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BORTOLONI, Mattia

di Maria Angela Novelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BORTOLONI, Mattia

Maria Angela Novelli

Nacque a San Bellino (Rovigo) nel 1696 (Zani). Apprese dal veronese Antonio Balestra "i primi fondamenti dell'arte" (Zanetti, 1733) e dovette acquistare ben presto una certa rinomanza, poiché nel dicembre del 1716 ricevette l'incarico di decorare la palladiana villa Cornaro a Piombino Dese presso Rovigo (Ivanoff, 1950).

Nel ciclo di affreschi di soggetti biblici che orna otto ambienti il B. si presenta con uno stile semplice e spoglio, che anticipa quasi il gusto neoclassico del tardo Settecento per l'accentuazione del formalismo del Balestra e forse anche per l'influenza del francese L. Dorigny, che aveva lavorato nel Veneto (Pallucchini).

Nel 1720, ed in seguito dal 1726 al 1734, il B. figura nella fraglia pittorica di Venezia (Nicoletti), ma non si conoscono altre sue opere sicuramente databili fino alla grandiosa decorazione della chiesa di S. Nicolò dei Tolentini a Venezia, compiuta prima del 1733, anno in cui è già citata dallo Zanetti. Nell'affresco della volta del presbiterio, con la Gloria di s. Gaetano da Thiene, il linguaggio del pittore appare arricchito dalla conoscenza delle forme mosse di S. Ricci, di quelle larghe e chiaroscurate del Piazzetta e del Bencovich, ed anche delle nuovissime soluzioni scenografiche del giovane Tiepolo. Seguono, in stretta contiguità cronologica e stilistica alla decorazione dei Tolentini, le due pale con l'Adorazione dei Magi (firmata) e l'Adorazione dei pastori della chiesa parrocchiale di Fratta Polesine (Rovigo), commissionate l'8 sett. 1734 e compiute il 18 aprile dell'anno successivo (Ivanoff, 1950), il Miracolo di s. Tommaso d'Aquino, eseguito nel 1735 per la cattedrale di Ferrara, la Madonna coi ss. Cosma e Damiano per l'oratorio omonimo di Ferrara, inaugurato nel 1738 (ora nel palazzo arcivescovile), la Morte della Vergine in S. Domenico a Ferrara, opere con elementi desunti dal Balestra ed anche dal Piazzetta e dal Ricci, verso i quali lo portava l'iniziale formazione.

Più libere di tocco e mosse nella partitura delle luci e dei colori, la pala con Deposizione dalla croce del duomo vecchio di Monselice (Martini) e quella con i Santi Antonio da Padova, Bellino e Tommaso di Villanova (firmata), eseguita per la chiesa della Trinità di Rovigo, ora nell'Accademia dei Concordi, sembrano di poco precedenti al trasferimento dell'artista in Lombardia e in Piemonte, dove fu impegnato in grandi imprese decorative. Nel 1741, infatti, il B. è documentato a Monza, dove affresca nel duomo la cappella del Santissimo Sacramento, detta anche del Corpus Domini (Barigozzi Brini). Probabilmente poco dopo è attivo a Milano, nei palazzi Clerici (sala dell'Ascesaall'Olimpo, sala di Eolo e i venti) e Dugnani (sala di Mercurio e Diana: Bossaglia, 1964), e a Brignano d'Adda (Bergamo), nel castello Visconti, ora Citterio (sala dell'Eroe ferito: Ivanoff, 1957), nella villa Raimondi a Birago (storie di Antonio e Cleopatra e di Cesare e Cleopatra), accanto a C. Carloni, G. A. Borroni, P. A. Menegatti, i più ricercati decoratori locali. In seguito è a Torino, dove decora con il quadraturista F. Biella una cappella della chiesa della Consolata (restaur. nel 1958) e dipinge un S. Bernardo, oggi in cattivo stato di conservazione nel convento annesso al santuario (Bartoli, 1776).

Nel 1745 l'amministrazione del santuario della Madonna di Vicoforte presso Mondovì entrò in trattative con il B. e con F. Biella per il compimento della decorazione della chiesa rimasta interrotta nel '41 per la morte di Sebastiano Galeotti. Il B. vi lavorò dal 1746 al '48 (Danna-Chiechio), eseguendo nella immensa volta la Glorificazione di Maria nel mondo pagano ed ebraico e nella gloria del paradiso e la Cena ad Emmaus nel refettorio dell'annesso monastero. Probabilmente subito dopo si trasferì a Bergamo, dove iniziò la decorazione della chiesa di S. Bartolomeo, che costituisce, insieme agli affreschi di Mondovì, la sua opera più impegnativa ed anche una delle punte più alte raggiunte dalla sua arte sul piano qualitativo per il senso atmosferico e la leggerezza delle forme scattanti, di gusto squisitamente rococò. La decorazione di S. Bartolomeo, condotta con la collaborazione del quadraturista milanese Palazzi Riva, si arrestava alla Gloria del Santissimo Sacramento della volta del coro e dei presbiterio. Il 13 marzo 1750 il B. scriveva da Milano al conte Giacomo Carrara di aver pronta "l'idea del soggetto o sia il bozzo" raffigurante le Quattro parti del mondo, da eseguire sulla volta della navata (Bottari-Ticozzi), ma l'opera rimase interrotta per la morte improvvisa dell'artista, avvenuta a Milano il 9 giugno 1750.

Ultima opera del B. è molto probabilmente la tela nella cappella del beato Bernardo Tolomei in S. Vittore in Corpo a Milano (Bartoli, 1776).

Fonti eBibl.: A. M. Zanetti, Descrizione di tutte le pubbliche pitture... di Venezia..., Venezia 1733, pp. 60, 185, 211, 359, 361; [G. B. Carboni (L. Chizzola)], Le pitture e sculture di Brescia..., Brescia 1760, p. 169; C. Barotti, Pitture e scolture... della città di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 42, 114 s.; A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia 1771, p. 455; G. A. Scalabrini, Mem. istor. delle chiese di Ferrara, Ferrara 1773, p. 254; F. Bartoli, Le pitture sculture ed architetture... di Bergamo, Vicenza 1774, p. 11; A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo, Bergamo 1775, p. 113; F. Bartoli, Notizia delle pitture... di tutte le... città d'Italia..., Venezia 1776, pp. 11, 13, 74, 224; Id., Le pitture... di Rovigo, Venezia 1793, pp. 82, 159, 189, 205, 238, 320-22, 347; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 212; G. Nicoletti, Per la storia dell'arte. Lista di nomi di artisti tolta dai libri di tasse... della Fraglia dei pittori, Venezia 1891, pp. 26, 30 (estr. dall'Ateneo veneto, nov.-dic. 1890); M. G. Bottari-S. Ticozzi, Raccolta di lettere..., Milano 1822, IV, pp. 130-132; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi, II, Ferrara 1846, p. 310; F. Avventi, Guida di Ferrara, Ferrara 1863, pp. 37, 211; C. Danna-G. C. Chiechio, Storia artistica... del santuario di Mondovì..., Torino 1891, pp. 318-321; Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 184 s.; O. Siren, Dessins et tableaux de la Renaissance italienne dans les collections de la Suède, Stockholm 1902, p. 108; L. Melano Rossi, The Santuario of the Madonna di Fico, London 1907, pp. 54, 138, 142-153; A. Pinetti, Francesco Zuccarelli e il suo soggiorno a Bergamo, in Boll. d. Civ. Biblioteca di Bergamo, VII (1913), p. 104; G. Fiocco, Aggiunte di F. M. Tassi alla Guida di Venezia di A. M. Zanetti, in Riv. di Venezia, VII (1927), pp. 173 s.; O. Battistella, Della vita e delle opere di G. G. Zompini, Bologna 1930, pp. 25, 27; W. Arslan, Studi sulla pittura del primo Settecento veneziano, in La critica d'arte, I (1936), p. 245 nota 109; A. Cappellini, Arte e mon. nel Polesine, Genova 1939, p. 51; N. Ivanoff, M.B. e gli affreschi... della villa Cormaro a Piombino Dese, in Arte veneta, IV (1950), pp. 123-30; N. Ivanoff, Opere bergamasche di M. B., in Emporium, LXIII (1957), pp. 7-13; R. Pallucchini, La pittura venez. del Settecento, Venezia-Roma 1960, pp. 55 s.; A. Morassi, A complete catalogue of the paintings of G. B. Tiepolo, London 1962, p. 6; G. Griseri, in Mostra del barocco piemontese, catalogo, Torino 1963, II, pp. 91 s.; T. Pignatti, Dis. veneti del Settecento nel Museo Correr di Venezia, Venezia 1964, p. 31; E. Martini, La pittura venez. del Settecento, Venezia 1964, pp. 18-21, 37, 73, 149; R. Bossaglia, Nuovi apporti per un catalogo di Borroni,B. e Magatti..., in Arte lombarda, IX, (1964), pp. 237 s.; A. Forlati, La villa Vendramin-Calergi a Fiesso Umbertiano (Rovigo), in Arte veneta, XIX (1965), pp. 176 s.; C. Semenzato Guida di Rovigo, Vicenza 1966, pp. 104, 204; A. Barigozzi Brini, Pittori settecenteschi nel duomo di Monza, in Arte lombarda, XII (1967), 1, pp. 74-76; E. Riccomini, Un modelletto inedito del B., in Arte veneta, XXII (1968), pp. 200-203; R. Bossaglia, Aggiunte... per il Settecento lombardo, in Arte antica e moderna, 1966, 33, pp. 250-251; Id., Attività lombarda di M. B., in Arte illustrata, 1968, 2, pp. 29-37; M. Precerutti-Garbieri, Disegni del Settecento nelle collez. del museo d'arte antica (catal.), Milano 1969, pp. 13 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p.379; Enc. Ital., VII, p. 533.

Vedi anche
Francesco Cróce Cróce, Francesco. - Architetto (Milano 1696 - ivi 1773). A Milano proseguì l'opera di C. Raffagno nell'Ospedale Maggiore (la Rotonda, completata nel 1731) e costruì il pal. Monti (1736, ora Bibl. civica); a Corbetta la villa Brentano, e ad Abbiategrasso l'interno di S. Pietro (1742). Sostenne contro ... Scamòzzi, Vincenzo Scamòzzi ‹-zzi›, Vincenzo. - Architetto e trattatista (Vicenza 1548 o 1552 - Venezia 1616), tra i maggiori esponenti dell'architettura veneta. Ricevette una prima educazione dal padre, l'architetto-carpentiere Giandomenico (1526 circa - 1582), noto soprattutto come assiduo studioso dell'opera teorica ... Tièpolo, Giambattista Tièpolo, Giambattista. - Pittore (Venezia 1696 - Madrid 1770). Tra i massimi esponenti del rococò e ultimo grande protagonista della decorazione monumentale in Europa. Tiepolo, Giambattista lavorò in Italia e all'estero, lasciando numerose opere, nelle quali, sempre aggiornato sulle ultime tendenze artistiche, ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura).
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    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore, nato nel 1696 a San Bellino nel Polesine, morto a Bergamo nel 1750. Nelle due tele firmate e datate dei suoi ultimi anni nella parrocchiale di Fratta, vicino al paese natale, il B. rivela una certa affinità con G.B. Pittoni, ma nelle pitture a fresco, in cui soprattutto eccelse, egli si dimostra ...
Vocabolario
mattìa
mattia mattìa s. f. [der. di matto1], non com. – Mattezza, sia nel suo sign. astratto: Loda l’ingegno, loda la mattia (Giusti); sia in quello concreto: dire, fare mattie.
matto¹
matto1 matto1 agg. e s. m. (f. -a) [forse lat. tardo mattus, matus «ubriaco»]. – 1. a. ant. Stupido, stolto: così m. come egli è, senza alcuna cagione è ... fuori d’ogni misura geloso di me (Boccaccio). Privo di discernimento: Uomini siate,...
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