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Burton, Michael (Mike)

di Gianfranco e Luigi Saini - Enciclopedia dello Sport (2005)
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Burton, Michael (Mike)

Gianfranco e Luigi Saini

Stati Uniti • Des Moines (Iowa), 3 giugno 1947 • Specialità: 400 m, 1500 m stile libero

Trasferitosi al seguito della famiglia in California, Mike Burton praticò fino ai tredici anni l'atletica leggera, prediligendo in particolare le gare di cross. Nel 1960, mentre si recava in bicicletta a una di queste competizioni, fu investito da un autobus e riportò una serie di fratture, con interessamento dei legamenti del ginocchio sinistro: quanto bastava perché venisse sancito che la sola attività sportiva a cui dovesse pensare era quella riabilitativa. Gli fu quindi suggerito di fare un po' di nuoto per rafforzare le gambe. La grande volontà di emergere lo sostenne nella decisione di affermarsi in questa disciplina; entrò così a far parte del club di Arden Hills a Sacramento, che sotto la direzione di Sherman Chavoor era, alla metà degli anni Sessanta, la scuola più avanzata del mezzofondo mondiale. Qui gettò le basi per diventare Mister Machine, soprannome con cui sarebbe stato noto nel mondo del nuoto.

Non possedeva enormi mezzi fisici né una tecnica di nuoto particolarmente raffinata, ma faceva leva su una straordinaria capacità di sacrificio. In sette annate agonistiche (1966-72) ha guidato per cinque volte le classifiche mondiali dei 1500 m stile libero, piazzandosi secondo nel 1970 e terzo nel 1971. Non è stato mai primo, invece, nelle graduatorie mondiali stagionali dei 400 m stile libero, entrando tra i primi tre solo nel 1968, quando si è piazzato secondo, a pochi decimi dal canadese Ralph Hutton. Questo non gli ha impedito di vincere nello stesso anno il titolo olimpico di questa distanza a Città del Messico. È stato il primo nuotatore della storia a vincere per 2 volte il titolo olimpico nei 1500 m stile libero, impresa compiuta nel 1968 e nel 1972. L'oro di Monaco è stato conquistato a 25 anni, età allora inconsueta per un nuotatore di lunghe distanze. In quella occasione Burton ebbe dalla sua anche la fortuna, dal momento che poté gareggiare anche se non aveva raggiunto la qualificazione per questa distanza di gara nelle selezioni olimpiche negli Stati Uniti, preceduto da Doug Northway e Rick DeMont. Il primo però fu costretto da una malattia a rinunciare, e il secondo fu escluso prima della finale olimpica per essere risultato positivo al controllo anti-doping. Burton vinse con il tempo di 15′52,58″ battendo il primato mondiale, dello stesso DeMont, di oltre 4 secondi.

Burton lasciò il nuoto dopo le Olimpiadi, con il suggello del terzo titolo olimpico individuale e del suo quinto mondiale nei 1500 m.

Vedi anche
Spitz, Mark Spitz ‹špiz›, Mark. - Nuotatore statunitense (n. Modesto, California, 1950); già vincitore nel 1968 di due medaglie d'oro alle Olimpiadi di Città di Messico (nelle staffette 4 × 100 e 4 × 200 stile libero), ha poi trionfato in quelle di Monaco (1972), conquistando sette medaglie d'oro, quattro in gare ... nuoto Insieme di movimenti, naturali o riflessi o appresi con l’esercizio, che consentono a un uomo o a un animale di muoversi nell’acqua sia immerso in essa sia in superficie. sport 1. Cenni storici Il nuoto fu assai praticato nell’antichità: ebbe grande importanza presso i Greci, ma ancora più presso ... doping Pratica illegale che consiste nell’assunzione da parte di atleti o nella somministrazione agli stessi di droghe, sostanze eccitanti, farmaci (ammine simpaticomimetiche, analettici, anabolizzanti, ormone della crescita o GH ecc.), o nel ricorso a pratiche terapeutiche (per es. autoemotrasfusioni) rivolte ... Città di Messico Messico, Città di (sp. Ciudad de México) Città capitale del Messico e costituente il Distretto Federale (8.720.916 ab. nel 2005; 22.900.000 ab. a una stima del 2009, considerando l’intera agglomerazione urbana). È situata sul margine meridionale dell’Altopiano Centrale del Messico, a 2277 m s.l.m., ...
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