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FERRARI, Luigi

di Giovanni Cirone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)
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FERRARI, Luigi

Giovanni Cirone

Nacque a Padova, il 15 maggio 1878, da Andrea e da Maria Franchi. Compì studi regolari e, dal 1895 al 1899, frequentò la Scuola normale superiore e l'università di Pisa, dove si laureò in lettere con il massimo dei voti. Studioso della letteratura italiana del '700 e formatosi ad una scuola di pensiero moderato, il F. si mostrò incline all'attività storico-bibliografica e parve subito prediligere l'opera di, ricerca e ordinamento di documenti e relativi dati. Infatti ancora studente, e allievo di Alessandro D'Ancona, raccolse e ordinò l'epistolario del gesuita Saverio Bettinelli, conservato nella Biblioteca comunale di Mantova. I risultati di questo lavoro furono pubblicati in seguito, in due articoli redatti per la Rassegna bibliografica della letteratura italiana, e intitolati Ancora dello spirito del signor Bouvy: Voltaire et la critique de Dante (VI[1898]) e Appunti sul teatro tragico dei gesuiti in Italia (VII[1899]). Per la stessa rivista seguirono alcune recensioni riguardanti opere di F. Colagrosso, E. Rossi, G. Natali, mentre grande riconoscimento già aveva ottenuto la sua tesi di laurea, Del "Caffé", periodico milanese del secolo XVIII (Pisa 1899).

Superati gli esami per il ruolo di sottobibliotecario nelle biblioteche governative, nel febbraio 1901 il F. ottenne la nomina presso la Biblioteca universitaria di Pisa insieme con G. Coggiola, suo compagno di studi ed amico. Per qualche anno il F. si occupò della descrizione degli incunaboli dell'ateneo e ragguagliò sul fondo manoscritto del matematico G. Grandi di Cremona. Inoltre, insieme con U. Morini, compilò la pubblicazione Autografi e codici di lettori dell'ateneo pisano esposti in occasione dell'XI Congresso di medicina interna (Pisa 1902), un catalogo che si avvalse di due appendici curate da F. Buonamici e A. Vacchetta. Dopo la recensione di alcune opere di R. Garzia, U. Congedo, e di una miscellanea in onore di A. Graf, ben presto anche le ricerche svolte a Pisa ebbero uno sbocco editoriale, e ciò accadde nello stesso periodo in cui il F., tramite concorso, ottenne l'ufficio di vicebibliotecario del Senato (1º luglio 1904), affiancandosi a F. Pintor, altro ex compagno di studi. Apparve dunque, L'inventario della Biblioteca di S. Francesco di Pisa (1355) (Pisa 1904) dedicato alle nozze di P. D'Ancona e M. Cardoso, mentre sulle riviste La Bibliofilia e Archivio storico lombardo furono pubblicati rispettivamente Gli incunaboli della R. Biblioteca universitaria di Pisa (V [1904] - VII [1906]) e L'epistolario manoscritto del padre Guido Grandi (VI[1906]).

Accanto a questo lavoro erudito di notevole valore, il F. riuscì ad esprimere grandi doti nella organizzazione della biblioteca, sia nell'ordinamento del materiale sia nella gestione e diffusione delle informazioni bibliografiche. Grazie all'abilità con cui seppe intessere ottimi rapporti personali con le autorità politiche e amministrative, riuscì ad ottenere le risorse finanziarie che servirono per rinnovare gli ambienti della biblioteca, migliorare l'arredamento e acquistare una moderna scaffalatura metallica unica allora in Italia.

Come bibliografo il F. contribuì alla creazione del Bollettino periodico degli acquisti, in modo da rendere subito fruibili a tutti i senatori le indicazioni riguardanti le nuove acquisizioni. Ma ciò che più valorizzò la sua attività di ricerca fu l'individuazione del testamento di Leon Battista Alberti, datato 19 apr. 1472. Rilegato in un codice quattrocentesco, sino ad allora il documento era risultato irreperibile a causa del titolo fuorviante che indicava per contenuto uno statuto di fondazione di chierici della cattedrale di S. Pietro in Bologna. Illustrando dunque l'antefatto storico, il F. pubblicò Iltestamento di Leon Battista Alberti e la data della sua morte, in Nozze Soldati-Manis (Città di Castello 1913). In seguito, dopo una iniziale collaborazione con F. Pintor, e ripercorrendo una precedente ma incompleta compilazione di G. Manacorda, egli concluse e pubblicò la Bibliografia degli scritti di Alessandro D'Ancona nel primo anniversario della morte (Firenze 1915), di cui piccola parte già era apparsa all'interno d'una raccolta di studi in onore del maestro.

Dopo la prematura scomparsa di G. Coggiola, bibliotecario della Marciana di Venezia, tra il 1919 e il 1920 il F. chiese di essere riammesso nel ruolo delle biblioteche governative. Ad appoggiare tale desiderio, volto ad ottenere l'incarico per la biblioteca veneziana, intervennero personalità della cultura e della politica. Tra queste il presidente del Senato A. Bonasi, uomo vicino alla massoneria, il quale, con una lettera, patrocinò la nomina presso il ministro della Pubblica Istruzione e confratello A. Baccelli. Nonostante le numerose proteste sollevate dal personale di altre biblioteche italiane, che chiedeva lo svolgimento di un regolare concorso per titoli ed esami, il 6 dic. 1920 il F. ottenne la direzione della Marciana, dopo essere stato trasferito da Roma a Venezia con r.d.M. 25 ott. 1920.

Il 16 marzo 1921, con comunicazione del ministro della Pubblica Istruzione B. Croce, il F. ebbe l'incarico di soprintendente bibliografico per le province del Veneto mentre, il 1ºdic. 1923, gli fu concesso il grado di bibliotecario capo.

In questi anni ebbe anche l'incarico di insegnamento di bibliografia e bibliotecnica: dal 1924, nella Scuola storico-filologica delle Venezie e, dal 1930, nella facoltà di filosofia e lettere dell'università di Padova. Di pari passo continuò a crescere l'attività di ricerca. Il F. curò il volume Studi foscoliani (Bari 1921) di G. Manacorda e redasse Le traduzioni italiane del teatro tragico francese nei secoli XVII e XVIII (Paris 1925). Quale direttore della Marciana il F. fu poi autore di molte pubblicazioni che relazionarono sulle ricerche di molti anni di lavoro: dalla ristrutturazione dei locali ai fondi acquisiti col fiuto dell'intenditore, dall'esigenza di uniformare le norme per la regolamentazione catalografica a quella della ricomposizione unitaria del posseduto, e relativi dati, di tutte le più importanti biblioteche venete. In particolare il F., divenuto nel 1928 membro dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, intraprese l'opera di unificazione del duplice catalogo per autori della Marciana così da saldare la frattura provocatasi tra le accessioni anteriori e posteriori al 1870 e inoltre, dal 1931 al 1933. fece effettuare la catalogazione di consistenti fondi di materiale musicale, chiedendo l'intervento del bibliotecario G. Gasperini del conservatorio di musica "S. Pietro a Maiella" di Napoli. Durante la guerra, fu determinante l'azione di decentralizzazione che il F. attuò per salvaguardare i fondi delle biblioteche venete che, così, videro limitati i danni dei saccheggi e dei bombardamenti.

Con l'Onomasticon: repertorio bibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850 (Milano 1943), opera riedita e rivista nel 1947 dopo che la i edizione era andata completamente distrutta durante'un bombardamento che aveva colpito i magazzini della Hoepli, il F. mise a frutto tutta la propria esperienza. Sulla scia degli Scrittori d'Italia di G. M. Mazzucchelli, questa del F., contenente oltre cinquantamila voci e loro dati biografici, fu costituita su 387 repertori consultati ed inclusi con puntuale rinvio. L'opera ottenne il premio ministeriale per le scienze paleografiche e bibliografiche che l'Accademia dei Lincei consegnò all'autore nel 1948. Nello stesso periodo il F. successe, nella direzione degli Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, ad A. Sorbelli, prosecutore della pubblicazione iniziata nel 1891 da G. Mazzatinti.

Ma già dal 1ºgenn. 1947, il F. aveva lasciato la direzione della Marciana per raggiunti limiti d'età. Richiamato in servizio a titolo onorifico, come ispettore bibliografico, tenne il suo ultimo corso a Verona, dal novembre al dicembre 1948.

Il F. morì il 2 genn. 1949 a Venezia.

Fonti e Bibl.: Sul F. molta documentazione è reperibile a Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero Pubblica Istruzione, Dir. gen. d. Acc. e Bibl. (1926-48), busta 26. Vedi inoltre il profilo di F. Pintor, in Miscellanea di scritti di bibliografia ed erudizione in memoria di L. F., Firenze 1952, pp. 1-15; Le Accademie e le biblioteche nelsessennio 1926-32, Roma 1933, passim; Le biblioteche d'Italia dal 1932 al 1940, ibid. 1942, passim.

Vedi anche
Farini, Luigi Carlo Uomo politico italiano (Russi 1812 - Quarto 1866), nipote di Domenico Antonio. Di tendenze moderate, abbandonò Roma alla proclamazione della Repubblica mazziniana e passò in Piemonte. Deputato (1849-65) e sostenitore di Cavour, promosse l'annessione dell'Emilia al Regno sabaudo (1859); fu ministro dell'Interno ... Garibaldi, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe. - Patriota, generale e uomo politico (Nizza 1807 - Caprera 1882). Dopo aver aderito alla Giovine Italia e preso parte a moti insurrezionali in Italia, visse alcuni anni (1835-48) in America, combattendo per l’indipendenza in vari paesi. Rientrato in Italia, partecipò al governo provvisorio ... gesuiti Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola. Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. Laínez, A. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della ... Verona Comune del Veneto (206,7 km2 con 264.191 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. La città è situata a 59 m s.l.m., al margine settentrionale della Pianura Veneta, ai piedi dei Monti Lessini e in prossimità dello sbocco della valle dell’Adige. Il nucleo antico, localizzato all’interno di una delle due ...
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lüigi
luigi lüigi s. m. [dal nome proprio Luigi; fr. louis]. – 1. Moneta d’oro, del valore di 10 lire, coniata in Francia nel 1640 per ordine di Luigi XIII, con il busto del sovrano al dritto e una croce formata da 8 L addossate e coronate al...
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beato luigi beato lüigi locuz. usata come s. m. – Nome delle monete d’argento di mezzo ducatone (4 lire e 80 soldi) e di un quarto di ducatone (2 lire e 40 soldi) fatte coniare nel 1626 da Vincenzo II Gonzaga duca di Mantova, nel rovescio...
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