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FINO, Giocondo

di Rossella Pelagalli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
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FINO, Giocondo

Rossella Pelagalli

Nacque a Torino il 3 maggio 1867, da Luigi e da Carolina Miglio. Dopo aver ricevuto i primi rudimenti musicali dalla madre, intraprese, per volere del padre, la carriera ecclesiastica. Così affiancò gli studi teologici e delle lingue orientali a quelli musicali, conseguendo il diploma di composizione sotto la guida di G. Bolzoni.

Esordì con pagine polifonico-vocali, messe, mottetti, con un quartetto d'archi e una suite orchestrale in quattro tempi, dal titolo Nubi della vita, eseguita per la prima volta al liceo musicale di Torino sotto la direzione dello stesso Bolzoni. Seguì nel 1906 la prima opera teatrale, Il Battista (libretto del fratello Saverio, Torino, teatro Vittorio Emanuele, 13 nov. 1906), che venne replicata all'Opera di Amsterdam (11 dic. 1907).

Successivamente il F. compose l'oratorio Noemi e Ruth (libretto di S. Fino, Bergamo, teatro Rubini, 9 maggio 1908), con una felice delineazione della parte corale, già ampiamente valorizzata ne Il Battista. Nel 1910 si affermò definitivamente con La festa del grano (Torino, teatro Regio, 12 febbr. 1910), una tragedia in un prologo e due atti di F. Salvatori che, interpretata dalla soprano Elsa Blond, dal baritono O. Benedetti e dal basso G. Quinzi Tapergi, fu poi replicata a Roma e in altre città con ottimo esito e considerata il maggior avvenimento artistico della stagione.

Ancora a Torino, nel 1915, fece rappresentare l'azione teatrale in due atti, Parej del 59 (libretto di E.A. Berta, teatro Michelotti, 16 luglio 1915), che riportò un discreto successo.

L'interesse per il dialetto e la cultura piemontese è evidente anche nel lavoro teatrale La preus e 'l capot (libretto di A. Ferrero dalla commedia I paisan e la leva di L. Pietracqua, Torino, teatro Scribe, gennaio 1917), di poco successivo all'opera in tre atti Debora (libretto di S. Fino, Milano, Ricordi), mai rappresentata, e all'atto unico di Campane a gloria (libretto di S. Fino, Torino, teatro politeama Chiarella, 20 nov. 1916).

Negli stessi anni il F. compose il poema sinfonico Christus, realizzato a commento di un lavoro cinematografico di F. Salvatori, andato in scena con ottimo esito a Roma nel 1916 (istituto "Massimo", 16 maggio 1916) e poi ripreso al teatro Alfieri di Torino, dal 4 maggio al 1° giugno (Berutto).

A questi anni di fervida produzione teatrale fece seguito un periodo di relativa stasi compositiva, in cui il musicista presentò senza successo la propria candidatura al concorso per la direzione del liceo musicale torinese. Qui il F. recitò il 4 dic. 1922 un discorso celebrativo in memoria del maestro Bolzoni (Commemorazione..., Torino 1923).

Frattanto, dopo aver composto un commento sinfonico per piccola orchestra Joseph (Milano 1920), riprese più attivamente la produzione teatrale. Nel 1926 venne pubblicato l'oratorio Via Crucis D. N. Iesu Christi (Torino 1926), andato in scena per la prima volta nel 1929 (Torino, teatro Vittorio Emanuele, 25 maggio 1929) e successivamente replicato al Regio sotto la direzione del maestro G.C. Gedda (10 maggio 1931).

L'attività teatrale del F. si concluse nel 1933 con la rappresentazione del Don Giuseppe (commedia di V. Marzano, Torino, teatro Rossini, 8 dic. 1933), dove il tema religioso era accompagnato da scorci di spontanea e colorita comicità.

Il F. morì a Torino il 19 apr. 1950.

La sua orchestrazione densa ed elaborata gli valse l'appellativo di wagneriano, soprattutto in ragione di una spiccata tendenza alla caratterizzazione tematica dei personaggi. Apprezzato inoltre per una copiosa vena melodica, che ebbe modo di dimostrare in numerose composizioni da camera, delineò con chiarezza ed efficacia situazioni proprie della commedia dialettale piemontese, il cui interesse manifestò più specificatamente in alcuni scritti di ricerche musicologiche relative alla propria regione: sul compositore S. Fiore, sul violinista G.B. Somis e sulla scuola violinistica in genere. Pubblicò tra l'altro: Cantantibus organis (pezzi per pianoforte e armonio su temi gregoriani, Padova 1923); Pasqua di Risurrezione (Torino 1926); I canti di Natale (ibid., 1926); Canti sacri liturgici a 1 e 2 voci, una Messa in onore di Cottolengo e la suite per orchestra Paesaggi e figure.

Tra gli scritti meritano ricordo: G.G. Ferrari, musicista roveretano (Trento 1928), F.P. Schubert (ibid. 1928) e vari studi su J.S. Bach, A. Vivaldi, B. Marcello, K. Czerny e G.B. Martini.

Il fratello FrancescoSaverio, nato a Torino nel 1874, fu avvocato, autore drammatico e critico teatrale del Il Momento, nonché esponente moderato del movimento cattolico torinese, presente nelle organizzazioni economiche ad esso collegate, consigliere comunale dal 1909, segretario della prima sezione cittadina del Partito popolare italiano (1919-giugno 1921) e deputato nel 1919 e nel 1921. Dopo lo scioglimento del partito (1926), si ritirò dalla vita politica. Morì a Torino il 22dic. 1936.

Fonti e Bibl.: Notizie in La Gazzetta del popolo, 14 nov. 1906, 12-13 febbr. 1910, 16 luglio 1915, 27 genn. 1917, 10 maggio 1931, 8-11 maggio 1933; in Ars et labor. Musica e musicisti, IX (1910), p. 234; Rivista music. ital., XVII (1910), p. 295; Musica d'oggi, VII (1929), p. 176; La Nuova Gazzetta del popolo, 20apr. 1950; C. De Rossi, Il teatro Regio di Torino. Cronologia degli spettacoli rappresentati dal 1891 a oggi, Torino 1925, p. 29; A. Lualdi, Rinnovamento musicale ital., Milano 1931, p. 89; A. Basso, R. conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Torino. Storia e documenti dalle origini al 1971, pp. 125, 130, 138 s., 143 s.; Storia del teatro Regio di Torino, II, A. Basso, Il teatro della città..., Torino 1976, ad Ind.; G. Berutto, Il Piemonte e la musica 1800-1984, Torino 1984, pp. 93 s.; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, p. 211; App., pp. 90 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 543 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 764. Per Francesco Saverio: G. Micheletti, S. F., in Controcorrente (Pavia), XVI (1938), I, pp. 1 s.; Diz. stor. del movimento cattolico in Italia, Casale Monferrato 1981-1984, III, 1, s. v. (cfr. anche 1, 1-2, ad Ind.).

Vedi anche
Giuseppe Vérdi Vérdi, Giuseppe. - Musicista (Roncole, Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano 27 gennaio 1901). Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi, Verdi, Giuseppe musicò 28 opere, alle quali vanno aggiunti cinque rimaneggiamenti. In esse la magistrale padronanza dei mezzi tecnici ... Montemèzzi, Italo Montemèzzi ‹-ƷƷi›, Italo. - Musicista italiano (Vigasio, Verona, 1875 - ivi 1952). Studiò al conservatorio di Milano. Compose molta musica, specialmente nel genere teatrale. Notevoli le opere L'amore dei tre re (1913) e La nave (1918). La sua arte, efficace in senso teatrale, è animata da motivi post-romantici ... Bizet, Georges Bizet ‹biʃè›, Georges. - Musicista (Parigi 1838 - Bougival 1875). Figlio di un maestro di canto, studiò al conservatorio di Parigi con E. Marmontel (pianoforte) e con J.-F.-É. Halévy (composizione). A 15 anni ebbe il Prix de Rome e vinse il concorso Offenbach con l'operetta Le docteur Miracle. A Roma ... Toscanini, Arturo Direttore d'orchestra (Parma 1867 - New York 1957). Iniziò la sua carriera come violoncellista, ma si affermò presto come direttore sino a raggiungere un'enorme celebrità. L'interpretazione direttoriale di Toscanini, Arturo, sia in campo teatrale sia in campo concertistico, era caratterizzata da una ...
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giocóndo
giocondo giocóndo agg. [dal lat. iucundus, der. del tema di iuvare «giovare, piacere»]. – 1. Lieto, contento, che gode di una gioia piena e serena: è un uomo giocondo. Anche di ciò che è espressione di tale stato d’animo: volto, aspetto...
giocondare
giocondare v. tr. e intr. [dal lat. tardo iucundare, iucundari, der. di iucundus «giocondo»] (io giocóndo, ecc.), letter. – 1. tr. Rendere giocondo, rallegrare, allietare, divertire: il Metastasio ... vissuto in Vienna a g. la corte dell’imperatore...
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