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GIAMBERTI, Giuseppe

di Maria Carmela Di Cesare - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000)
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GIAMBERTI (Giamberto), Giuseppe (Gioseffo)

Maria Carmela Di Cesare

Nacque a Roma intorno al 1600. Fu allievo di G.B. Nanino e di P. Agostini, come si rileva dalla premessa alla sua prima opera: Poesie diverse poste in musica da Giuseppe Giamberti romano a 1, 2 e 3 voci per cantar nel cembalo et alcune con l'alfabeto per la chitarra spagnola con due aggiunte, una di Gio. Bernardino Nanini, l'altra di Paolo Agostini, ambidoi miei maestri, libro 1° (Roma 1623), dedicata a monsignor Girolamo Grimaldi. Intorno al 1624 divenne maestro di cappella nel duomo di Orvieto, succedendo a F. Costantini; occupò tale posto almeno fino al 1628, anno di pubblicazione delle sue Laudi spirituali poste in musica in diversi stili… à una, 2, 3, 4, 5 e 6 voci, opera terza (Orvieto 1628), in cui si definisce ancora con tale carica. Nel 1630 subentrò al defunto D. Allegri nella direzione della cappella di S. Maria Maggiore a Roma, e mantenne tale incarico fino al 1645, anno in cui venne sostituito da A.M. Abbatini.

La nomina di quest'ultimo è stata da alcuni studiosi messa in relazione con la morte del Giamberti. In realtà, sempre a Roma, questi fu per molti anni coadiutore di P. Tarditi nella chiesa della Madonna dei Monti, di cui divenne successivamente maestro di cappella: con questa carica, infatti, viene menzionato nella raccolta Psalmos istos, ab excell. musices (Roma 1662), realizzata da Florido De Silvestri e pubblicata da Ignazio De Lazari, che contiene il mottetto a 3 voci del G., Laudate Dominum. D'altro canto il G. risulta già morto nel 1664 allorché venne pubblicata a Roma la seconda edizione della sua raccolta (originariamente pubblicata ibid. 1657) Duo tessuti con diversi solfeggiamenti, scherzi, perfidie, et oblighi. Alcuni motivati da diverse ariette ("F.M." [Felice memoria] recita la dedica di P. Olivieri a G. Alveri, p. 75).

La data della morte del G. va dunque collocata tra il 1662 e il 1664.

Compositore prolifico e di solida educazione musicale, fu un tipico rappresentante della scuola romana del sec. XVII. È in tale ambito che va ascritto l'interesse del G. per la coloratura, spesso purtroppo priva di fantasia e ridondante. Sovente il virtuosismo formale delle sue composizioni infatti è fine a se stesso, e l'artificiosità costruttiva e lo sfoggio di tecnicismo non gli permettono di distinguersi dalla maggior parte dei compositori contemporanei di musica da chiesa, quali A. Cifra e A.M. Abbatini. Maggiore originalità ha rivelato nella musica da camera, come alcuni brevi canti in strofe nelle Poesie diverse poste in musica e alcuni pezzi contenuti nel Duo tessuti con diversi solfeggiamenti. Quest'ultima opera, concepita per uso didattico, si riallaccia a un tipo di letteratura musicale sorto nel Cinquecento e diffusosi nel Seicento con compositori quali A. Troilo, G.B. Viviani e G. Natali. Da questi, tuttavia, il G. si distingue per un singolare uso di motivi popolareschi riproposti con le debite variazioni e diminuzioni, per la varietà ritmica e le complesse combinazioni contrappuntistiche, senza tuttavia trascurare la cantabilità delle linee melodiche che attestano una sostanziale ricerca di espressività. È interessante rilevare come tale intento manchi nell'aria O, belle lagrimette (1640), costruita sulla ripetizione di differenti parti del testo, ridotto a un semplice supporto dell'invenzione melodica, in una concezione che precorre l'interesse tipicamente settecentesco per il virtuosismo canoro fine a se stesso.

L'opera più importante del compositore è, comunque, Antiphonae et motecta… iuxta forma Breviarii Romani… binis, ternis, quaternisque vocibus concinendae (Roma 1650), che comprende più di 200 pezzi, senza dubbio composti a uso delle chiese romane. Infine, il fatto che al G. sia stata affidata la cura di un'edizione dell'Antifonario romano (ibid. 1650) costituisce un attestato della stima e della notorietà di cui godeva.

Si ricordano inoltre: Sacrae modulationes… binis, ternis, quaternis, et quinis vocibus decantandae cum litanijs B. Mariae Virginis ad organi sonum accomodatae, liber primus, opus secundum (Orvieto 1627 e Roma 1627); le arie O, belle lagrimette e Ah quanto m'inganna, contenute nella Raccolta d'arie spirituali a una, 2 e 3 voci di diversi eccellentissimi autori. Raccolte, e date in luce da Vincenzo Bianchi (Roma 1640); 2 messe a 4 voci e basso continuo (Roma, Arch. musicale della Basilica di S. Maria in Trastevere); alcuni duetti manoscritti (Berlino, Deutsche Staatsbibliothek, con aggiunta posteriore di una terza parte di basso).

Fonti e Bibl.: H. Goldschmidt, Die italienische Gesangsmethode des XVII. Jahrhunderts, Breslau 1890, pp. 9, 131 s. e Appendice, pp. 56 ss.; R. Haas, Die Musik des Barock, Wildpark-Potsdam 1928, p. 59; Catal. delle opere musicali, A. Bonora - E. Giani, Città di Bologna, Parma 1939, p. 86; C. Sartori, Diz. degli editori musicali italiani, Firenze 1958, pp. 133, 136, 147; G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, p. 426; III, ibid. 1893, p. 233; IV, ibid. 1905, p. 200; Assisi. La cappella della basilica di S. Francesco, I, Catalogo del fondo musicale nella Bibl. comunale di Assisi, a cura di C. Sartori, Milano 1962, pp. 60-73; A. Della Corte - G. Pannain, Storia della musica, I, Torino 1964, p. 713; J. Racek, Stilprobleme der italienischen Monodie, Praha 1965, pp. 93, 165 ss., 170, 211, 226, 238 s.; Catalogue de la musique imprimée avant 1800 conservée dans les bibliothèques publiques de Paris, Paris 1981, p. 229; The Catalogue of printed music in the British Library to 1980, XXIII, London-München-New York-Paris 1983, p. 218; A. Cametti, Orazio Michi "dell'Arpa", virtuoso e compositore di musica della prima metà del Seicento, in Rivista musicale italiana, XXI (1914), p. 208; B.G. Cannon, Music in the Archives of the Basilica of S. Maria in Trastevere, in Acta musicologica, III-IV (1969), p. 209; Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e Seicento. Atti del XII Convegno di studi umbri, Gubbio-Gualdo Tadino… 1979, Gubbio 1981, pp. 457 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 477; Cyclopedia of music and musicians, II, pp. 141 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, p. 234; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 620 e Suppl., p. 348; Die Musikin Gesch. und Gegenwart, V, coll. 78 s.; Encyclopédie de la musique, II, p. 260; Encicl. della musica, II, p. 306; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 347; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 188.

Vedi anche
melodia Successione lineare di suoni, scelti nel sistema musicale di riferimento e organizzati ritmicamente, così da acquisire in chi ascolta contorni, fisionomia e un senso compiuti. A seconda del sistema musicale in cui è prodotta, si possono distinguere due tipi principali: la melodia strofica (o chiusa), ... clavicembalo Strumento a corde e tastiera. Nella sua forma prevalente presenta una lunga cassa armonica ad ala, in cui le corde sono pizzicate da plettri messi in funzione da una tastiera semplice o doppia. Molto diffuso tra il 16° e il 18° sec., cadde in disuso con l’affermarsi del pianoforte. Tipici del clavicembalo ... mùsica da càmera càmera, mùsica da In origine, musica eseguita nelle sale delle corti a divertimento dei principi (contrapposta alla musica di teatro o di chiesa) poi, in genere, quella per pochi strumenti e per poche voci, dal madrigale rinascimentale alla sonata in trio del periodo barocco fino al quartetto del ... mùsica sacra mùsica sacra Nella comune classificazione dei generi musicali, insieme delle composizioni musicali attinenti alla vita religiosa. Il regolamento di Pio X (1903), raccogliendo le prescrizioni della Chiesa cattolica sulla materia, riserva il termine di musica sacras. alla musica destinata alle funzioni ...
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giambo¹
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