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GUTENBERG, Johann

di Seymour de Ricci - Enciclopedia Italiana (1933)
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GUTENBERG, Johann

Seymour de Ricci

Inventore della tipografia a caratteri mobili, nato a Magonza circa il 1400, morto ivi circa nel 1468. La biografia di G. presenta ancora molte lacune. Nel 1439 egli è a Strasburgo, impegnato in un processo: il G. aveva ottenuto del denaro da un abitante di questa città, Andres Dritzehen, per insegnargli un'arte misteriosa nella quale si adoperava un torchio e "diversi pezzi di metallo": arte che vien chiamata "dem Trucken" da uno dei testimonî del processo e che dev'essere stata certamente una qualche forma di arte tipografica. Dieci anni dopo G. ritorna a Magonza, si associa con J. Fust (v.) e dopo alcuni saggi tipografici, alcuni dei quali sono giunti fino a noi, i due stampano una Bibbia latina a 2 colonne di 42 linee, la cosiddetta Bibbia Mazarina (vedi bibbia: VI, p. 925). Terminata verso il 1455, questa Bibbia è un vero capolavoro tipografico; di primo acchito l'arte tipografica era giunta a un'altissima perfezione. Malgrado il gran successo della sua invenzione, il G. pare sia stato un cattivo amministratore: coloro che lo sovvenzionarono, infatti, perdettero sempre del denaro. Dopo la sua morte i caratteri da lui adoperati furono acquistati da Konrad Humery, e passarono poi nelle mani dei fratelli Bechtermuncze di Eltville, presso Magonza. Il suo antico socio J. Fust e il genero di questo P. Schöffer diedero poi all'invenzione il massimo sviluppo.

Già alla fine del sec. XV tendenze più o meno spinte, mosse da patriottismo locale, si sforzarono di togliere al G. tutta o parte della sua gloria. Quel che sembra certo alla grande maggioranza degli studiosi d'arte tipografica è che i più antichi prodotti di essa giunti fino a noi apparvero a Magonza fra gli anni 1445 e 1450, nello stesso ambiente in cui viveva il G. Questi preziosi resti della tipografia primitiva comprendono un piccolo frammento di un poema tedesco sul Giudizio Universale (Sibyllenbuch), conservato nel Museo G., a Magonza, composto con caratteri che ritroviamo in una ventina di frammenti di edizioni diverse della grammatica latina di Donatus e nella Bibbia latina detta di 36 linee, senza dubbio cominciata da G. ma terminata verso il 1460 a Bamberga da Pfister. Possono egualmente attribuirsi a G. parecchie "lettere d'indulgenza" degli anni 1454 e 1455 e, con maggiore probabilità, un grosso volume, il Catholicon, stampato nel 1460.

Sappiamo che poco prima di G., in Germania e in Olanda erano stati impressi testi a mezzo di tavole silografiche; ma l'Estremo Oriente conosceva questo procedimento già da parecchi secoli: la novità furono i caratteri mobili, di metallo, che fecero raggiungere d'un tratto la perfezione. I cinque secoli successivi non hanno aggiunto che modifiche nei particolari. Ciò che ha reso particolarmente difficili le ricerche sul G. e l'identificazione dei suoi lavori è che nessuno di questi reca il suo nome; gli studiosi sono giunti a riconoscerli solo in base a un sistema di congetture, le quali presentano le caratteristiche della verosimiglianza storica piuttosto che la certezza del documento. Anche per il fatto che il G. continuò a cercare sempre nuovi capitali e nuovi soci è assai difficile distinguere l'opera sua da quella dei suoi collaboratori. L'opinione qui espressa costituisce quindi un giudizio medio. A Magonza un museo e una società di studiosi specialisti sono dedicati e intitolati a G.

Bibl.: J. Oberlin, Essai d'annales de la vie de J. G., Strasburgo 1801; C. A. Schaab, Die Gesch. der Erfindung der Buchdruckerkunst, voll. 3, Magonza 1830-31; J. Wetter, Kritische Gesch. der Erfindung der Buchdruckerkunst, Magonza 1836; A. Bernard, De l'origine et des débuts de l'imprimerie, voll. 2, Parigi 1853; J. H. Hessels, Gutenberg, Londra 1882; A. von Der Linde, Gesch. der Erfindung der Buchdruckkunst, voll. 3, Berlino 1886; S. de Ricci, Catalogue raisonné des premières impressions de Mayence (1445-1467), Magonza 1911 (voll. VIII-IX delle Veröffentlichungen der Gutenberg-Gesellschaft, che nei 19 voll. finora pubblicati raccolgono una grande quantità di ricerche e studî intorno al G.); L. Delisle, À la mémoire de Jean Gutenberg, Hommage de l'Imprimerie Nationale et de la Bibliothèque Nationale, Parigi 1900, con 17 tavole. Della Bibbia di G. esiste un perfetto facsimile: J. Gutenbergs Zweiundvierzigzeilig Bibel, edito da P. Schwenke, Lipsia 1923; O. Hupp, Ein Zahlenbeweis für Gutenberg, in Gutenberg-Jahrbuch, 1931, pp. 1-27; M. Audin, Typographie et stéréographie, ibid., pp. 28-37; G. Briston e B. Manning, The Gutenberg Murders, New York 1931.

Per moltissime altre opere meno importanti (fino al 1880), cfr. B. Bigmore e C. W. H. Wyman, A bibliography of Printing, Londra 1880.

Vedi anche
Johann Fust Stampatore (Magonza 1400 circa - Parigi 1466). Finanziatore di Gutenberg, gli intentò poi un processo per farsi restituire le somme prestate e gli interessi (1455) costringendolo così a cedergli tutto il materiale per la stampa a caratteri mobili e il segreto stesso dell'invenzione. La direzione tecnica ... Peter Schoeffer Schoeffer ‹šö´fër› (o Schoiffer), Peter. - Prototipografo (Gernsheim, Assia, tra il 1420 e il 1430 - Magonza tra la fine del 1502 e gli inizî del 1503), attivo a Magonza. Dapprima calligrafo (nel 1449 lavorava a Parigi per la Sorbona), apprese in seguito l'arte della stampa presso J. Gutenberg. Nel 1455 ... tipografia Il sistema di stampa diretta, che si esegue mediante una forma a rilievo, composta con caratteri mobili (tipi). È il sistema di stampa più antico, che lascia l’impronta sul supporto (carta ecc.) inchiostrando preventivamente gli elementi in rilievo, e poi applicandoli a pressione sul supporto stesso. ... Arnold Pannartz Pannartz ‹pànarz›, Arnold. - Tipografo (n. Praga - m. Roma 1476); introdusse in Italia la stampa a caratteri mobili, insediando una tipografia insieme con C. Sweynheym (v.) presso il monastero benedettino di Subiaco. Nel 1467 trasferì la tipografia a Roma presso la casa della famiglia Massimo (il primo ...
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