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FRATI, Luigi

di Guido Fagioli Vercellone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)
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FRATI, Luigi

Guido Fagioli Vercellone

Nacque a Bologna il 5 ag. 1815 da Giacomo, computista dell'amministrazione degli Spedali, e da Angela Rubini. Svolti gli studi regolari nella città natale, nel 1839 si laureò in scienze matematiche e si accingeva a conseguire il diploma di ingegnere esercitando nello studio dell'architetto G. Antolini, quando, richiesto da G. Bianconi di assumere l'incarico di suo assistente presso la cattedra di archeologia della facoltà di lettere, accettò, rivolgendosi così ad altri studi, che peraltro aveva già coltivato con F. Schiassi, laureandosi in filologia nel 1846.

Nel 1841 il F. aveva pubblicato a Bologna un lavoro archeologico di buona qualità: Di un calendario runico della Pontifica Università di Bologna (mai prima decifrato), che gli meritò le lodi di C. Cavedoni e di A. Mai.

Il F. era stato nominato direttore della Biblioteca arcivescovile di Bologna, cominciando a mostrare le sue doti di bibliotecario, con la pubblicazione di Bibliothecae archiepiscopalis Bononiensis catalogus per auctorum nomina ordine litterarum dispositus et adnotationculis illustratus, Bononiae 1856.

Questo legame di lavoro con la Curia non lo allontanò tuttavia dall'impegno patriottico: nel 1848 partecipò, come ufficiale della guardia civile, alla difesa di Bologna, e pubblicò (unitamente al conte F. Bianconcini e altri) il periodico liberalmoderato L'Unità, che divenne poi La Vera Libertà. Nonostante ciò, alla Restaurazione fu nominato consigliere comunale e lo rimase fino al 1858, quando lasciò anche la Biblioteca arcivescovile, avendo vinto nel gennaio il posto di bibliotecario della Comunale.

Trovandosi preposto a una biblioteca in formazione, che riuniva sette biblioteche eterogenee e di diversa origine, giustapposte senza alcun coordinamento fra loro né di collocazione né di registrazione, il F., pur rispettando le strutture e la bellezza artistica dei locali (quelli dell'antico Archiginnasio), volle ordinarla per materie (senza tuttavia perdere memoria delle antiche provenienze), il che implicava un totale rifacimento del catalogo secondo criteri uniformi. Il F. vi riuscì, ricorrendo ad accorgimenti che gli permisero di chiudere la biblioteca al pubblico solo per pochissimi mesi. Il lavoro durò circa un quarantennio (solo dal 1858 al 1865 egli compilò 39.500 schede, quasi tutte di sua mano), ma i risultati furono molto soddisfacenti, procurando alla Comunale di Bologna la fama di essere allora l'unica grande biblioteca italiana completamente ordinata in base a un criterio uniforme. Essa era composta di venti sale, in cui furono sistematicamente disposti 250.000 fra volumi e opuscoli, ognuna delle quali conteneva le opere relative a una determinata scienza o branca di scienza, con notevoli vantaggi per la ricerca e la consultazione.

Il metodo era sostanzialmente quello di J.-C. Brunet, modificato in ragione del numero di opere di ognuna delle sei classi in cui si volle suddividere il tutto: sacra, storica, letteraria, scientifica, artistica e patria; le sei classi erano a loro volta suddivise in diciotto sezioni, nelle diciotto sale a esse destinate. Alla bibliofilia del F. sono legate alcune delle sue pubblicazioni, come Ordinamento sistematico delle biblioteche (Pistoia 1894), Di un'edizione sconosciuta… del Dialogo contro i poeti di F. Berni (Firenze 1894) e I corali della basilica di S. Petronio in Bologna (Bologna 1896).

Il F. non fu solo bibliotecario e bibliofilo, bensì anche archeologo, numismatico ed esperto di ceramiche antiche. Indubbiamente le sue opere principali restano quelle storiche: Statuti di Bologna dall'anno 1245 all'anno 1267 (Bologna 1863-77); Opere della bibliografia bolognese che si conservano nella Biblioteca Municipale di Bologna, I-II, ibid. 1888-89; e la pubblicazione di Le due spedizioni militari di Giulio II tratte dal diario…, del bolognese Paride Grassi (ibid. 1886).

Esistono tuttavia numerosissime altre sue monografie. Per l'archeologia: Dell'antico ponte romano sul Reno lungo la strada Emilia (Bologna 1867). Per la numismatica: Delle medaglie onorarie di Marcello Malpighi (ibid. 1856), Delle antiche monete d'oro ritrovate in Reno nell'agosto dell'anno 1857 (ibid. 1857), La Zecca. Cenni storici sull'istituzione della monetazione in Bologna (ibid. 1858), Tesoro monetale de' bronzi primitivi scoperto in Bologna (ibid. 1877), Di un ducato d'oro inedito di Leone X coniato a Bologna… (ibid. 1896) e Sull'erronea attribuzione al Francia delle monete gettate al popolo… (ibid. 1896). Per le maioliche: Dell'insigne raccolta di majoliche dipinte delle fabbriche di Pesaro e della provincia Metaurense… (ibid. 1844), Del museo Pasolini in Faenza (ibid. 1852), Di un pavimento di majolica nella basilica Petroniana… (ibid. 1855: rist. 1879 e 1883) e Le memorie storiche sulle maioliche di Faenza (Roma 1880).

Per numerose altre piccole monografie si rimanda alla bibliografia pubblicata in CLIO (Catal. dei libri ital. dell'Ottocento, Autori, ad vocem).

Il F. fu anche attivissimo nell'ambito dei musei: a lui si deve la fusione in un unico Museo civico dei due musei archeologici prima esistenti a Bologna, l'Universitario, governativo, e il Palagi, municipale, operazione nella quale riuscì, pur conservando inalterata la proprietà delle rispettive preziose suppellettili, a ottenere un coordinamento scientifico delle collezioni che ebbe l'approvazione dei più distinti archeologi. Dal 1878 egli fu direttore della sezione medievale e moderna di quel museo; venne anche nominato rettore collegiato dell'università e membro della R. Commissione per la conservazione dei monumenti della provincia. Dell'attività museale sono testimonianza alcune pubblicazioni, fra cui la già citata Del Museo Pasolini in Faenza, Di tre bisogni principali della città di Bologna e del modo di provvedervi in un sol luogo (Bologna 1859), Doni di libri, medaglie ed altri oggetti antichi fatti alla biblioteca comunitativa e al museo archeologico dell'Archiginnasio, bollettini pubblicati negli anni 1864, 1866, 1867 e 1869, Guida del Museo civico di Bologna (Bologna 1882), ampliata con E. Brizio nel 1887.

Assai attivo anche nell'ambito delle deputazioni di storia patria, il F. divenne uno dei fondatori di quella per le Romagne nel 1860 e segretario di essa dal 1861 al 1863, nonché socio corrispondente di quella per le antiche provincie e la Lombardia, e della Società ligure. Fu poi membro di numerose accademie, fra cui la Società numismatica italiana, l'I.R. Istituto germanico in Roma, la Società degli antiquari del Nord di Copenaghen e la Società archeologica di Mosca. Fu in rapporti di amicizia con T. Mommsen e con F. Gregorovius.

Dalla moglie Clotilde Busatti ebbe tre figli: Ludovico (Bologna 13 dic. 1855 - Trieste 6 ott. 1941), qualificato musicista e poi archivista dalle molte pubblicazioni; Carlo, illustre storico e bibliotecario e Adele. Va ricordato anche un suo fratello, Enrico, che fu per molti anni direttore dell'archivio dell'Archiginnasio.

Nel palazzo dell'Archiginnasio il F. abitò per tutta la vita e vi morì il 24 luglio 1902. Fu tumulato alla certosa.

Fonti e Bibl.: Necr. in La Bibliofilia, IV (1902), pp. 187 s.; Giorn. stor. della letteratura ital., XI (1902), p. 479; Riv. delle biblioteche e degli archivi, XIII (1902), p. 128; Il Resto del carlino, 25-26, 26-27, 27-28 luglio 1902. Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, Carteggi Luigi Frati; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scritt. contemp., Firenze 1879, pp. 466 s.; Id., Piccolo dizionario…, Roma 1895, p. 238; Centralblatt für Bibliothekswesen, VIII (1891), p. 561; L.S. Olschki, L. F., in La Bibliofilia, II (1900-01), pp. 366 ss.; Athenaeum, 28 luglio 1900, p. 196; E. Masi, La biblioteca di Bologna e il Nestore delle biblioteche europee, in Giornale d'Italia, 25 ott. 1902; Annuario della R. Univ. di Bologna 1902-03, Bologna 1903, pp. 135 ss. (comm. del F.); A. Sorbelli, Ricordo del cav. dott. L. F., in L'Archiginnasio, I (1906), p. 3; C. Frati - L. Frati, L. F. e l'ordinamento della Biblioteca Comunale di Bologna, ibid., pp. 125-135; G. Fumagalli, La bibliografia, Roma 1923, pp. XVII s., LXVI, 343; C. Frati, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani, a cura di A. Sorbelli, Firenze 1933, p. 238; G. Ottino - L. Fumagalli, Biblioteca bibliografica italica…, Graz 1957, I, n. 2662; II, nn. 5811, 6336, 6432; s. I, n. 6619; s. II, nn. 6965-6969; s. III, n. 7211; A.M. Baronio, Alcune lettere di B. Borghesi a… L. F.…, in Studi romagnoli, IX (1958), pp. 94 s., 100-105.

Vedi anche
Bologna Comune dell’Emilia (140,7 km2 con 373.026 ab. nel 2007), capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.  ● La pianta della città mostra l’originario nucleo romano a insulae rettangolari (6 cardini e 7 decumani, ... Cherubino Ghirardacci Erudito e storico (Bologna 1519 - ivi 1598), appartenne all'ordine degli eremitani. Fra le sue opere d'erudizione si ricorda in particolar modo la Historia di Bologna, la cui pubblicazione, iniziata fra molte difficoltà (i primi due voll. apparvero rispettivamente nel 1596 e 1657; il terzo vol. apparve ... laurea Riconoscimento ufficiale del compimento di un corso di studi universitario, con cui si conferisce il titolo di dottore. Secondo il regolamento sull’autonomia didattica degli atenei (d.m. 509/3 novembre 1999), che ha riordinato l’insieme dei titoli di studio rilasciati dalle università, la laurea di primo ... università università Istituto scientifico e didattico di ordine superiore che ha potere di conferire un riconoscimento giuridico particolare a chi ha fruito dell’insegnamento impartito all’interno di esso dai docenti delle varie materie. 1. Le universita degli studi nella storia Nell’antichità classica non ...
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lüigi
luigi lüigi s. m. [dal nome proprio Luigi; fr. louis]. – 1. Moneta d’oro, del valore di 10 lire, coniata in Francia nel 1640 per ordine di Luigi XIII, con il busto del sovrano al dritto e una croce formata da 8 L addossate e coronate al...
beato lüigi
beato luigi beato lüigi locuz. usata come s. m. – Nome delle monete d’argento di mezzo ducatone (4 lire e 80 soldi) e di un quarto di ducatone (2 lire e 40 soldi) fatte coniare nel 1626 da Vincenzo II Gonzaga duca di Mantova, nel rovescio...
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