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avverbiali, locuzioni

di Francesca Ramaglia - Enciclopedia dell'Italiano (2010)
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avverbiali, locuzioni

Francesca Ramaglia

Le locuzioni avverbiali sono unità formate da due o più parole che, prese nel loro insieme, svolgono una funzione paragonabile a quella degli ➔ avverbi.

In italiano, esse sono costituite per lo più da una preposizione seguita da un sintagma nominale, come illustrato in (1) e (2); possono inoltre essere formate da una preposizione e un avverbio (cfr. 3 e 4), oppure essere costituite da espressioni più articolate, come in (5) e (6):

(1) i cavalli galoppavano all’impazzata

(2) Claudio sarà senza dubbio arrivato a scuola in ritardo

(3) Stefania e Luigi abitano a Palermo da sempre

(4) non riesco proprio a guardare in giù: soffro di vertigini

(5) arriveremo in città in quattro e quattr’otto

(6) ho notato Gianni che passava per di qua

Oltre a quelli illustrati in (1-6), formati con una preposizione, è possibile osservare altri tipi di locuzioni avverbiali (cfr. Serianni 1988: 415 e segg.), esemplificati nel seguente prospetto:

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tipi                                                     esempi

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(a) … a … (a)                                    faccia a faccia, (a) corpo a corpo, (a) poco a poco, (a) mano a mano

di … in …                                          di bene in meglio, di tanto in tanto, d’ora in ora

Duplicazione di un nome                   passo passo, costa costa, terra terra, pelo pelo

Duplicazione di un aggettivo             bel bello, quatto quatto

Duplicazione di un avverbio              or ora, piano piano, quasi quasi

alla (maniera) …                                all’antica, alla svelta, all’americana

¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Analogamente agli avverbi, da un punto di vista funzionale le locuzioni avverbiali vengono utilizzate come modificatori di verbi (7), di aggettivi (8), di altri avverbi (9) o di intere proposizioni (10):

(7) Carlo ha bisogno degli occhiali per vedere da lontano

(8) Giulio è un ragazzo niente affatto simpatico

(9) non mi sento per niente bene

(10) di certo Luca non sarà in casa a quest’ora

Sebbene nella maggior parte dei casi le locuzioni avverbiali abbiano degli avverbi corrispondenti (ad es., la locuzione alla lettera ha un significato per lo più equivalente all’avverbio letteralmente), tuttavia non sempre la loro sostituzione produce un risultato accettabile, come mostriamo nel confronto fra (11) e (12) (su questo punto, cfr. anche Serianni 1988: 415):

(11) Laura segue sempre letteralmente / alla lettera i consigli dei suoi amici

(12) Con quel caldo, Marina stava letteralmente / * alla lettera soffocando

Gli esempi illustrati finora mostrano che alle locuzioni avverbiali, così come agli avverbi, possono essere assegnati valori semantici di vario tipo; di conseguenza, esse possono essere classificate a seconda dello specifico valore che esprimono. Ad es., è possibile distinguere le locuzioni avverbiali di modo (13), di tempo (14), di luogo (15), di giudizio (ossia, quelle che servono per presentare un evento come più o meno probabile; cfr. 16), di quantità (17), ecc.:

(13) era così tardi che abbiamo dovuto preparare i bagagli in fretta e furia

(14) ho incontrato Giuseppe tre giorni fa

(15) i ladri devono essere fuggiti per di là

(16) di sicuro in questo posto orribile non ci torneremo mai più!

(17) per arrivare lì impiegheremo all’incirca due ore

Un’altra proprietà che accomuna le locuzioni avverbiali e gli avverbi è il fatto che entrambi possono essere utilizzati per svolgere diversi ruoli sintattici all’interno della frase. Abbiamo già mostrato in (7-10) che le locuzioni avverbiali possono modificare costituenti di varia natura. In particolare, per quanto riguarda le locuzioni relative al verbo (ossia, al nucleo della frase), è necessario osservare che tali modificatori possono riferirsi a diversi livelli della struttura frasale. Ad es., è possibile distinguere le locuzioni avverbiali che modificano il predicato (18 e 19) da quelle che modificano l’intera frase (20 e 21) (per ulteriori dettagli ➔ avverbi):

(18) Marianna cucina in una maniera deliziosa

(19) Carla e Antonio partiranno la prossima settimana

(20) con molta probabilità rimarremo in città per tutta l’estate

(21) in tutta sincerità, dovresti chiedere scusa

Per quanto riguarda la posizione in cui le locuzioni avverbiali possono occorrere, è necessario osservare che, se da un lato essa è correlata – così come avviene nel caso degli avverbi – con la loro interpretazione (e, dunque, dipende dalla specifica porzione della struttura sintattica che esse modificano), dall’altro tali elementi sembrano mostrare delle restrizioni alle quali invece non sono soggetti (tutti) i semplici avverbi. Si considerino, ad es., i dati seguenti:

(22) lui si è atteggiato nei tuoi confronti diversamente

(23) lui si è diversamente atteggiato nei tuoi confronti

(24) lui si è atteggiato nei tuoi confronti in maniera diversa

(25) * lui si è in maniera diversa atteggiato nei tuoi confronti

Come si può notare, a differenza di quanto avviene nel caso dell’avverbio diversamente, che può occorrere sia in fine di frase (22) sia in una posizione intermedia fra l’ausiliare e il verbo (23), questa seconda possibilità è esclusa per la locuzione avverbiale equivalente, cioè in maniera diversa. Ciò è dovuto al fatto che, mentre gli avverbi sono costituiti da una sola parola, e dunque sono costituenti cosiddetti leggeri, le locuzioni avverbiali sono pesanti in quanto formate da più materiale linguistico (nel nostro caso, da una preposizione seguita da un nome con aggettivo). È infatti possibile osservare che, qualora un avverbio sia reso più ‘pesante’ dalla presenza di un complemento (cfr. 26 e 27), la sua posizione fra l’ausiliare e il verbo è esclusa, esattamente come in (25):

(26) lui si è atteggiato nei tuoi confronti diversamente da noi

(27) * lui si è diversamente da noi atteggiato nei tuoi confronti.

Studi

Serianni, Luca (1988), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria. Suoni, forme, costrutti, con la collaborazione di A. Castelvecchi, Torino, UTET.

Vedi anche
frase completiva In linguistica, frase inserita in un’altra con la funzione di sintagma nominale soggetto o complemento. Per es., in «è meglio partire subito» e «desidero partire subito», la c. «partire subito» funge nel primo caso da sintagma nominale soggetto, mentre nel secondo da sintagma nominale complemento. avverbio Parte invariabile del discorso che determina il verbo, l’aggettivo o un altro avverbio. A seconda della funzione, gli a. italiani si distinguono in: a. qualificativi (bene, male, volentieri, velocemente ecc.); a. di luogo (qui, là, dove, fuori ecc.); a. di tempo (prima, poi, ora, subito, sempre ecc.); a. ... sintagma Termine (dal gr. σύνταγμα «composizione, ordinamento») introdotto in linguistica da F. de Saussure per indicare qualsiasi segno in quanto sia costituito da una successione di unità lessicali e grammaticali minori. Nell’uso attuale, unità sintattica di varia complessità e autonomia, di livello intermedio ... locuzióne Gruppo di parole in rapporto grammaticale fra loro ("per così dire", "da capo a piedi") o soltanto giustapposte ("ubriaco fradicio", "verde bottiglia"), che in seno al lessico ha una propria autonomia semantica, allo stesso modo delle singole parole.
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • SINTAGMA NOMINALE
  • AVVERBIO
  • PALERMO
  • TORINO
Vocabolario
locuzióne
locuzione locuzióne s. f. [dal lat. locutio -onis, der. di locutus, part. pass. di loqui «parlare»]. – 1. ant. o raro. L’atto, e anche il modo, o la facoltà, di parlare; elocuzione. 2. a. In linguistica, gruppo di parole (che non raggiunge...
avverbiale
avverbiale agg. [dal lat. tardo adverbialis]. – Di avverbio: uso, funzione a.; suffisso a.; che ha valore o funzione d’avverbio: locuzione a. (v. locuzione). ◆ Avv. avverbialménte, come avverbio, con funzione o valore di avverbio: aggettivo...
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