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JUNGMANN, Josef

di Giovanni Maver - Enciclopedia Italiana (1933)
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JUNGMANN, Josef

Giovanni Maver

Scrittore e patriota cèco, nato a Hudlice presso Beroun il 16 luglio 1773, morto il 14 novembre 1847 a Praga. Figlio di genitori poveri, fece dal 1792 al 1799 all'università di Praga i suoi studî umanistici (con particolare interesse per le nuove correnti del pensiero e per le lingue moderne) e giuridici. Professore a Litoměřice, vi rimase sino al 1815, quando, dedito oramai a studî letterarî, si trasferì a Praga.

Tutta l'opera del J. è una tenace, graduale e programmatica realizzazione di un intento patriottico: dare al suo popolo la base necessaria, linguistica e letteraria, perché in esso rinasca e si rinforzi lo spirito nazionale. A questo scopo dovevano servire persino i suoi giovanili tentativi in versi e in prosa (raccolti in volume nel 1841), in cui prevale la ricerca della perfezione formale (J. introduce nella poesia cèca il sonetto), e soprattutto le numerose versioni fra le quali quelle di Atala (1805), del Paradiso perduto (tradotto in parte sulla falsariga della versione polacca di J. Przybylski) e di Arminio e Dorotea (1841), che per innovazioni lessicali, per sostenutezza e pieghevolezza di stile, divennero effettivamente i primi modelli della nascente letteratura cèca.

Complemento di questi saggi letterarî sono fra altro tre grandi opere di compilazione: una crestomazia letteraria (Slovesnost, 1820), la Historie literatury české (1825; puramente bio-bibliografica, senza intenti storici) e lo Slovník českoněmecký (Dizionario cèco-tedesco, voll. 4, 1836-39), che, pure attenendosi troppo dappresso al grande dizionario polacco di S. Linde, non ha perso neanche oggi la sua importanza. Scarsamente originale, J. ha il grande merito di aver lasciato in eredità ai continuatori della sua opera un linguaggio letterario duttile e ricco. Duttilità e ricchezza che però sono dovute non soltanto a fonti genuine (cèco antico e parlari moderni), ma anche a procedimenti affrettati e arbitrarî: introduzione nel cèco di parole polacche e russe, calchi numerosi, neologismi arditi.

Bibl.: J. Jakubec e K. Hikl, in Česká lit. XIX století (Lett. cèca del sec. XIX), Praga; E. Chalupný, J. J., Praga 1912; M. Szyjkowski, Polská účast v českém národním obrození, Praga 1931.

Vedi anche
Josef Dobrovský Dobrovský ‹dòbrofskii›, Josef. - Filologo (Darmoty, Slovacchia, 1753 - Bruna 1829). Spirito critico e grande erudito, Dobrovsky, Josef ha gettato le basi della filologia slava, con i suoi numerosi studî dedicati alla lingua e alla letteratura cèca (soprattutto col suo Ausführliches Lehrgebäude der böhmischen ... Repubblica Ceca Stato dell’Europa centrale. Confina a O e NO con la Germania, a S con l’Austria, a SE con la Slovacchia e a NE con la Polonia. 1. Caratteristiche fisiche Il suo territorio, corrispondente a quello delle due regioni storiche della Boemia e della Moravia, comprende la pianura formata dall’alto corso dell’Elba ... neologismo In genere, parola o locuzione nuova, non appartenente cioè al corpo lessicale di una lingua, tratta per derivazione o composizione da parole già in uso o introdotta con adattamenti da altra lingua oppure formata con elementi greci o latini (sono di questo tipo la maggior parte dei neologismo tecnici, ... prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. prosa d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la prosa tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti ...
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