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FORGHIERI, Giovanni

di Andreina Ciufo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
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FORGHIERI, Giovanni

Andreina Ciufo

Nacque a Modena il 21 febbr. 1898 da Primo e Remigia Bursi. Ricevette la prima educazione artistica all'Istituto "A. Venturi" della sua città, ma non portò a termine gli studi.

Per la sua formazione fu essenziale la conoscenza dei maestri della pittura veneta, bolognese e lombarda del Sei e del Settecento, che influì sull'uso del colore e sullo studio della luce. L'interesse per l'arte antica fu inoltre favorito dalla sua attività nel campo del restauro di dipinti, pratica intrapresa fin da giovane nella bottega di un restauratore e coltivata con passione nel corso degli anni. Sugli insegnamenti tratti dalla tradizione si innestarono poi le esperienze della pittura moderna, dagli impressionisti ai macchiaioli (Marangoni, 1935, p. 385), assimilate dall'ambiente artistico modenese tra Otto e Novecento. Essenziale in tal senso fu l'amicizia con il conterraneo G. Graziosi, più anziano del F. e affermato scultore, pittore e grafico. Come il Graziosi il F. fu attratto dalla vita popolare cittadina e, più ancora, dal mondo delle campagne modenesi. Una ripresa puntuale di un soggetto trattato dal Graziosi è il dipinto Piazza Grande a Modena (Frigieri Leonelli, 1987, ripr. p. 19), uno studio impressionistico dei valori cromatico-luminosi.

Tornato dal fronte, nel 1918 espose alla Triennale di Modena e, nel 1919, alla Mostra nazionale d'arte fra combattenti di Reggio Emilia. Nel 1921 partecipò al concorso per il pensionato Poletti, istituito nell'Ottocento per consentire ai giovani artisti modenesi di trascorrere un periodo di perfezionamento a Roma e a Firenze. Il F. vinse il premio con il dipinto Il fabbro Malagoli (ibid., 1987, p. 113); tuttavia si fermò a Roma solo per pochi mesi.

Tornato a Modena, nel 1923 fu invitato alla Promotrice di Torino e alla II Biennale di Roma, dove espose un Ritratto (ubicazione ignota). Nello stesso anno allestì una personale al Cenacolo F. Francia di Bologna e una a Milano. Nel 1924 partecipò alla XX Triennale di Modena con diversi paesaggi della laguna veneta e con il dipinto Tessitrici di Savignano, grazie al quale vinse un premio di 500 lire (Ricci, 1924).

Nel 1924 due opere del F., tra cui il Ritratto della signorina Frigieri (Bariola, 1926, p. 82 fig. 2), furono esposte a Monza alla Mostra del ritratto femminile contemporaneo. L'anno seguente presentò le Tessitricidi Savignano alla III Biennale romana e nel 1926 allestì una personale alla Famiglia degli artisti di Modena.

Il catalogo della personale offre un'idea dei generi di pittura praticati dal F. negli anni Venti. La mostra comprendeva paesaggi, come Chioggia (ibid., p. 83 fig. 5), alcuni ritratti, tra cui quello di Virginia Paliani (Frigieri Leonelli, 1987, ripr. p. 124) e l'Autotitratto (Modena, Museo civico), oltre alle consuete scene di vita rurale del Modenese. Nel suo commento alla mostra, il critico Bariola (1926, p. 85) elogiò il F. per il senso del colore e la sapiente orchestrazione delle luci.

Nel 1928 il F. tornò a Milano con una personale alla galleria L'esame presentandovi, oltre ai dipinti, una parte della produzione grafica di acquetinte e acqueforti (Mucchi, 1928). Nello stesso anno fu allestita la personale al Cenacolo F. Francia di Bologna con una rassegna dei paesaggi della Riviera ligure, tra cui Manarola dall'alto (ibid., ripr. p. 182).

Dal 1929 il F. fu regolarmente presente alle esposizioni regionali del Sindacato fascista belle arti dell'Emilia-Romagna ottenendo spesso il plauso della critica (N. Bertocchi, in L'Italia letteraria, 1° dic. 1929, p. 4). Nel 1933 prese parte alla prima sindacale nazionale di Firenze e nella primavera del 1934 tenne una personale al Circolo della stampa di Bologna, dove, accanto ai paesaggi, espose una serie di disegni a colori.

I disegni degli anni Trenta costituirono una svolta nella produzione dei Forghieri. Condotti secondo un criterio di semplificazione compositiva, di rarefazione del colore, di essenzialità del disegno, e realizzati su supporti poveri, come la carta da pacchi, rappresentano bambini, donne, spazzacamini, colti in atteggiamenti pensosi e malinconici, isolati in interni suggeriti da pochi tratti.A seguito della mostra bolognese il pittore fu invitato da A. Maraini alla Biennale di Venezia del 1934 (Fuoco, 1993, p. 76), dove espose acquerelli, monotipi e due disegni colorati, Spazzacamino e Sorelle, che vennero acquistati per la Galleria civica d'arte moderna di Bologna e per la Civica Galleria Marangoni di Udine, dove si conservano. L'anno seguente prese parte a Roma alla Quadriennale con il disegno a colori Bambina seduta (1935; Sassuolo, coll. priv.; ripr. in Frigieri Leonelli, 1987, p. 127).

Alla Biennale di Venezia partecipò ancora nel 1936, con otto disegni a colori, tra i quali Nudo (Fuoco, 1993, p. 78 fig. 81), e nel 1942 (espose dodici disegni); prese inoltre parte, nel 1938, alla Mostra del paesaggio modenese e alle edizioni del 1939 e 1943 della Quadriennale di Roma.

Il F. morì a Modena il 14 febbr. 1944 durante un bombardamento.

Fonti e Bibl.: Alcune opere del F. e foto di dipinti attualmente irreperibili si conservano presso Vinicio Galli a Sassuolo (Modena). Oltre ai cataloghi delle mostre citate, si veda: S. Ricci, La Triennale di Modena, in Cronache d'arte, I (1924), pp. 310 s. fig. 6; G. Bariola, G. F., pittore…, ibid., III (1926), pp. 81-90; A.M. Mucchi, Una mostra personale di G. F. a Milano, ibid., V (1928), pp. 181-183; Mostra personale di G. F. (catal. Circolo della stampa), Bologna 1934; G. Marangoni, G. F., in Emporium, LXXXI (1935), pp. 382-387; F. Allegretti, in XXVIII Triennale di Modena (catal.), Modena 1950, ad nomen; Disegni di G. F. (catal.), Modena 1965; A. Barbieri, Arte e artisti a Modena, Modena 1985, pp. 252-254; L. Frigieri Leoneffi, Arte modenese tra Otto e Novecento, Modena 1987, pp. 18 s., 113-129; M. Fuoco, Gli artisti modenesi alla Biennale di Venezia 1895-1993, Modena 1993, pp. 7678; Dipinti e disegni di G. F. (catal., Galleria d'Arte nuova Mutina), Modena 1981; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX Jahrh.s, II, p. 132.

Vedi anche
artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... Biennale di Venezia Istituzione culturale nata con la prima Esposizione internazionale di arti figurative e applicate (1895). Divenuta ente autonomo nel 1930, la Biennale avviò anche manifestazioni per la poesia, la musica, il cinema, il teatro. Dal 1980 l'architettura è presente in forma autonoma con la Mostra internazionale ... impressionismo Corrente artistica sviluppatasi in Francia nel 19° secolo. arte Il nome impressionismo deriva dall’epiteto, inizialmente usato in senso spregiativo contro i pittori del gruppo, tratto dal titolo di un quadro di C. Monet, Impression: soleil levant (1873, Parigi, Musée Marmottan). ● Il movimento trova ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ...
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