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ALACCHI, Melchiorre

di Elena Fasano Guarini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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ALACCHI, Melchiorre (Melchiorre di Tutti i Santi)

Elena Fasano Guarini

Nacque nel 1592 a Naro in Sicilia. Recatosi a Roma nel 1624, entrò fra gli scolopi, divenendo uno dei più ferventi collaboratori di s. Giuseppe Calasanzio. Nell'ottobre del 1625 fu inviato a Messina, donde però, avendo in-. contrata opposizione all'introduzione delle Scuole Pie da parte del vescovo, ripartì subito senza attendere le disposizioni del Calasanzio. Nell'ottobre del 1626 seguì il Calasanzio a Napoli, dove, avendo allacciato l'anno prima, nel suo viaggio verso Messina, relazioni con nobili spagnoli e filospagnoli (tra cui Carlo Tapia, marchese di Belmonte), potè avere appoggi per la fondazione di un istituto delle Scuole Pie. Nel gennaio 1627 fu inviato insieme a due compagni a sorvegliare la costruzione del collegio di Carcare in Liguria. Durante questo viaggio si rese colpevole di una mancanza, imprecisata, che volle poi espiare con un pellegrinaggio, insieme a un compagno, p. Sebastiano, a S. lacopo di Compostela. Recatosi poi a Lisbona, col proposito di imbarcarsi per diffondere l'Ordine nelle Indie occidentali, per ragioni ignote rinunziò al viaggio e rientrò a Napoli. Nel 1629, volendo recarsi in Terra Santa, si portò a Venezia; qui rimase fino al 1633, tentando inutilmente di far accettare l'Ordine dalla Repubblica. L'insuccesso gli fu rimproverato dal Calasanzio, che più volte lo aveva esortato a una più oculata amministrazione e alla prudenza nell'accettare collaboratori. Inviato nel dicembre 1633 in Sicilia, riuscì, anche con l'appoggio del viceré duca d'Alcalà, ad aprire un istituto ed una Casa di noviziato a Palermo e un istituto a Messina, anche se non mancarono gli attriti con i suoi stessi compagni, per il suo autoritarismo e il tenore di vita dispendioso. Nel luglio 1636, promosso alla carica di procuratore generale e visitatore, dovette affrontare una crisi, originata da un procedimento per sospetto di eresia intentato dal S. Uffizio contro due scolopi di Palermo, le cui ripercussioni rischiavano di compromettere l'Ordine. Richiamato a Roma nel 1637, presiedette alcuni capitoli provinciali di Liguria, Sicilia e Roma in vista del capitolo generale.

Questione particolarmente dibattuta fu quella in relazione al breve di Urbano VIII (agosto 1636) che aveva concesso ai fratelli operai o conversi, di essere ordinati in sacris, decisione che aveva suscitato l'ostilità degli scolopi già sacerdoti. Anche la persona dell'A. subì attacchi da parte di un gruppo di oppositori, tra cui L. Raimondi e p. Bandoni, segretario del Calasanzio.

Nel capitolo generale (novembre 1637), l'operato dell'A. in Sicilia fu sottoposto a inchiesta, e non è chiaro per quali questioni disciplinari o dottrinali fu ottenuto che l'A. fosse allontanato da Roma e privato di ogni superiorità per un triennio.

L'A. si recò in Catalogna e poté fondare un istituto a Guissona. Lo scoppio della guerra (1640) lo indusse a portarsi a Barcellona; ammalatosi, nel 1641 tornò a Roma, per ripartire per la Sicilia, dove avrebbe dovuto ancora ricoprire la carica di provinciale. Morì il 4 luglio 1642.

Fonti e Bibl.: Due biografie abbastanza ampie, ma prive di valore critico, sono contenute in Escolapios insignes por su piedad rehgiosa desde el origin de las Escuelas Pias ha sta nuestros dias, I, Madrid 1899, pp. 472-486, ed in C. Rabassa, Historia de las Escuelas Pias en Espaina, I, Valencia 1917, pp. 6-13; molto più utili sono i numerosi documenti e le notizie contenute in recenti pubblicazioni scolopiche: B. Bartlick, Annales Ordinis nostri, in Ephemerides Calasanctianae, XII (1945), p. 71-75 (sull'introduzione delle Scuole Pie in Sicilia nel 1633); Litterae de fundatione in oppido Guissona, in Archivum Scholarum Piarurn, III (1938), pp. 41-45 (dove sono pubblicate anche due lettere dell'A. al Calasanzio); L. Picanyol, S. Giuseppe Calasanzio e le Scuole Pie di Guissona (1638-1641), in Rass. di storia e bibliogr. scolopica, XVIII (1951), pp. 9-19; Id., Sulla data di nascita di S. Giuseppe Calasanzio, ibid., pp.39-49 (dove sono anche contenute delle lettere del Calasanzio all'A, con interessanti note); Decreti del Capitolo generale celebrato nell'anno del Signore 1637, in Archivum Scholarum Piarum, XIII (1954), pp. 54ss. Essenziali sono le numerose lettere del Calasanzio all'A. contenute in Epistolario di S. Giuseppe Calasanzio, edito e commentato da L. Picanyol, II-IX, Roma 1951-56, anche per le note che il Picanyol vi appone. Nel vol. IX, p. 18, il Picanyol dà notizia di Otto lettere dell'A. al Calasanzio, inedite, conservate nell'Arch. gen. dell'Ordine a Roma. Tra queste, cinque, s.d. e s.l., sono state scritte dall'A. in propria difesa.

Vedi anche
presbìteri presbìteri Nel Nuovo Testamento, gli "anziani" della comunità cristiana, a cui è affidato il governo della comunità stessa. Nel 2° sec. questa funzione di governo della Chiesa locale venne assunta, in alcune comunità, da un vescovo, che si differenzia dal collegio dei presbiteri, dando origine all'organizzazione ... Valencia Città della Spagna (814.208 ab. nel 2009), capoluogo della provincia omonima e della Comunità Valenzana (➔); situata quasi al centro di una fertilissima huerta, si è sviluppata intorno a un antico nucleo, di forma poligonale, posto in un’ansa del fiume Guadalaviar (o Turia), sulla destra di questo corso ... vescovo Nel cristianesimo primitivo e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico. Nella Chiesa cattolica, prelato che, sotto l’autorità del romano pontefice, ha il governo ordinario di una diocesi, ... Messina Città della Sicilia nord-orientale (211,2 km2 con 243.997 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È posta sulla costa occidentale dello stretto che da essa prende nome; una lingua di terra di forma falcata (la Penisola di San Ranieri, terminante con la Punta San Salvatore) forma un buon porto naturale. ...
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alàccia
alaccia alàccia s. f. [da una voce diffusa sulle coste del Mediterraneo occid., alterazione del lat. (h)allec -ēcis; cfr. spagn. allache «sardella», arabo magrebino lāǵ] (pl. -ce). – Pesce teleosteo della famiglia clupeidi (Sardinella aurita),...
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