• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CAILLAUX, Joseph

di Lello BONIN-LONGARE - Enciclopedia Italiana (1930)
  • Condividi

CAILLAUX, Joseph

Lello BONIN-LONGARE

Uomo di stato francese, nato il 30 marzo 1863 a Le Mans (Sarthe). Iniziò la sua carriera pubblica nelle amministrazioni dello stato, al Ministero delle finanze. Entrò relativamente tardi nella politica militante, ma la sua prima elezione a deputato per la circoscrizione di Mamers nel 1898 sollevò non poco rumore nei circoli parlamentari. I suoi elettori gli rimasero fedeli anche nelle fasi più fortunose della sua carriera politica. Deputato da appena un anno, entrò nel ministero Waldeck-Rousseau come ministro delle Finanze. La sua politica tributaria parve a quei tempi quasi demagogica: il C. infatti gravò la mano sull'imposta di successione e introdusse poi nel suo secondo passaggio al potere, nel gabinetto Clemenceau (1906), l'imposta sul reddito. Questa sua politica e le aspre battaglie elettorali da lui vinte nel dipartimento della Sarthe, gli valsero irreconciliabili ostilità. Ad accrescere poi la sua impopolarità presso tutti gli elementi nazionalisti, contribuì la politica estera da lui seguita, quando nel giugno 1911 costitui il suo primo ministero. In quell'anno si produsse tra Francia e Germania il grave incidente d'Agadir (v.), al quale il C., in pieno dissenso con il suo ministro degli Esteri, diede una soluzione conciliativa. Quale si sia il giudizio che si possa dare sull'azione da lui spiegata in seguito, in circostanze ancor più gravi della politica estera francese, è certo che in quell'occasione il C. servì gl'interessi del suo paese, ritardando così dì tre anni quella crisi che scoppiò nel 1914 e che la Francia avrebbe affrontata nel 1911 assai meno preparata militarmente e diplomaticamente. Gli accordi di Agadir vennero però sfruttati come facile bersaglio dal nazionalismo francese, e diedero buon gioco al Clemenceau per abbattere nel 1912 il gabinetto Caillaux. Questi piegò allora verso l'estrema sinistra e divenne amico di Jaurès, capo dei socialisti, deciso oppositore della guerra con la Germania.

Il C. tornò al potere come ministro delle Finanze del gabinetto Doumergue (1913). I giornali della destra, fra i quali il Figaro, allora diretto da Gaston Calmette, iniziarono contro di lui una fierissima campagna, che si concluse tragicamente con l'uccisione del Calmette da parte della signora C. - poi assolta in giudizio - e alle conseguenti dimissioni del marito. Poco dopo scoppiò la guerra. Nella prima fase di essa, il C. tenne per qualche tempo alte funzioni a capo dell'intendenza militare, ma rimase escluso da tutte le combinazioni ministeriali. I vivi attacchi della stampa nazionalista lo rendevano inviso alla maggioranza dell'opinione pubblica. Alcuni viaggi all'estero che egli allora intraprese e i contatti da lui avuti con elementi assai sospetti come Bolo e Lenoir, fucilati poi per tradimento a Vincennes, con Cavallini, sottoposto poi a processo in Italia, con Minotto, ritenuto agente germanico in Argentina, e con altre persone della stessa qualità, acuirono quelle animosità, di modo che quando Clemenceau andò al potere alla fine del 1917, in un momento gravissimo della guerra nel quale importava reprimere ogni azione che potesse deprimere il morale della nazione, il governo chiese ed ottenne l'autorizzazione di procedere contro il C., che fu arrestato e tradotto alle carceri della Santé il 14 gennaio 1918. In seguito al dibattimento svoltosi nell'aprile 1920 dinanzi al Senato costituito in Alta Corte, il C., assolto a grande maggioranza dalle principali accuse di cospirazione e intelligenze col nemico, fu condannato soltanto per la minore imputazione di avere avuto corrispondenza con agenti di quello, a tre anni di detenzione, cinque di confino e dieci di sospensione dei diritti politici. Avendo già scontato preventivamente la pena della detenzione, il C. fu tosto scarcerato, e gli fu assegnato come luogo di residenza la sua proprietà di Mamers. L'amnistia del 1924 venne a liberarlo anche da queste pene secondarie. Nell'atmosfera più pacata che si sost; tuì gradatamente alla tensione degli spiriti dopo la guerra, la definitiva liberazione di C. fu accolta con indifferenza, onde egli uscì da quella grave crisi assai diminuito come uomo politico, ma non squalificato come cittadino. La sua vera colpa fu di non avere avuto fiducia nella vittoria degli alleati e d'aver quindi pensato, come del resto egli conferma nel suo libro Mes Prisons (Parigi 1921), che convenisse alla Francia una pace affrettata.

La sua grande competenza tecnica lo fece ritornare al potere nel 1925 come ministro delle Finanze nel ministero Painlevé, e nel settembre di quello stesso anno si recò agli Stati Uniti per negoziare con il governo federale un accordo circa i debiti di guerra, accordo che non poté conchiudere. Poco dopo il suo ritorno, il 28 ottobre, lasciò il governo. Fu nuovamente chiamato al ministero delle Finanze nell'ultimo gabinetto Briand il 23 giugno 1926, ma si dimise il 17 luglio successivo.

Vedi anche
Ribot, Alexandre-Felix-Joseph Uomo politico francese (Saint-Omer, Pas-de-Calais, 1842 - Parigi 1923). Magistrato (1870), fino al 1876 alto funzionario del ministero della Giustizia, dal 1878 fu ininterrottamente deputato per il centro sinistra e uno dei capi del partito repubblicano moderato. Ministro degli Esteri nei ministeri Freycinet ... Gaston Calmette Giornalista francese (Montpellier, Hérault, 1858 - Parigi 1914). Entrò nel 1884 al Figaro, di cui divenne nel 1903 direttore, facendone l'organo del nazionalismo francese. A seguito di un'aspra campagna che condusse sul Figaro contro J. Caillaux, fu ucciso dalla moglie di questo. Georges Clemenceau Uomo politico (Mouilleron-en-Pareds, Vandea, 1841 - Parigi 1929); repubblicano e antibonapartista, fu eletto sindaco di Montmartre (1870) e deputato all'Assemblea Nazionale, ove votò contro i preliminari di pace con la Prussia. Deputato di estrema sinistra dal 1876 al 1893, si fece notare per la critica ... Gaston Doumergue Uomo politico francese (Aigues-Vives, Gard, 1863 - ivi 1937). Deputato radical-socialista dal 1893, per la prima volta ministro delle Colonie nel 1902, poi più volte ministro, senatore dal 1910, fu presidente del Consiglio dal dic. 1913 al giugno 1914. Ministro degli Esteri nel gabinetto di guerra Viviani ...
Tag
  • IMPOSTA DI SUCCESSIONE
  • IMPOSTA SUL REDDITO
  • OPINIONE PUBBLICA
  • ESTREMA SINISTRA
  • GASTON CALMETTE
Altri risultati per CAILLAUX, Joseph
  • Caillaux, Joseph-Marie
    Dizionario di Storia (2010)
    Politico francese (Le Mans 1863-ivi 1944). Deputato radicale, fu più volte ministro delle Finanze fra il 1899 e il 1935. Presidente del Consiglio (1911-12), fu fortemente contestato dai nazionalisti e da Clemenceau per il suo atteggiamento conciliante nell’incidente di Agadir. Divenuto ministro delle ...
  • Caillaux, Joseph-Marie
    Enciclopedia on line
    Uomo politico francese (Le Mans 1863 - ivi 1944). Eletto deputato nel 1898, fu membro autorevole, anche se impopolare, del partito radicale e, ministro delle Finanze con Waldeck-Rousseau (1899), poi con Clemenceau (1906), introdusse l'imposta sul reddito. Avversato dai conservatori, presidente del Consiglio ...
  • CAILLAUX, Joseph
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Uomo di stato francese, morto nella sua proprietà di Mamers (Le Mans) il 22 novembre 1944. Era riapparso alla ribalta della politica francese come ministro delle Finanze nel ministero di F. Buisson (giugno 1935), che ebbe la vita di pochi giorni. Sono usciti di lui i tre volumi di Mes mémoires, Parigi ...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali