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Guglielmo II il Buono re di Sicilia

di Francesco Frascarelli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Guglielmo II il Buono re di Sicilia

Francesco Frascarelli

Figlio del re Guglielmo I e di Margherita di Navarra, nacque nel 1153. Succeduto al padre ancora adolescente (1166), governò il regno di Sicilia fino alla morte avvenuta il 18 novembre 1189. La tradizione storica gli è prodiga di lodi; la sua vita, a quanto pare, somigliava a quella di un sovrano orientale: i palazzi palermitani abbondavano di schiavi e di donne e le cure dello stato venivano riscattate in un certo senso dai piaceri di corte; nonostante tutto D. gli riserva un posto in Paradiso tra gli spiriti giusti (Pd XX 61-65): G. è l'ultimo di cinque spiriti disposti in linea curva a formare il ciglio dell'aquila simbolo dell'Impero universale. Dal passo che D. gli dedica, e in particolare dall'espressione ora conosce come s'innamora / lo ciel del giusto rege (vv: 64-65) appare chiaramente come tutti quei sovrani si trovino in Paradiso appunto in virtù della giustizia esercitata in terra. Né è da credere che la presenza di tanti famosi personaggi, quali Davide e Costantino, offuschi la nobile figura del re normanno, anzi questa viene messa in gran risalto dal contrasto con le figure dei regnanti ancora vivi, Carlo II d'Angiò e Federico d'Aragona (vv. 61-63); tale contrapposizione, in particolare, viene a ‛ sintetizzare ' il finale del canto XIX e l'inizio del XX: là si condannavano i sovrani malvagi, qui si esaltano i sovrani esemplari. I versi di D. sembrano riecheggiare quanto figura nella Cronaca di Riccardo da S. Germano: " abundans in omnibus opibus erat, stirpe clarus, fortuna elegans, virtute potens, sensu pollens, divitiis opulentus: erat flos regum, corona principum ". Già gli antichi commentatori della Commedia si erano soffermati sul personaggio esaltandone le molte virtù: " si poteva stimare il vivere siciliano d'allora essere un vivere del Paradiso terrestro ", così si esprime l'Ottimo; e Iacopo della Lana: " questo re Guglielmo fue uno uomo giusto e ragionevile... Costui era liberalissimo... ".

L'essere buono, giusto, liberale non impedì a G. d'intraprendere anche imprese belliche; abbandonata la politica difensiva inaugurata dal padre, rivolse la sua attenzione all'Oriente come già avevano fatto Roberto Guiscardo e i due Ruggeri. Nel 1185 l'esercito siciliano, approfittando di una situazione difficile venutasi a creare nell'impero d'Oriente con la morte di Emanuele Commeno, s'impadronì di Durazzo e Tessalonica, ma ben presto le conquiste fatte andarono perdute. Non c'è dubbio che G. avrebbe potuto trovar posto nel poema anche tra gli spiriti militanti: infatti partecipò attivamente ai preparativi della terza crociata, e permise il passaggio attraverso i suoi territori; famosa è poi la vittoria che il suo ammiraglio Margaritone riportò sulla flotta di Saladino (primavera 1188). I meriti di G. non si limitarono soltanto al campo militare, anzi proprio la sua attività politica e diplomatica dovette stimolare l'ammirazione di D.; né resta difficile immaginare come il poeta considerasse punto chiave di tale attività l'aver acconsentito alle nozze della zia Costanza con Enrico VI di Svevia: questo matrimonio poneva di fatto le basi di un impero ancora più vasto; dallo stesso matrimonio nasceva inoltre Federico II sotto il quale l'Italia tornava a essere " la sede della podestà imperiale " (Rossi). Alla fantasia del poeta Palermo, la capitale del regno, veniva quasi a continuare la tradizione della Roma imperiale, mentre G. poteva apparire come uno strumento della Provvidenza. Alla luce di quanto è stato testé detto, si giustifica ancora meglio la sua presenza nella grande aquila, simbolo di quell'Impero tanto vagheggiato, i cui massimi attributi dovevano essere giustizia e pietà.

Bibl. - Riccardo da San Germano, Chronicon, in Rer. Ital. Script. VII, Milano 1725, 969-970; V. Rossi, Il canto XX del Paradiso, in Lett. dant. 1768-1769 e passim; E. Paratore, Il canto XX del Paradiso, in Lect. Scaligera III 688-689 e passim. (rist. in Tradizione e struttura in D., Firenze 1968, 281-284).

Vedi anche
Enrico VI imperatore Figlio (Nimega 1165 - Messina 1197) di Federico I Barbarossa e di Beatrice di Borgogna. Fu re di Germania e imperatore del Sacro romano impero (1191). Grazie al matrimonio (1186) con Costanza d'Altavilla, dominò Sicilia e di Puglia e tentò di estendere la sua potenza anche in Oriente; ma le continue ... Margherita di Navarra regina di Sicilia Margherita (sp. Margarita) di Navarra regina di Sicilia. - Figlia (sec. 12º) di García V Ramírez re di Navarra, sposò il futuro re di Sicilia Guglielmo I il Malo, del quale fu poi influente collaboratrice, ostile ai feudatarî. La sua reggenza (1166-71) per il figlio Guglielmo II il Buono fu occasione ... Regno di Sicilia Regno costituito nell'11° sec. dai normanni. Successivamente governato da varie dinastie, fu in alcune fasi aggregato al Regno di Napoli come Regno delle Due Sicilie, denominazione che si impose definitivamente nel 1816. dai normanni agli angioini L'organismo territoriale iniziò a definirsi nel corso ... Palermo Comune della Sicilia (158,9 km2 con 663.173 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione, situato sulla costa nord-occidentale dell’isola, all’interno dell’omonimo golfo; si estende nella breve pianura detta Conca d’Oro, dominata a N dal Monte Pellegrino. ● Il nucleo originario di Palermo sorse ...
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  • GUGLIELMO II d'Altavilla, re di Sicilia
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    Francesco Panarelli Terzo figlio maschio di Guglielmo I, re di Sicilia, e di Margherita di Navarra; la data di nascita può essere verosimilmente fissata al mese di dicembre del 1153 in quanto al momento della morte del padre (maggio 1166) era nel dodicesimo anno di età, e incominciò a governare da ...
  • GUGLIELMO II re di Sicilia
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    MicheIangelo Schipa Succeduto tredicenne al padre Guglielmo I nel 1166, per cinque anni stette sotto la reggenza della madre, Margherita di Navarra; poi regnò da solo, vivendo il più sovente, salvo due o tre passaggi in terraferma, nei suoi palazzi palermitani, tra donne e schiavi, come un sovrano ...
Vocabolario
guglièlmo
guglielmo guglièlmo s. m. – In numismatica, nome di monete d’oro dei Paesi Bassi che furono coniate fino al 1875, così dette dai sovrani di nome Guglielmo effigiati nel dritto.
buòno¹
buono1 buòno1 (pop. bòno) agg. [lat. bŏnus] (premesso al sostantivo, si tronca in buon davanti a vocale e davanti a consonante seguita da vocale o da l o da r). – 1. Rispondente all’idea del bene morale; che ha per norma e per fine il bene:...
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