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KÖRNER, Guglielmo

di Gian Piero Marchese - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004)
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KÖRNER, Guglielmo (Wilhelm)

Gian Piero Marchese

Nacque a Kassel il 20 apr. 1839. Il padre era incisore di monete.

Frequentò un istituto tecnico per allievi ingegneri a Kassel; dopo aver lavorato in alcuni impianti industriali, si dedicò assiduamente alla chimica presso l'Università di Giessen, sotto la guida di H. Will, di H. Kopp e di Th. Engelbach. Conseguita la laurea (1860), ottenne un posto come assistente di Will per la chimica sperimentale e vi restò quattro anni. Dopo fu a Gand con F.A. Kekule, quindi assistente di W. Odling a Londra per sei mesi; tornò poi a Gand come assistente privato e segretario di Kekule. Quando questi fu trasferito a Bonn, il K. non poté seguirlo per motivi di salute (era affetto da una grave forma di reumatismo articolare). Alla ricerca di un clima mite, sul finire del 1867 si recò a Palermo, dove fu accolto da Stanislao Cannizzaro come assistente nel suo laboratorio. Nel 1870 fu chiamato a Milano quale professore di chimica organica sperimentale nella Scuola superiore di agraria, allora fondata, nella quale organizzò un laboratorio chimico con numerosa schiera di allievi e operatori.

Il K. si dedicò per cinquant'anni all'insegnamento della chimica organica e della chimica analitica nella Scuola di agraria (che diresse dal 1899 al 1914); dal 1874 insegnò anche nel vicino Politecnico. Nonostante avesse raggiunto i limiti di età (75 anni), fu lasciato in cattedra fino al 1922, quando si ritirò in pensione per motivi di salute.

Il K. morì a Milano il 28 marzo 1925.

Dopo alcuni lavori con Will, il K. iniziò le sue ricerche di chimica organica nel laboratorio di Kekule a Gand, ove si interessò in particolare della cosiddetta chimica organica aromatica, cioè dei derivati del benzene.

A Gand realizzò varie sintesi organiche, fra cui quella della resorcina; prendendo lo spunto da questo diidrossibenzene, cominciò a indagare come determinare il "luogo chimico", cioè la posizione reciproca dei sostituenti (in quel caso i due gruppi idrossi) ai vertici dell'esagono con cui, secondo l'intuizione di Kekule, si rappresenta la molecola del benzene. A tale scopo sintetizzò numerosi composti, alcuni dei quali nuovi.

A Palermo, nel laboratorio di Cannizzaro, il K. continuò i suoi lavori di sintesi, sempre finalizzati a individuare l'esatta formula di struttura delle sostanze organiche aromatiche. Nel corso di queste ricerche giunse a dimostrare sperimentalmente che le sei posizioni ai vertici dell'esagono benzenico sono fra loro equivalenti (ipotesi già formulata, ma non dimostrata, da Kekule). Per spiegare tale equivalenza, che sembra incompatibile con la formula di Kekule a tre doppi legami alternati, il K. propose una modifica di detta formula: pur restando la struttura esagonale, vengono eliminati i tre doppi legami e ogni atomo di carbonio è collegato direttamente con altri tre. Formule similari furono proposte, in quel periodo, da vari altri chimici. Il lavoro, suddiviso in otto capitoli - Fatti per servire alla determinazione del luogo chimico delle sostanze aromatiche, in Giorn. di scienze naturali ed economiche di Palermo, V (1869), pp. 212-256 - apparve in una rivista pochissimo nota negli ambienti scientifici, e pertanto restò praticamente sconosciuto per alcuni anni. Sullo stesso numero della rivista fu pubblicato anche un lavoro sulla sintesi di una toluidina (Synthèse d'une base isomère à la toluidine, ibid., pp. 111-114); in esso viene proposta, in una nota, la formula di struttura della piridina, derivata da quella del benzene per sostituzione di un CH con un N; eguale formula fu proposta poco dopo, indipendentemente, da J. Dewar.

Trasferitosi a Milano, il K. organizzò un laboratorio di chimica organica, in cui proseguì le ricerche sperimentali sulle sostanze aromatiche, operando sia da solo, sia con l'aiuto di assistenti abili e volenterosi. Diede corso a un gigantesco programma di sintesi organiche, che descrisse accuratamente in una pubblicazione di ben 142 pagine (Studj sull'isomeria delle così dette sostanze aromatiche a sei atomi di carbonio, in Gazzetta chimica italiana, IV [1874], pp. 305-446). La pubblicazione concerne la sintesi di 126 prodotti chimici organici che erano stati isolati, purificati e caratterizzati, diversi dei quali confrontati con prodotti descritti in letteratura da altri ricercatori e di cui il K. indicava la reale natura e struttura chimica. Con tale monumentale lavoro il K. non solo confermava la sua precedente dimostrazione dell'equivalenza dei sei atomi di idrogeno della molecola del benzene, ma otteneva altresì le prime indicazioni sul cosiddetto "luogo chimico" relativo dei derivati bisostituiti del benzene. In particolare, giunse a formulare la sua celebre regola, che permette di dedurre la posizione relativa dei due sostituenti dal numero di isomeri che si ottengono introducendo un terzo sostituente: data l'equivalenza dei sei posti dell'idrogeno nella molecola del benzene già bisostituito con due sostituenti uguali, se si introduce un terzo sostituente sono possibili i seguenti isomeri: con composto bisostituito nelle posizioni 1 e 2: due isomeri; con composto bisostituito nelle posizioni 1 e 3: tre isomeri; con composto bisostituito nelle posizioni 1 e 4: un unico composto.

È da notare che già nel 1866 il K. aveva proposto, d'accordo con Kekule, per i composti benzenici bisostituiti in 1 e 2 il prefisso meta-, per quelli bisostituiti in 1 e 3 il prefisso para-, per quelli bisostituiti in 1 e 4 il prefisso orto-. Tuttavia questa nomenclatura, basata talora su false premesse, fu in seguito modificata su proposta di C. Graebe (1869): furono denominati orto- i bisostituiti in 1 e 2, meta- quelli bisostituiti in 1 e 3, para- quelli bisostituiti in 1 e 4. Il K. non si oppose alla modifica, che era stata accettata dalla generalità dei chimici, ma trovò preferibile - come si usa spesso ancora oggi - indicare le posizioni con i numeri corrispondenti.

Le numerose sintesi organiche effettuate permisero inoltre al K. di formulare alcune regole sulla capacità che hanno alcuni sostituenti di orientare altri successivi sostituenti prevalentemente in determinate posizioni dell'anello benzenico: alcuni orientano in meta, altri in orto e in para.

È interessante ricordare che la dimostrazione sperimentale data dal K. sulla equivalenza delle sei posizioni degli atomi di idrogeno nell'anello benzenico è stata di recente (1980) completata da K.M. McBride in base alla teoria dei gruppi.

Nel corso dell'imponente numero di operazioni di laboratorio per la sintesi e la caratterizzazione di derivati benzenici il K. ebbe necessità di determinare il punto di ebollizione di diverse sostanze, anche sotto "vuoto"; a tal fine egli ideò e realizzò un metodo, e la relativa apparecchiatura, per ottenere stabilmente il "vuoto" necessario alla determinazione, sotto un "vuoto" noto e stabile, delle sostanze in esame, onde confrontarne i punti di ebollizione con quelli già noti in letteratura o di eventuali isomeri.

Il K. durante la sua permanenza presso la Scuola superiore di agraria, in collaborazione con A. Menozzi, isolò e studiò alcuni amminoacidi contenuti in vegetali; dimostrò sperimentalmente che, eliminandone il gruppo amminico, si ottengono acidi insaturi; riuscì così a preparare acido fumarico da acido aspartico e acido acrilico da alanina; dimostrò altresì la fattibilità delle reazioni inverse.

Altri lavori di chimica vegetale compì il K., da solo o con collaboratori, fra il 1882 e il 1903; furono studiati il veratrolo, l'olivile, l'acido caffeico, gli alcaloidi della corteccia di angostura, la siringina, la frassina e la frassetina. Ma non furono tralasciati i lavori di pura chimica organica (per lo più in collaborazione con A. Contardi), come quelli su alcuni derivati della chinolina (1881), sulla ß-picolina (1881), su varie alogenoaniline (1894-1913), su diversi nitroderivati aromatici (1906-16).

A Milano il K. ebbe collaboratori validissimi, fra i quali gli assistenti P. Corbetta e G. Corneliani, ai quali si aggiunse infine Angelo Contardi, che fu poi destinato a succedergli.

L'opera del K. non si limitò alla sintesi di numerosi derivati benzenici, ma si estese anche alla loro presentazione e conservazione sotto forma di macrocampioni ben visibili a occhio nudo e studiabili anche dal punto di vista cristallografico. Fu organizzata una collezione di macrocampioni cristallini, che ricevette il riconoscimento di "monumento nazionale". Lo studio cristallografico fu affidato al prof. E. Artini, dell'istituto di mineralogia dell'Università di Milano, che evidenziò l'analogia, dal punto di vista cristallografico, fra sostanze minerali e sostanze organiche; entrambe le categorie, fra l'altro, possono presentare fenomeni di isomorfismo.

Il K. si sposò in prime nozze con Emilia Pavesi, dalla quale ebbe sette figli; dopo la sua morte ne sposò la sorella Ersilia, che gli dette altri cinque figli.

Socio dell'Accademia dei Lincei (corrispondente nel 1881, nazionale nel 1883) nel 1890 fu insignito con la medaglia Davy della Royal Society di Londra. Ricevette la laurea honoris causa dalle Università di Oxford, di Cambridge e di Giessen e fu socio onorario della Società italiana delle scienze detta dei XL, delle società chimiche tedesca e inglese, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere. Fu tra i fondatori della Società chimica di Milano, della quale fu eletto presidente per tre bienni.

Opere, oltre a quelle citate nel testo: Synthèse de la résorcine, in Comptes rendus hebdomadaires des séances de l'Académie des sciences de Paris, LXIII (1866), pp. 564 s.; Faits pour servir à la détermination du lieu chimique dans la série aromatique. Note préliminaire, in Bulletin de l'Académie Royale de Belgique, s. 2, XXIV (1867), pp. 166-185; Synthèse d'une base isomère à la toluidine, in Giorn. di scienze naturali ed economiche di Palermo, V (1869), pp. 111-114; Fatti per servire alla determinazione del luogo chimico delle sostanze aromatiche, ibid., pp. 212-256; Studj sull'isomeria delle così dette sostanze aromatiche a sei atomi di carbonio, in Gazzetta chimica italiana, IV (1874), pp. 305-446; Trasformazione dell'acido aspartico in acido fumarico, ibid., XI (1881), pp. 258 s. (con A. Menozzi); Trasformazione degli acidi fumarico e maleico in acido aspartico e in asparagina, ibid., XVII (1887), pp. 226-231 (con A. Menozzi); Intorno alla siringina, un glucoside della Syringa vulgaris, ibid., XVIII (1888), pp. 209-219; Sulla preparazione della ortobibromoanilina, in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, s. 5, III (1894), 1, pp. 157 s.; Il sesto trinitro-toluene… e prodotti dinitro-alogeno-sostituiti corrispondenti, ibid., XXV (1916), 2, pp. 339-348 (con A. Contardi).

In occasione del 50° anniversario della laurea le pubblicazioni principali del K. furono riunite in La determinazione del luogo chimico nei composti così detti aromatici. L'opera classica di G. Körner, Milano 1910.

Fonti e Bibl.: Necr. in Giorn. di chimica industriale ed applicata, VII (1925), pp. 185 s.; in Journal of the Chemical Society, CXXVIII (1925), pp. 2975-2982; in Berichte der Deutschen Chemischen Gesellschaft, LIX (1926), A, pp. 75-111; in Chemistry & industry, XLVIII (1929), pp. 914-918; in Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, LXIII (1930), pp. 1107-1109; J.C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Leipzig 1904-22, V, p. 657; ibid. 1925-31, VI, p. 1357; L. Dobbin, The story of the formula for pyridine, in Journal of chemical education, XI (1934), pp. 596-600; A. Coppadoro, I chimici italiani e le loro associazioni, Milano 1961, pp. 195-197; M.P. Crosland, Historical studies in the language of chemistry, London 1962, pp. 329-331; J.R. Partington, A history of chemistry, IV, London 1964, pp. 533, 556, 564, 803; H.M. Leicester, in Scienziati e tecnologi dalle origini al 1875, a cura di E. Macorini, Milano 1975, II, pp. 209 s.; J.M. McBride, Completion of Koerner's proof that the hydrogens of benzene are homotopic. An application of group theory, in Journal of the American Chemical Society, CII (1980), pp. 4134-4137; W.R. Pötsch et al., Lexikon bedeutender Chemiker, Leipzig 1988, p. 243; Enc. Italiana, XX, p. 261.

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Vedi anche
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guglièlmo
guglielmo guglièlmo s. m. – In numismatica, nome di monete d’oro dei Paesi Bassi che furono coniate fino al 1875, così dette dai sovrani di nome Guglielmo effigiati nel dritto.
guglielmita
guglielmita agg. e s. m. e f. (pl. m. -i). – Relativo o appartenente alla setta dei guglielmiti (sec. 13°-14°), seguaci di una Guglielma o Guglielmina Boema, che si diceva di stirpe regia, considerata come l’iniziatrice di una nuova era...
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