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CALVI, Giovanni

di Francesco Barberi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)
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CALVI, Giovanni

Francesco Barberi

Ricordato dalle fonti quale vicentino, lo troviamo attivo per la prima volta, come scultore, verso il 1710, nella nuova facciata della chiesa dei Servi, a Vicenza, dove gli spettano cinque delle nove statue esistenti: secondo Arslan (p. 156, nn. 1070-1078), l'Addolorata, il S. Filippo Benizzi e il S. Giorgio ai vertici del frontone; il S.Giovanni Evangelista sul fianco sinistro; il S. Alessio Falconieri a destra del finestrone. Forse nel 1714 (ma G. G. Zorzi, Piccola guida di Vicenza, ms. inedito, cit. in Arslan, p. 56, n. 291, avanza l'ipotesi di una anticipazione al 1690) il C. adorna il capitolo nuovo nel convento domenicano vicentino di S. Corona con un vasto complesso di ben sedici figure di santi e sante dell'Ordine (Caterina, Tommaso d'Aquino, Pio V, Alberto Magno, Giacinto, Raimondo, Ambrogio Sansedoni, Rosa, Agnese da Montepulciano, Iacopo Salomonio, Antonino, Pietro Martire, Domenico e tre non identificabili), quattro busti di analogo soggetto nelle sovrapporte e un gruppo del Cristo deposto tra la Madonna, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea sull'altare. Dal Vecchia (1779, pp. 58 s.), troviamo assegnate al C. le due statue laterali all'altar maggiore e le figure sulle sovrapporte nella chiesa di S. Lucia: oggi, dopo le molte manomissioni subite dalla chiesa, le sovrapporte sono scomparse e le statue vanno, con tutta probabilità, identificate con quelle collocate attualmente in due nicchie delle brevi ali ai lati della facciata.

Fuori Vicenza, il Trissino segnalava, ancora alla metà circa del sec. XIX, tre statue del C. in marmo, di cui una firmata, sull'altar maggiore della parrocchiale di Zimella (Verona): al centro, il Salvatore, "travagliato meglio delle altre". Trasformata completamente la chiesa sul finire del secolo scorso, restano nel nuovo altar maggiore solo i due santi Vito e Modesto, certo attribuibili al C. ma, comunque, in pietra e non firmati. Del C. sono poi la Vergine Annunciata, a sinistra, e Arcangelo Gabriele, a destra dell'altare della vecchia parrocchiale di S. Mauro, a Custozza (Vicenza), riedificata nel 1717 e consacrata nel 1747 (G. Maccà, Storia del Territorio vicentino, V, Caldogno 1813, p. 119).

Èdel tutto improbabile che si riferiscano al C. il nome "Ioanes Calvi" e la data 1756, che si leggono, accompagnati dalla vaga indicazione di un restauro (F. Zanotto, Nuovissima guida di Venezia e delle isole delle sua laguna, Venezia 1856, p. 379, cit. in Thieme-Becker), su di un polittico a fondo oro di arte trecentesca veneziana, originariamente nella Scuola dei mercanti di vino a S. Silvestro e ora, demolita questa nel 1820, nella sacrestia di S. Silvestro (A. Zorzi, Venezia scomparsa, II, Milano 1972, p. 553).

L'Arslan, inserendo il C. (p. 179, nn. 1199-1264) tra gli scolari dei Marinali, osserva (p. 156, nn. 1070-1078) che egli si dimostra in particolare "seguace di Orazio e porta all'esasperazione il suo stile". Più puntualmente, si direbbe però presente nell'artista una certa durezza arcaicizzante e una mancanza di fantasia che lo chiudono in moduli freddi e scolastici: sebbene talvolta, come a S. Mauro di Costozza, i risultati possano essere convincenti. E, tuttavia, poter far luce, con l'amplificazione del regesto e l'acquisizione di documenti biografici, su questa personalità tuttora incerta e frammentaria, sarebbe senza dubbio di assai rilevante interesse per la storia, purtroppo malsicura, dell'ambiente artistico vicentino tra Seicento e Settecento.

Bibl.: E. Arnaldi-L. Buffetti-O. Vecchia, De scrizione delle architetture, pitture e scolture di Vicenza, a cura di P. Baldarini, Vicenza 1779, pp. 16, 58 s., 69; Vicenza, Bibl. Bertoliana, Libreria Gonzati:L. Trissino, Artisti vicentini (ms., sec. XIX), sub voce;A. Da Schio, Costozza, Vicenza 1913, p. 11; Numero unico per la benedizione solenne della nuova chiesa arcipretale di Costozza, Vicenza 1925, p. 3;E. Arslan, Le chiese di Vicenza, Roma 1956, p. 56 n. 291, p. 156 nn. 1070-1078, p. 179; Guida di Vicenza, a cura di F. Barbieri, R. Cevese, L. Magagnato, Vicenza 1956, p. 101; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 417.

Vedi anche
Schio Comune della prov. di Vicenza (67,1 km2 con 38.916 ab. nel 2008, detti Scledensi). La cittadina è posta a 200 m s.l.m., sulla sinistra del torrente Leogra al suo sbocco in pianura, ai piedi del Monte Summano. Centro di grande importanza per l’industria del tessile e dell’abbigliamento, noto fin dal 14° ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ... facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ...
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calvo
calvo agg. [lat. calvus]. – 1. Che non ha capelli, detto della testa o della persona: avere il capo c.; diventare calvo. Per estens., non com., di terreno o rilievo spoglio di vegetazione; frequente nella toponomastica (per es., Monte Calvo)....
calvare
calvare v. tr. [der. di calvo]. – 1. ant. Rendere calvo. 2. Nella Garfagnana, mettere a coltivazione le macchie, i boschi o i terreni incolti; sinon. di roncare, addebbiare.
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