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manicare

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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manicare [con le forme rizotoniche in ù; manucar, nel Fiore, indic. pres. III plur.; manducare]

Antonio Lanci

‛ Manicare ' è voce popolare toscana, che si registra una sola volta per " mangiare " (v.).

In VE I XIII 2 D. pone questo verbo fra i termini tipicamente municipali della parlata fiorentina (Locuntur Florentini et dicunt: Manichiamo introque che noi non facciamo altro), che, come tali, non dovrebbero essere assolutamente usati da chi ricerca il volgare ‛ illustre '; sicché alcuni interpreti, ad esempio il Porena, hanno trovato strano che D. l'abbia introdotto, e non in rima, in If XXXIII 60 voglia / di manicar. Ma la Commedia esorbita, nel suo linguaggio, dai limiti del volgare illustre (tragico) teorizzato nel De vulg. Eloquentia.

In senso proprio, ma in contesto metaforico, e con il ‛ si ' passivante, in Cv I I 7 quella mensa dove lo pane de li angeli [il sapere] si manuca. Ha valore proprio anche in Fiore CIII 12, dove però l'espressione tutti que' ch'oggi manucar pane indica " gli uomini " in generale. Si tratta invece di un ‛ mangiare ' metaforico, per " consumare ", detto delle limosine che si fanno a' vecchi... san possanza: colui che le manuca in lor gravanza [" in loro danno "] / elle gli fieno ancora ben comprate (CXI 12).

La forma latineggiante si registra solo due volte, in rima, sia in senso proprio (ancora il ‛ si ' passivante: If XXXII 127 come 'l pan per fame si manduca), sia in contesto figurato: Rime CIII 32 la morte, che ogni senso / co li denti d'Amor già mi manduca, cioè " mi consuma ".

Vocabolario
manicare
manicare v. tr. [lat. mandūcare: cfr. le var. ital. manducare e manucare], ant. – 1. Mangiare, ingerire il cibo; usato soltanto nelle forme con accento sulla desinenza (nelle altre, con accento sul tema, era in uso la variante manucare):...
manicatóre
manicatore manicatóre s. m. [der. di manicare], ant. – Mangiatore: manicator di torte (Boccaccio).
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