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invaghito

di Vincenzo Valente - Enciclopedia Dantesca (1970)
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invaghito

Vincenzo Valente

Solo in If XXII 134 Irato Calcabrina de la buffa, / volando dietro li [ad Alichino] tenne, invaghito / che quei [Ciampolo] campasse per aver la zuffa, nel senso di " desideroso ", " bramoso ".

Ma il Biagioli osservava che il significato di i. dev'essere quello di " contento ", riferendosi a un fatto ormai compiuto. In realtà l'azione è così repentina che non c'è se non lo scarto di un istante tra il salto del barattiere, il volo di Alichino e Calcabrina, e il mutarsi del dispetto di quest'ultimo in rissosa bizzarria, quasi prima ancora che il Navarrese scompaia sotto la pece. Questa situazione è segnata anche stilisticamente da un'anticipazione dell'ordine narrativo: saltò e si sciolse (v. 123); anche i termini irato e invaghito sono in rapporto ambiguo di tempi e di intenzioni.

Così intendono anche il Daniello (" appagato e soddisfatto del suo desio, ch'era che 'l Navarrese fuggisse "), il Cesari, e il Vellutello, che però legge e interpunge diversamente: " Si tenne invaghito, cioè: contento dello scampo del Navarrese ".

Vocabolario
invaghiménto
invaghimento invaghiménto s. m. [der. di invaghire], non com. – L’invaghirsi, l’essere invaghito, improvviso innamoramento: l’andava liberando... di tutti gli altri i. che l’avevano accecata fin dagli anni dell’adolescenza (Moravia).
invaghire
invaghire v. tr. e intr. [der. di vago1] (io invaghisco, tu invaghisci, ecc.). – 1. tr. Far diventar vago, cioè desideroso, accendere il desiderio del godimento o del possesso o della realizzazione di cosa che piace, far nascere un sentimento...
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