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Svevo, Italo

di Emanuela Bufacchi - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Svevo, Italo

Emanuela Bufacchi

La coscienza inquieta dell’uomo comune

Protagonista dei romanzi di Italo Svevo è l’uomo comune, come il commerciante di La coscienza di Zeno, capolavoro della letteratura del Novecento. Zeno è un uomo logorato dai dubbi, incapace di gestire la propria vita, rappresentato con suprema ironia in tutta la sua infelicità

La scoperta di una vocazione

Italo Svevo è lo pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz, nato a Trieste nel 1861. Egli, tuttavia, non fu un letterato di professione: compì da giovane studi commerciali e lavorò dapprima come impiegato di banca e poi come uomo d’affari nell’attività industriale del suocero. Pertanto si dedicò al lavoro sui testi letterari (narrativi e teatrali) in modo saltuario. Anche l’incontro con James Joyce, che gli dette lezioni di lingua inglese, fu inizialmente funzionale alle sole necessità lavorative, e solo in seguito l’amicizia con lo scrittore irlandese riuscì a essere di stimolo per la sua passione letteraria.

La Prima guerra mondiale, inducendolo a una inattività forzata, favorì l’intensificarsi degli interessi letterari e lo studio della psicoanalisi intrapreso fin dal 1908 con l’apprendimento delle teorie freudiane. In questo periodo di letture e di riflessioni venne elaborata La coscienza di Zeno (1923). Il successo del romanzo, che avrebbe ottenuto subito il plauso della critica francese e poi il lento riconoscimento di quella italiana, portò Svevo a prendere piena coscienza delle sue capacità di scrittore, ma questa consapevolezza e il produttivo entusiasmo che ne derivò furono improvvisamente troncati dalla morte, sopraggiunta nel 1928 in seguito a un incidente stradale.

Gli esordi letterari

I suoi primi due romanzi (Una vita e Senilità) furono pubblicati nell’ultimo decennio dell’Ottocento e risentono, per l’analisi documentaria, del naturalismo francese, ma da esso si distanziano per l’attenzione prioritaria rivolta all’indagine psicologica dei personaggi, che sarà propria del romanzo novecentesco. In entrambe le opere Svevo si oppone al decadentismo di D’Annunzio, e con esso alla retorica dell’individuo eccezionale, per proclamare l’assurdità della vita e rappresentare l’uomo comune, privo di qualità.

I protagonisti dei suoi romanzi sono, infatti, degli anti-eroi, dalla natura incoerente, inetta e abulica; così Antonio Nitti, protagonista di Una vita, è un mediocre impiegato di banca, incapace di agire e di comprendere gli altri, tanto da soccombere alla sua inerzia fino al suicidio; ugualmente Emilio Brentani, protagonista di Senilità, è uno scrittore fallito che conduce una vita apatica, privo di qualsiasi energia vitale anche quando è coinvolto in una conturbante esperienza amorosa.

Il personaggio di Zeno

Il romanzo La coscienza di Zeno, capolavoro di Svevo, si presenta come l’autobiografia di un commerciante triestino, Zeno Cosini, altra incarnazione dell’antieroe. Scritto in prima persona, il romanzo abbandona completamente l’impianto naturalistico dei lavori precedenti e punta all’analisi introspettiva: dal monologo interiore del personaggio emergono esperienze di volta in volta grottesche e paradossali, alcune volte comiche oppure pietosamente umane, spesso assurde e imprevedibili.

Il protagonista, Zeno, aveva cominciato a fumare da ragazzo con gli amici della sua età, e aveva continuato di nascosto, rubando gli spiccioli dal taschino del panciotto di suo padre. Aveva fumato molto e in tutti i luoghi possibili finché, a seguito di un forte mal di gola, un dottore gli aveva vietato di fumare. Da quel momento aveva cominciato a fumare ogni sigaretta come fosse l’ultima, senza riuscire mai a smettere.

All’inizio del libro lo troviamo ormai sulla soglia dei sessant’anni, intenzionato a scrivere a scopo terapeutico la propria autobiografia e con essa un’analisi della propensione al fumo: per iniziare invoca l’assistenza delle sigarette, tutte così somiglianti a quella che tiene ancora in mano.

Zeno si presenta dunque come un uomo innamorato della sua malattia, conscio di essere un individuo comune e mediocre, incapace di vivere con gli altri e di mutare sé stesso, le sue abitudini e le sue manie. Attraverso di esso Svevo approfondisce la sua diagnosi della crisi dell’uomo contemporaneo: quel disagio, che sembra all’inizio un fatto individuale, si rivela un destino comune, al quale nessuno può sottrarsi.

Vedi anche
decadentismo Categoria letteraria con cui la critica indica l’atteggiamento del gusto che si diffuse sullo scorcio del 19° sec., interessando innanzitutto la produzione letteraria ma anche il costume e gli orientamenti morali dei ceti borghese e piccolo borghese. Mentre non è stato difficile trovare un accordo tra ... Mario Lavagètto Lavagètto, Mario. - Critico letterario italiano (n. Parma 1939). Studioso delle teorie freudiane in rapporto all'arte e alla letteratura, ha adottato i metodi della critica psicanalitica nell'analisi dei testi letterari. Tra le sue pubblicazioni principali occorre citare: Freud, la letteratura e altro ... Giacomo Debenedétti Debenedétti, Giacomo. - Critico letterario e scrittore italiano (Biella 1901 - Roma 1967). Tra i maggiori critici del Novecento, mise a punto, in un panorama dominato dal crocianesimo, un sistema interpretativo nuovo che si giovava delle suggestioni delle arti, delle scienze sociali, della psicologia, ... Grazia Delèdda Delèdda, Grazia. - Scrittrice italiana (Nuoro 1871 - Roma 1936). Scrittrice intensa e feconda, la sua fama si diffuse anche all'estero; nel 1926 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura. La sua narrativa muove dal verismo a fondo regionale e folcloristico: cronache e leggende paesane, storie ...
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  • BIOGRAFIE in Letteratura
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  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • ANALISI INTROSPETTIVA
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  • DECADENTISMO
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    Pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz (Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928). È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di Zeno (1923), sono espressi i tratti salienti della sua opera, ...
  • SVEVO, Italo
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Vocabolario
svèvo
svevo svèvo (ant. süèvo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Suebus, Suevus]. – 1. Che si riferisce o appartiene alla Svèvia, regione della Germania sud-occid.: il territorio s.; la popolazione s.; i dialetti svevi, o assol. lo s., sottodialetto...
italo-
italo- – Primo elemento di parole composte in cui significa «italiano» o «relativo all’Italia»: italofilo; la frontiera italo-francese, il confine italo-austriaco; arte italo-greca, della Magna Grecia; rito italo-bizantino, nella liturgia...
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