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CAPOCASALE, Giuseppe

di Giacoma Maria Pagano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)
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CAPOCASALE, Giuseppe

Giacoma Maria Pagano

Nacque a Montemurro (Potenza) il 1º marzo 1754 da Lorenzo e Maria Lucca. Di famiglia appena abbiente, manifestò sin da giovane uno spiccato talento nelle lettere, in particolare nello studio del latino. Mortogli il padre quando era ancora quindicenne e privato così di qualsiasi sostegno familiare, si trasferì dal paese natale prima a Corleto e poi a Stigliano, procurandosi da vivere mediante lezioni impartite ai giovani. Si dedicò contemporaneamente allo studio della filosofia e del diritto acquisendone in breve tempo una profonda conoscenza. tanto da essere nominato, appena ventenne, governatore baronale del comune di Sarconi. Ricoprì per qualche anno quella carica assolvendone con scrupolo i compiti, ma poi preferì rinunziarvi per trasferirsi a Napoli, dove poté conseguire la laurea in utroque e dedicarsi alla carriera forense.

La sua vocazione rimaneva tuttavia quella degli studi letterari e filosofici; accettò, perciò, volentieri l'invito di Maurantonio Arcieri e trasferirsi a San Mauro in Basilicata per fare da precettore ai suoi figli. Vi rimase sei anni, durante i quali ebbe modo di approfondire i suoi studi preferiti utilizzando la ben fornita biblioteca del suo ospite. Ritornato successivamente a Napoli per avviare alla scelta della professione i figli dell'Arcieri, venne a contatto con l'ambiente intellettuale napoletano e non tardò a riscuotere ampi consensi, tanto che, incoraggiato dal Fergola, dal Saldini, dal Caravelli, dal Poli e da altri, decise di aprire una scuola di filosofia, che fu in breve tempo frequentata da numerosi studenti.

Risalgono a questo periodo le sue opere ad uso pedagogico di logica, fisica e matematica, tra cui il Cursus philosophicus sive universae philosophiae institutiones, Neapoli 1789, il Saggio di fisica per giovanetti ovvero istituzioni elementari di fisica, Napoli 1796, e le Istituzioni elementari di matematica ridotta a breve e facil metodo per uso dei principianti, ibid. 1824, che ebbero varie successive edizioni. D'un qualche interesse sono i suoi scritti di politica e di filosofia del diritto, come il Saggio di politica privata per uso dei giovanetti ricavata dagli scritti dei più sensati pensatori, Napoli 1791, il Catechismo dell'uomo e del cittadino, ibid. 1792, e il Codice eterno ridotto in sistema secondo i veri principî della ragione e del buon senso, ibid. 1793, ultima silloge della tradizione assolutistica tardo seicentesca, che era stata uno dei motivi caratteristici del preilluminismo napoletano, e le cui argomentazioni venivano ora singolarmente usate dal C. in funzione antilluminista.

Nel 1801 indossava l'abito sacerdotale e nel 1804 Ferdinando IV gli conferiva la cattedra di logica e metafisica nella università regia, da cui sarebbe stato rimosso durante il decennio ftancese.

Con la Restaurazione veniva designato prima (1816) vescovo di Cassano e due anni dopo di Sora, Aquino e Pontecorvo, ma rifiutava ambedue le volte l'incarico per rimanere a Napoli e continuare la sua attività accademica e di studio. Nel 1822 gli veniva conferita la cattedra di diritto di natura e delle genti; in quello stesso anno era stato assunto a corte come precettore del duca di Noto (il futuro re Ferdinando II) e in seguito come confessore di tutti i principi reali.

Il C. morì a Napoli il 21 ottobre del 1828.

Vanno ancora ricordati tra gli scritti eruditi: Divota novena del gloriosissimo taumaturgo s. Mauro... (Roma 1781); Esercizio di divozione verso il glorioso confessore s. Rocco (Napoli 1781); La scienza dei santi del p. Neumary tradotta dal latino in italiano e parafrasata, s. l. né d.

Bibl.: P. Panvini, Cenno biografico di G. C. filosofo, Napoli 1829; Pubblico testimonio di onoranze dato alla memoria di G. C. da parecchi letterati della città di Napoli, Napoli 1830; E. De Tipaldo, Biogr. degli italiani illustri, VIII, Venezia 1841, pp. 103 s.; F. Fiorentino, La filosofia contemp. in Italia, Napoli 1876, p. 148; G. Gentile, Storia della filosofia ital. dal Genovesi al Galluppi, II, Firenze 1937, pp. 155 s., n. 2; E. Cione, Napoli romantica 1830-48, Napoli 1957, p. 42; E. Garin, Storia della filosofia italiana, III, Torino 1966, pp. 995, 1101, 1216; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., XI, col. 1310 (s. v. Cassano all'Ionio); Enciclopedia filosofica, I, p. 1198.

Vedi anche
Galluppi, Pasquale Filosofo (Tropea 1770 - Napoli 1846). Fece i suoi studî prima nel seminario di S. Lucia del Mela (Messina), poi in Tropea, sotto la direzione di G. A. Ruffa e di I. Barone; dal 1831 prof. all'univ. di Napoli. Scarsa la sua partecipazione alla vita pubblica: fu controllore delle imposte sotto il dominio ... Spavènta, Bertrando Spavènta, Bertrando. - Filosofo e storico della filosofia (Bomba 1817 - Napoli 1883). Assunti gli ordini sacerdotali più per condiscendenza verso la famiglia che per intima convinzione, si stabilì (1840) a Napoli e aprì (1846) col fratello Silvio una scuola privata di filosofia, che dovette presto chiudere; ... De Sànctis, Francesco De Sànctis, Francesco. - Critico letterario, filosofo e uomo politico italiano (Morra Irpina 1817 - Napoli 1883). Massimo esponente italiano della critica romantica, formulò le sue originali teorie partendo dal concetto hegeliano dell'identità di forma e contenuto. La Storia della letteratura italiana ... Bruno, Giordano Filosofo (Nola 1548 - Roma 1600). Filippo della famiglia dei Bruni, assunse il nome di Giordano entrando a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia, riparò a Roma (1576), di qui, deposto l'abito ecclesiastico, andò peregrinando di città in città; fu a Ginevra (1579), dove per ...
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