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Becker, Jurek

di Luigi M. Cesaretti Salvi - Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2006)
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Becker, Jurek

Luigi M. Cesaretti Salvi

Scrittore tedesco di origine polacca, nato a Łódź il 30 settembre 1937 e morto a Sieseby (Schleswig-Holstein) il 14 marzo 1997. Di famiglia ebrea, crebbe nel ghetto della sua città occupata dalle truppe tedesche e fu poi internato con la madre, che morì per gli stenti, nei campi di Ravensbrück e Sachsenhausen. Dal 1945, ricongiuntosi con il padre, visse a Berlino, nel settore occupato dalle truppe sovietiche, dove imparò il tedesco e compì gli studi. Dopo aver frequentato i corsi di filosofia alla Humboldt-Universität, si iscrisse alla scuola di cinematografia di Babelsberg e cominciò a lavorare come sceneggiatore per il cinema e la televisione. In seguito al successo del suo primo romanzo, Jakob der Lügner (1968; trad. it. 1976), B. ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Heinrich Mann (1971), e divenne uno degli scrittori più in vista della Repubblica democratica tedesca. Nel 1976, in segno di protesta per l'espulsione del cantante W. Biermann, preferì stabilirsi nella Germania federale. Nel 1989 venne chiamato a tenere le 'Lezioni di poetica' alla Goethe-Universität di Francoforte. L'opera sua più nota è Jakob der Lügner che, con i successivi Der Boxer (1976) e Bronsteins Kinder (1986; trad. it. 2003), forma una sorta di trilogia sul tema della Shoah. Le difficili condizioni di vita all'interno del ghetto sotto la sorveglianza dei soldati tedeschi sono narrate da B. con distaccata ironia attraverso le peripezie dell'antieroe Jakob Heym che inventa notizie sull'avanzata dei liberatori per tener su il morale dei suoi compagni di sventura; ma sotto il trattamento svagato e impersonale della materia tanto più inquietante si pone la domanda che percorre ogni pagina del libro: come fosse stato possibile ridurre in schiavitù un intero popolo e programmarne l'eliminazione.

Nel romanzo Der Boxer l'interesse si sposta sul destino dei sopravvissuti e sul loro desiderio di rifarsi una vita normale: il protagonista Aron Blank, pur avendo assunto una nuova identità, non riesce a dimenticare il passato e finisce con il perdere l'affetto della nuova compagna e dell'unico figlio superstite, che emigra in Israele dove muore in combattimento. In Bronsteins Kinder l'attenzione è rivolta alla generazione degli ebrei nati dopo la fine della guerra che, cresciuti in uno Stato che ha rinnegato il passato nazista, vogliono avere il diritto di non sentirsi coinvolti nella storia dei loro padri perseguitati; ma è appunto ciò che non riesce al giovane Hans quando scopre che suo padre e altri due ex detenuti dei campi di concentramento tengono prigioniero in una casa di campagna un ex carceriere nazista, che hanno catturato con un sotterfugio anziché consegnarlo alla polizia. L'esistenza del giovane ne esce sconvolta e la sopraggiunta morte del padre lo lascerà in uno stato di assoluta confusione. L'altro tema che ha alimentato la scrittura di B. è il rapporto problematico con la sua patria di adozione. Presente già nel romanzo Irreführung der Behörden (1973), sulla figura di uno scrittore alle prese con le autorità politiche e letterarie della Germania orientale, e in Schlaflose Tage (1978), sulla battaglia di un insegnante per affermare il diritto alla libertà d'espressione, esso trova la più compiuta manifestazione in Amanda herzlos (1992; trad. it. 1994), dove la protagonista in absentia del libro, raccontata attraverso le parole dei tre uomini che l'hanno amata, diventa il simbolo di un'incoercibile ancorché confusa ricerca d'identità, e dell'avversione a un regime che innalza il conformismo a regola di condotta. Nel 1994, sul tema controverso dell'unificazione della Germania, B. scrisse il copione per la serie televisiva Wir sind auch nur ein Volk.

bibliografia

M. Reich-Ranicki, Roman vom Ghetto, in M. Reich-Ranicki, Entgegnung. Zur deutschen Literatur der siebziger Jahre, Stuttgart 1979, pp. 289-93.

Jurek Becker, hrsg. I. Heidelberger-Leonard, Frankfurt am Main 1992.

S.L. Gilman, Jurek Becker. Die Biographie, München 2002.

Vedi anche
Braun, Volker Scrittore e poeta tedesco (n. Dresda 1939). Il suo stile aggressivo vuole essere un gesto sociale partecipe della realtà storica contemporanea. Tra le opere si segnalano le raccolte poetiche Provokation für mich (1965; Provocazione per me), Wir und nicht sie (1970; Noi e non loro), Training des aufrechten ... Müller, Heiner Drammaturgo tedesco (Eppendorf, Sassonia, 1929 - Berlino 1995). Tutta la produzione di M. sembra attraversata da una sorta di ossessione della storia tedesca, passata in rassegna nei suoi nodi cruciali con un atteggiamento diviso tra pessimismo e provocazione, scetticismo e paradosso. Si è affermato ... ironia Filosofia L’originario significato del termine i., dissimulazione e insieme anche interrogazione, si conserva solo nell’espressione i. socratica. Il carattere dell’i. contraddistingue anzitutto il procedere speculativo di Socrate, che con la sua dichiarazione di ignoranza smaschera la presunta sapienza ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per l. l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; ...
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    Scrittore tedesco di origine polacca (Łódź 1937 - Berlino 1997). Di famiglia ebraica, trascorse parte dell'infanzia nei campi di concentramento di Ravensbruck e Sachsenhausen; imparò il tedesco solo nel 1945 quando si trasferì a Berlino Est, da cui emigrò nel 1977, stabilendosi a Berlino Ovest. Esordì ...
Vocabolario
beckerite
beckerite ‹bekke-› s. f. [dal nome della ditta tedesca (Stantien e) Becker, che trattava ambra]. – Varietà di resina fossile di colore bruno che si trova insieme ad ambra sulle coste germaniche del Baltico.
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