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GIOVANNI di Benedetto da Como

di Micol Forti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)
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GIOVANNI di Benedetto da Como

Micol Forti

Nacque in Lombardia intorno al terzo decennio del XV secolo.

La sua formazione di miniaturista si svolse in ambito lombardo e milanese, in un clima artistico vicino ai modi di Giovanni da Milano.

Intorno al 1350 G. risulta attivo presso la corte dei Visconti; su commissione di Bianca di Savoia e del marito, Galeazzo (II) Visconti, realizzò la decorazione di un Libro d'ore, dal 1824 conservato a Monaco (Bayer. Staatsbibliothek, Cod. Lat. Mon., 23215).

Il codice, firmato dall'artista sul foglio di guardia, "Johan(n)es filius mag(ist)ri benedicti / de cumis me pinxit et ordinavit", può essere datato tra il 1350, anno del matrimonio tra Galeazzo (II) Visconti e Bianca di Savoia, e il 1387, anno della morte di quest'ultima (Castelfranchi Vegas). Le numerose miniature a piena pagina fanno riferimento, da un punto di vista iconografico, a modelli toscoemiliani e francesi, mentre è da sottolineare l'uso costante nella decorazione di una fascia inferiore che incornicia le immagini, con volute vegetali e, al centro, un personaggio a mezza figura inserito in un medaglione polilobato. Tale caratteristica è stata rilevata da molti studiosi per dimostrare le strette affinità stilistiche e compositive sia con opere quali gli affreschi degli oratori di Lentate, di Mocchirolo, di Solaro e di Albizzate, tutti realizzati tra il 1360 e il 1380 (Toesca), sia con il linguaggio degli artisti che lavorarono a Como nelle chiese di S. Lazzaro e di S. Agostino, di più stretta dipendenza dall'ambito milanese (Travi).

In una data vicina al 1383 G. lavorò a un Officium Beatae Mariae Virginis, redatto, per un personaggio non identificato, da un noto calligrafo attivo a Milano, Alberto de Porcelis, come testimoniano la firma e la data sulla carta 77r (Modena, Biblioteca Estense, Mss. lat. 862 alfa S.2.31).

La parte iniziale del codice viene generalmente attribuita a G. che ripete qui il tipo di figure del manoscritto precedente, così come la caratteristica spartizione della pagina, e dimostra sempre maggiore sensibilità per i modi della miniatura d'Oltralpe. Tale attribuzione è stata messa in dubbio per ragioni stilistiche, privilegiando l'ipotesi di riferire l'opera a un suo allievo (Quattrini). La decorazione venne abbandonata a uno stadio avanzato e completata solo nel pieno XV secolo.

All'attività di G. è collegabile anche un altro Offiziolo (Parigi, Bibliothèque nationale, Fonds latin, 757), eseguito verso il 1380 per un personaggio ignoto, del quale è ripetuta più volte l'impresa.

Alcuni studiosi lo attribuiscono alla stessa bottega che realizzò quello di Bianca di Savoia, ma più frequentemente è considerato opera di suoi allievi che ripetono l'analoga mise en page e numerosi caratteri stilistici, anche se è evidente la presenza di artisti di maggior talento.

Le caratteristiche stilistiche dei due manoscritti riferiti a G. portarono Toesca sia a collegare l'influenza della sua opera anche sui miniatori che lavorarono ai Tacuina sanitatis, sia a ipotizzare una connessione con la produzione di Giovannino de Grassi. Kirsch (1991) ha supposto che proprio G. introdusse Giovannino de Grassi nel circolo dei miniatori che lavoravano per i Visconti.

A G. è stata anche attribuita una Crocifissione (ubicazione ignota), già facente parte della raccolta Artaud de Montor (Toesca).

Si ignorano il luogo e la data di morte di Giovanni.

Fonti e Bibl.: K. von Manteuffel, Die Gemälde und Zeichn. des Antonio Pisano, Halle 1909, p. 110; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Torino 1912, pp. 279-282, 324; F. Malaguzzi Valeri, La corte di Ludovico il Moro, III, Milano 1917, p. 113; R. van Marle, Development of the Italian schools of painting, IV, The Hague 1924, pp. 241 n. 2, 272; A. D'Ancona, La miniature italienne, Paris 1925, p. 21; A. Marabottini, Giovanni da Milano, Modena 1950, pp. 113 s.; E. Pellegrin, La bibliothèque des Visconti et des Sforza ducs de Milan au XVe siècle, Paris 1955, p. 385; M. Salmi, La pittura e la miniatura gotica in Lombardia, in Storia di Milano, Milano 1955, V, pp. 867 s.; VI, p. 767; Id., La miniatura italiana, Milano 1956, pp. 40 s.; R. Cipriani, G. di B., in Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catal.), Milano 1958, pp. 25-27 (con bibl.); R. Longhi, Introduzione, ibid., p. XXVI; E. Pellegrin, La bibliothèque des Visconti et des Sforza ducs de Milan, Suppl., a cura di T. de Marinis, Firenze-Paris 1969, p. 30; L. Cogliati Arano, Due libri d'ore lombardi eseguiti verso il 1380, in Arte lombarda, XV (1970), p. 42; Id., Miniature lombarde. Codici miniati dall'VIII al XIV secolo, Milano 1970, pp. 412-414; E.W. Kirsch, The Visconti hours: the patronage of Giangaleazzo Visconti and the contribution of Giovannino de Grassi, Princeton University (Ph.D. diss.), 1981, pp. 247-257; Dix siècles d'enluminure italienne (catal.), a cura di F. Avril, Paris 1984, pp. 58, 96 s.; K. Sutton, Codici di lusso a Milano: gli esordi, in Il Millennio ambrosiano, a cura di C. Bertelli, Milano 1989, pp. 112-115; Biblioteca Estense, Firenze 1987, p. 76 tav. XXIX; E.W. Kirsch, Five illuminated manuscripts of Giangaleazzo Visconti, University Park, PA, 1991, pp. 8-10, 15, 20, 29, 43, 45 n. 22, tavv. 6-8; L. Castelfranchi Vegas, Il percorso della miniatura lombarda nell'ultimo quarto del Trecento, in La pittura in Lombardia. Il Trecento, Milano 1992, pp. 297-321; C. Quattrini, ibid., p. 417; C. Travi, Il Trecento, in Pittura a Como e nel Canton Ticino dal Mille al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano 1994, p. 18; F. Moly-Mariotti, G. di B., in Enc. dell'arte medioevale, VI, Roma 1995, pp. 712-714; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 110; E. Aeschlimann, Dictionnaire des miniaturistes du Moyen Âge et de la Renaissance, Milano 1940, p. 80; P. D'Ancona - E. Aeschlimann, Dictionnaire des miniaturistes du Moyen Âge et de la Renaissance, Milano 1949, p. 92.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). miniatura L’arte di dipingere in piccole proporzioni su pergamena, carta, rame, avorio ecc. 1. Il libro miniato 1.1 I trattati e la tecnica. - Come decorazione pittorica del libro manoscritto, a piena pagina o limitata alle iniziali, la miniatura è esistita fin dall’età ellenistica, e fu preceduta da disegni, ... calligrafia Arte, affine al disegno, del vergare, ben collegandoli fra loro, i segni grafici di una lingua. La forma delle lettere dipende dal mezzo usato (scalpello, pennello, penna ecc.) e dal materiale sul quale sono tracciate (pietra, tavolette di terracotta o legno, papiro, pergamena, carta ecc.). I tipi di ... iconografia arte Disciplina relativa all’archeologia e alla storia dell’arte, che studia i temi figurativi (inizialmente, soprattutto nella storia dell’arte antica, il ritratto nel suo valore storico-documentario; in generale, sia l’insieme sia i singoli elementi, grafici e compositivi, fondamentali o accessori, ...
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Vocabolario
cómo
como cómo avv. [lat. quōmŏ(do), propr. «nel modo che ...»]. – Forma ant. per come.
còmo
como còmo s. m. – Adattamento ital., non com., della traslitterazione kòmos (v.) del gr. κῶμος.
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