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FERENCZY, Károly

di Tibor Gerewich - Enciclopedia Italiana (1932)
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FERENCZY, Károly

Tibor Gerewich

Pittore, nato a Vienna l'8 febbraio 1862, morto a Budapest il 18 marzo 1917. Studiò la pittura a Roma (1884-1885), all'Accademia di Napoli, a Monaco e all'Académie Julien a Parigi (1887-1889), dove fu influenzato soprattutto da Bastien-Le page. Nel 1896, reduce da Monaco, fondò a Nagybánya con S. Hollósy, J. Csók, B. Ivány-Grünwald e I. Réti un'importante colonia artistica, che ebbe una parte notevole nell'arte moderna ungherese. Nel 1905 fu nominato professore nell'Accademia di belle arti a Budapest. Nel 1907 fondò, insieme con P. SzinyeiMerse e I. Rippl-Rónai la Società artistica Miénk ("Società degli impressionisti e naturalisti ungheresi"). La sua lunga evoluzione artistica passa dal naturalismo all'impressionismo e conclude con uno stile decorativo-monumentale. Il F., nella consapevolezza dei suoi fini artistici e nella sicurezza dei suoi mezzi, fu un vero maestro e capo-scuola. Lavori principali della sua prima epoca sono: il ritratto dello scultore E. Kallós, un autoritratto (1893), Canto di Uccello (1893), Orfeo (1894), ritratto del pittore Csók (1894); della seconda epoca: I tre re magi (1898), Il sacrifizio di Abramo (1901), Giuseppe venduto dai fratelli (1900); Sera di marzo (1902), Deposizione (1903); e della terza maniera: alcuni nudi di donna (1911, 1913, 1914-15), Pietà (1913). Alcune delle sue opere principali furono esposte all'Esposizione ungherese di Roma nel 1927.

Bibl.: A. Petrovics, K. F., Budapest 1923.

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